Madre
Madre, en tu día,
no dejamos de mandarte nuestro amor.
Madre, en tu día,
con las vidas construimos tu canción.
Madre, que tu nostalgia se vuelva el odio más feroz.
Madre, necesitamos de tu arroz.
Madre, ya no estés triste, la primavera volverá,
madre, con la palabra libertad.
Madre, los que no estemos para cantarte esta canción,
madre, recuerda que fue por tu amor.
Madre, en tu día:
madre patria y madre revolución,
madre, en tu día,
tus muchachos barren minas en Haiphong.
Madre, en tu día,
no dejamos de mandarte nuestro amor.
Madre, en tu día,
con las vidas construimos tu canción.
Madre, que tu nostalgia se vuelva el odio más feroz.
Madre, necesitamos de tu arroz.
Madre, ya no estés triste, la primavera volverá,
madre, con la palabra libertad.
Madre, los que no estemos para cantarte esta canción,
madre, recuerda que fue por tu amor.
Madre, en tu día:
madre patria y madre revolución,
madre, en tu día,
tus muchachos barren minas en Haiphong.
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Era il 1973, era domenica, il giorno della festa della mamma, Silvio Rodríguez si stava dirigendo a casa di sua madre e fece una deviazione per passare per gli uffici dell'agenzia di stampa Prensa Latina.
Fu lì che gli arrivò la notizia delle mine che l'esercito statunitense aveva disseminato alle foci dei fiumi del Vietnam per bloccare l'approvvigionamento delle popolazioni di questa repubblica che resisteva all'aggressione della più grande potenza militare del pianeta. I lavori per disinnescare questi pericolosissimi ordigni esplosivi erano costati, in poche ore, la vita di quasi 200 giovani vietnamiti, che facevano parte di una brigata della gioventù lavoratrice. Quel giorno in cui si rende conto di un simile atto di eroismo e di amore per la patria, Silvio stava festeggiando tranquillo nel suo paese la festa della mamma, mentre a Haiphong, una località costiera, i giovani vietnamiti lavoravano in acqua per disinnescare le mine e a volte esplodendo. Di ritorno a casa, compose "Madre" con questo verso sconvolgente: "Madre, nel tuo giorno, i tuoi figli disinnescano mine a Haiphong".
(Sergio Santesteban).