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Les fusillés de Châteaubriant

René Guy Cadou
Lingua: Francese


René Guy Cadou

Lista delle versioni e commenti


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Poesia di René Guy Cadou (ottobre 1941)
Poème de René Guy Cadou (octobre 1941)
Musica e interpretazione di Jean Lazaris (2016)
Musique et interprétation de Jean Lazaris (2016)



Il 20 ottobre 1941, il tenente colonnello Karl Hotz, responsabile delle truppe di occupazione tedesche nel dipartimento della Loira Inferiore, è abbattuto a Nantes da alcuni membri della Resistenza francese. Come rappresaglia, le autorità occupanti naziste fanno fucilare, il 22 ottobre 1941, 48 ostaggi catturati a Châteaubriant, Nantes e Parigi. Due giorni dopo, il 24 ottobre, vengono fucilati altri 50 ostaggi al Camp de Souge, a Martignas-sur-Jalle nei dintorni di Bordeaux; tale nuova ondata di fucilazioni è dovuta all'eliminazione di un altro ufficiale tedesco, Hans Reimers.

Karl Hotz era peraltro un personaggio conosciuto a Nantes. Dal 1929 al 1933 aveva lavorato a Nantes come ingegnere e capocantiere per il colmaggio dell'Erdre e per lo scavo del tunnel di Saint-Félix, alla direzione di una squadra di lavoratori tedeschi inviati dalla Brand AG, un'impresa di lavori pubblici di Düsseldorf. Tali lavori rientravano nel sistema dei pagamenti dei debiti di guerra tedeschi dopo la I Guerra mondiale. Nel 1940, data la conoscenza della città, Karl Hotz viene di nuovo inviato a Nantes, stavolta come Feldkommandant.

Il 20 ottobre 1941, Karl Hotz viene abbattuto in rue du Roi-Albert, a Nantes, da un militante comunista, Gilbert Brustlein, membro di un commando inviato da Parigi dall'OS (il settore armato della Resistenza comunista), del quale facevano parte anche l'italiano Spartaco Guisco (nativo del quartiere milanese di Precotto, ex ufficiale delle Brigate Internazionali in Spagna e poi arrestato, torturato e fucilato al Mont-Valérien il 17 aprile 1942) ed il giovanissimo Marcel Bourdarias, all'epoca non ancora diciottenne e poi fucilato assieme a Spartaco Guisco.

In realtà, la missione del commando non era quella di abbattere specificamente Karl Hotz (che, secondo tutte le testimonianze, non si era reso particolarmente inviso alla popolazione di Nantes), bensì un ufficiale tedesco qualsiasi. Poco prima delle 8 del mattino, i tre membri del commando si ritrovarono in place Saint-Pierre, di fronte alla cattedrale di Nantes; destino volle che, in quel momento, passasse di là proprio Karl Hotz assieme al suo aiutante di campo, il capitano Sieger. Mentre l'arma di Spartaco Guisco si era inceppata, fu Brustlein ad abbatterlo con due colpi nella schiena; i membri del commando riuscirono a fuggire; Brustlein è morto il 25 febbraio 2009 a Braine, nell'Aisne.

La notizia dell'attentato fu trasmessa direttamente a Hitler dal capo delle forze di occupazione tedesche e governatore militare di Parigi, Otto Von Stülpnagel; Hitler ordinò l'immediata esecuzione di un numero di ostaggi da 100 a 150, cifra che Von Stülpnagel, il 21 ottobre, fissò in 100 divisi in due gruppi: 50 nell'immediato, e 50 altri se i colpevoli non fossero stati catturati entro il 23 ottobre. Il 22 ottobre, quindi, 48 persone (invece di 50) furono fucilate tra Châteaubriant, Nantes e Parigi. Per il secondo gruppo di 50 ostaggi fu emanata invece una dilazione dell'esecuzione, seguita poi dalla sospensione.

In base ai criteri fissati dallo stesso Von Stülpnagel, fu però un collaborazionista francese, Pierre Pucheu, ministro degli interni del “governo di Vichy” a partire dal luglio 1941, a redigere la lista dei 50 ostaggi. Pucheu andò oltre il compito, stilando una lista di 61 persone e lasciando ai tedeschi la facoltà di ritirarne undici. Gli ostaggi erano tutti internati nel campo di concentramento di Choisel, nel comune di Châteaubriant; Pucheu fece di tutto affinché fossero designati dei comunisti, piuttosto che dei “bons français”. I tedeschi però modificarono la struttura della lista, in modo che fosse più “rappresentativa” e che riguardasse tutto il complesso della popolazione francese: essa doveva quindi essere formata da 30 comunisti del campo di Choisel e da 20 altri resistenti di Nantes. Per gli internati di Choisel, Pierre Pucheu redasse quindi una lista di 36 persone, di cui i tedeschi ne scelsero alla fine ventisette. Poiché due dei cinquanta (l'avvocato Fernand Ridel e un certo Dauguet) furono espunti dalla lista senza essere sostituiti, il 22 ottobre 1941 furono fucilate in rappresaglia 48 persone.

Gli ostaggi fucilati a Châteaubriant erano ventisette militanti comunisti vittime della retata dell'ottobre 1940, organizzata senza dubbio su ordine di Himmler ma messa in atto dalla polizia francese. I militanti erano stati incarcerati in un primo momento a Parigi, poi a Clairvaux e a Fontevrault, e infine nel campo di Choisel/Châteaubriant (maggio 1941). Tra di essi si trovavano però anche militanti arrestati dalla polizia francese per vari motivi (denunce anonime oppure dopo la manifestazione del 13 agosto 1941). Tra i ventisette si trovavano un diciannovenne, Émile David, un diciassettenne, Guy Môquet (figlio del deputato comunista Prosper Môquet), e l'insegnante 29enne vietnamita Huynh Khuong An (di cui al link si può leggere l'ultima lettera inviata alla sua compagna prima della fucilazione).



A Châteaubriant, gli ostaggi sono fatti raggruppare nel primo pomeriggio nella baracca n° 6, senza conoscere formalmente il motivo della riunione. Non sono peraltro le autorità che li informano della loro sorte, ma i sacerdoti cattolici francesi incaricati di assisterli moralmente. Dai racconti degli stessi sacerdoti, bastò la loro entrata nella sala affinché gli ostaggi capissero bene che cosa stava per accadere. I sacerdoti raccolsero le lettere (molte delle quali furono censurate) e gli effetti personali da consegnare alle famiglie; non furono però autorizzati ad accompagnare i condannati al luogo dell'esecuzione, dove erano presenti solo cappellani militari tedeschi.

I condannati furono trasportati con dei camion alla Cava della Sablière, poco fuori Châteaubriant; furono fucilati in tre gruppi di nove, alle 15,50, alle 16 e alle 16,10. Secondo le testimonianze, fu fatto un tentativo da parte dei condannati per salvare la vita al più giovane di essi, il già nominato Guy Môquet, diciassettenne. Costui rifiutò, dicendo ad un altro condannato, il medico ebreo egiziano Maurice Ténine (Moyshe Eydel Tenin): “Sono comunista come te”. I condannati rifiutarono di farsi bendare gli occhi e legare le mani; morirono cantando la Marsigliese. Tra di loro vi erano anche Charles Michel, deputato comunista del 15° Arrondissement parigino, e Jean-Pierre Timbaud, segretario della federazione metalmeccanici CGT della Regione Parigina. Tra la maggioranza di stretta osservanza stalinista, vi erano anche un trotzkista, Marc Bourhis, e un ex comunista che aveva rotto col PCF dopo il patto Molotov-Ribbentrop, il sindaco di Concarneau Pierre Guéguin.

La sera del 22 ottobre, le salme furono portate al Castello di Châteaubriant, dove si trovava la sottoprefettura; in un primo momento furono ammassate in disordine in una sala. La sera del 23 ottobre le salme furono rinchiuse in delle bare, poi portate a gruppi di tre nei cimiteri di nove comuni vicini a Châteaubriant (Moisdon-la Rivière, Villepot, Petit-Auverné...). Al passaggio di un camion che trasporta delle salme (tra le quali quella di Jean-Pierre Timbaud) al cimitero di Saint-Aubin-des Châteaux, è presente un giovane maestro elementare, René Guy Cadou. Scriverà immediatamente una poesia sui fucilati di Châteaubriant, che diverrà forse la sua più celebre: Les fusillés de Châteaubriant, pubblicata nella raccolta Pleine poitrine (“Pieno petto”). E' quella che viene presentata in questa pagina anche nella versione musicata e interpretata nel 2016 da Jean Lazaris.

(Alcune indicazioni presenti in rete, che vogliono la poesia scritta il “20 ottobre al passaggio dei camion che trasportavano gli ostaggi alla fucilazione”, sono assolutamente inesatte; in primo luogo, perché la fucilazione avvenne due giorni dopo l'attentato a Karl Hotz, e poi perché Cadou in realtà vide solo passare il camion delle salme trasportate al cimitero di cui sopra).



Le salme dei 27 fucilati furono seppellite in vari cimiteri della zona per evitare la formazione di un “luogo di pellegrinaggio” che avrebbe potuto certamente provocare sentimenti di ostilità nei confronti degli occupanti tedeschi; a tale riguardo, tutte le tombe dei condannati erano state mantenute anonime. Ciononostante, le tombe dei fucilati furono riempite di fiori fin dai primissimi giorni, e lo rimasero per tutta la durata della guerra.

In Francia e nel mondo, l'esecuzione dei 48 ostaggi seguita da quella dei 50 a Martignas-sur-Jalle (Bordeaux) il 24 ottobre, suscita un'emozione enorme. Il 25 ottobre, il generale De Gaulle dichiara alla radio da Londra: “Fucilando i nostri martiri, il nemico ha creduto di mettere paura alla Francia. La Francia gli mostrerà di non avere paura di lui. Invito tutti i francesi e tutte le francesi a cessare ogni attività ed a restare immobili, ognuno ed ognuna dove abbiano a trovarsi, venerdì 31 ottobre, dalle 4 del pomeriggio alle 4,05.” Uno sciopero simbolico di cinque minuti viene organizzato in tutta la Francia; l'11 novembre, De Gaulle decreta alla città di Nantes il titolo di Compagnon de la Libération.

Un volantino datato 25 ottobre viene lanciato su tutta la Francia, tra il 30 ottobre e il 4 novembre 1941. Contiene da un lato la dichiarazione di Winston Churchill a proposito degli ostaggi fucilati, e dall'altro quella di Franklin Delano Roosevelt, cosa più che notevole dato che gli Stati Uniti non erano ancora entrati in guerra. Roosevelt dichiara a proposito dell'esecuzione di ostaggi non combattenti: “I popoli civili hanno da tempo adottato il principio secondo il quale nessuno deve essere punito per gli atti commessi da altri”. Dichiara ugualmente che, a suo avviso, tali azioni potranno solamente rafforzare l'opposizione all'Occupazione: “I nazisti avrebbero già dovuto imparare dall'ultima guerra che è impossibile spezzare il coraggio degli uomini con il terrore”.

Pierre Pucheu, il solerte redattore della lista degli ostaggi da fucilare, ebbe in seguito un ripensamento, arrivando a tentare di collaborare con De Gaulle e riuscendoci in parte; smascherato dal giornale comunista clandestino Combat, viene però arrestato dal CFLN il 15 maggio 1943 in Algeria e mandato a processo il 4 marzo 1944. Pucheu è il primo membro del governo collaborazionista di Vichy che viene condannato a morte; viene fucilato a Algeri il 20 marzo 1944.

Otto Von Stülpnagel viene arrestato in Germania nel 1946 e trasferito in Francia per essere processato. Prima dell'inizio del processo, si suicida impiccandosi in cella il 6 febbraio 1948, nel carcere parigino del Cherche-Midi, dove era rinchiuso.

Il maestro e poeta René Guy Cadou, che aveva visto passare un camion con le salme dei fucilati dirette al piccolo cimitero del paese dove insegnava, e vi aveva scritto una poesia, muore di cancro il 20 marzo 1951, all'età di soli trentuno anni. [RV]

Ils sont appuyés contre le ciel
Ils sont une trentaine appuyés contre le ciel,
Avec toute la vie derrière eux
Ils sont pleins d’étonnement pour leur épaule
Qui est un monument d’amour

Ils n’ont pas de recommendation à se faire
Parce qu’ils ne se quitteront jamais plus
L’un d’eux pense à un petit village
Où il allait à l’école

Un autre est assis à sa table
Et ses amis tiennent ses mains
Ils ne sont déjà plus du pays dont ils rêvent
Ils sont bien au dessus de ces hommes
Qui les regardent mourir

Il y a entre eux la différence du martyre
Parce que le vent est passé là où ils chantent
Et leur seul regret est que ceux
Qui vont les tuer n’entendent pas
Le bruit énorme des paroles

Ils sont exacts au rendez-vous
Ils sont même en avance sur les autres
Pourtant ils disent qu’ils ne sont plus des apôtres
Et que tout est simple
Et que la mort surtout est une chose simple
Puisque toute liberté se survit.

inviata da Riccardo Venturi (da un'idea di Flavio Poltronieri) - 20/6/2017 - 01:14



Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
20-6-2017
Anniversario dell'eccidio di Pian D'Albero (20 giugno 1944)


I FUCILATI DI CHÂTEAUBRIANT

Sono appoggiati al cielo
Una trentina appoggiati al cielo,
Con tutta la vita alle loro spalle,
Pieni di stupore per le loro spalle
Che sono un monumento d'amore.

Non hanno raccomandazioni da farsi
Perché non si lasceranno mai più
Uno di loro pensa a un paesino
Dove andava a scuola

Un altro siede al tavolo
E i suoi amici gli tengon le mani
Non sono già più del paese che sognano
Sono ben al di sopra di quegli uomini
Che li guardano morire

C'è tra di loro la diversità del martirio
Perché il vento è passato là, dove cantano,
E come solo rimpianto
Hanno che chi li guarda morire
Non capisce il fracasso che fan le parole

Sono puntuali all'appuntamento
Sono persino in anticipo sugli altri
Eppure dicono di non esser proprio apostoli
E che, soprattutto, la morte è una cosa semplice
Perché ogni libertà sopravvive.

20/6/2017 - 02:14


Sui fucilati di Châteaubriant si veda anche, naturalmente, Jeune homme à la médaille dello stesso René Guy Cadou (e interpretata da Gilles Servat in un album del 1980 interamente dedicato a Cadou).

Riccardo Venturi - 20/6/2017 - 02:18


Caro Riccardo, questo testo è interpretato anche da Morice Benin una prima volta nel suo LP "Chants de solitude" nel 1984 e in seguito reinciso nella raccolta in cd sempre dedicata a Cadou "Comme un fleuve" del 1998.

Morice è artista sensibile, si veda il mio contributo video in: Vive la République, Vive la Liberté dei Tri Yann
e certamente è difficile restare indifferenti alle parole strazianti di questo sfortunato poeta bretone, innamorato della vita nonostante il suo annunciato destino ("..perchè malgrado tutto questo cavallo è pazzo d'amore per una stella, perchè c'è una risposta meravigliosa alla morte...perchè resta ancora del sidro da bere nelle locande di campagna...perchè il cielo che si avvicina non mi impedisce di diventare più grande...sono certo di avere fatto tutto per essere salvo.")

"Je vous fais part d’une nouvelle qui vous intéresse directement, d’une grande nouvelle. Ô Poésie, écarte-toi de ton miroir ! Je parle pour les jeunes gens et les hommes de tous âges. Je parle de ce qui m’arrive. Je parle d’un monde absous par sa colère. Et peut-être entendrez-vous cette voix volontairement monocorde, désarçonnée, à bas du cheval dans l’allée, derrière cette grille à triple verrou, derrière cette grille, derrière cette âme, cette voix, ô jeunes gens et vous hommes de tous âges, peut-être entendrez-vous cette voix qui frappe, qui veut entrer, qui frappe, ô jeunes gens, qui frappe comme vous à la porte de son destin et qui chante sous les balles. (René Guy Cadou)

Kenavo. Flav Kadorvrec'her

Flavio Poltronieri - 15/7/2017 - 10:44




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