J'ai regardé le monde en face.
Vieillard perclus de vanité,
Rhumatisant de lâcheté,
Ton or, que veux-tu que j'en fasse?
Le clinquant de ton oripeau
Sert-il de cuirasse à ta peau ?
J'ai regardé le monde en face.
J'ai regardé la femme en face.
Son regard a fui mon regard ;
Mais j'ai lu dans son œil hagard
Le roman, depuis la préface
Jusqu'au dénoùment criminel :
Mensonge éternel et charnel !
J'ai regardé la femme en face.
J'ai regardé le juge en face.
Certain d'abord d'être perdu,
Je ne me suis pas défendu.
A quoi bon mendier sa grâce !
Le cuir est fait pour le tanner;
Le code est fait pour condamner,
J'ai regardé le juge en face.
J'ai regardé la geôle en face.
La solitude avant la mort.
C'est pour qui se sent vraiment fort
Le seul bien qui vous satisfasse.
Au seuil de l'éternel repos
Voici l'acte de bon propos ;
J'ai regardé la geôle en face.
J'ai regardé la mort en face :
La faucheuse alors m'a souri.
Et je me suis senti guéri
De tous les péchés de ma race.
Si l'on veut qu'il puisse nourrir
L'épi sous la faux doit périr.
J'ai regardé la mort en face.
Vieillard perclus de vanité,
Rhumatisant de lâcheté,
Ton or, que veux-tu que j'en fasse?
Le clinquant de ton oripeau
Sert-il de cuirasse à ta peau ?
J'ai regardé le monde en face.
J'ai regardé la femme en face.
Son regard a fui mon regard ;
Mais j'ai lu dans son œil hagard
Le roman, depuis la préface
Jusqu'au dénoùment criminel :
Mensonge éternel et charnel !
J'ai regardé la femme en face.
J'ai regardé le juge en face.
Certain d'abord d'être perdu,
Je ne me suis pas défendu.
A quoi bon mendier sa grâce !
Le cuir est fait pour le tanner;
Le code est fait pour condamner,
J'ai regardé le juge en face.
J'ai regardé la geôle en face.
La solitude avant la mort.
C'est pour qui se sent vraiment fort
Le seul bien qui vous satisfasse.
Au seuil de l'éternel repos
Voici l'acte de bon propos ;
J'ai regardé la geôle en face.
J'ai regardé la mort en face :
La faucheuse alors m'a souri.
Et je me suis senti guéri
De tous les péchés de ma race.
Si l'on veut qu'il puisse nourrir
L'épi sous la faux doit périr.
J'ai regardé la mort en face.
inviata da Bernart Bartleby - 24/5/2017 - 09:16
Lucien Descaves, “Rodicorda il vincitore”, con le illustrazioni di Lucien Laforge, Chersilibri, Brescia 2015, pp. 40
Formidabile libello antimilitarista contro tutte le guerre, feroce con i profittatori, gli squali, i pescecani. I topi insomma.
La pubblicazione di “Ronge-Maille vainqueur” avrebbe dovuto avvenire nel 1917 ma fu impedita dalla censura. Il pamphlet vide la luce solo nel 1920, a guerra finita.
Al suo interno si trovano aforismi come questo (sono i topi a parlare):
«Gli inglesi valutano in duecentocinquanta milioni i danni che causiamo, anno dopo anno, nei loro depositi, magazzini, banchine, ecc. Quando si farà il conto dei miliardi che costa una guerra, si finirà forse per convenire che la bestia è meno perfida della bestialità...», p. 29.
Lucien Descaves (1861-1949), letterato parigino irrequieto e anarchico, si avvicinò agli scrittori libertari dopo una condanna per ingiurie all’esercito e offesa ai costumi, per quanto contenuto nel suo romanzo Sous-offs. Vicino a Georges Darien, pubblicò molti libri sulla Comune parigina.
Lucien Laforge (1889-1952) pubblicò i suoi primi disegni sulla stampa libertaria. Fu anche pittore e illustratore. Fu tra i fondatori del Canard enchaîné, nel 1915.
Formidabile libello antimilitarista contro tutte le guerre, feroce con i profittatori, gli squali, i pescecani. I topi insomma.
La pubblicazione di “Ronge-Maille vainqueur” avrebbe dovuto avvenire nel 1917 ma fu impedita dalla censura. Il pamphlet vide la luce solo nel 1920, a guerra finita.
Al suo interno si trovano aforismi come questo (sono i topi a parlare):
«Gli inglesi valutano in duecentocinquanta milioni i danni che causiamo, anno dopo anno, nei loro depositi, magazzini, banchine, ecc. Quando si farà il conto dei miliardi che costa una guerra, si finirà forse per convenire che la bestia è meno perfida della bestialità...», p. 29.
Lucien Descaves (1861-1949), letterato parigino irrequieto e anarchico, si avvicinò agli scrittori libertari dopo una condanna per ingiurie all’esercito e offesa ai costumi, per quanto contenuto nel suo romanzo Sous-offs. Vicino a Georges Darien, pubblicò molti libri sulla Comune parigina.
Lucien Laforge (1889-1952) pubblicò i suoi primi disegni sulla stampa libertaria. Fu anche pittore e illustratore. Fu tra i fondatori del Canard enchaîné, nel 1915.
Bernart Bartleby - 24/5/2017 - 09:16
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Musica di Marcel Legay (1851-1915), chansonnier
Nella loro famosa raccolta del 1896 intitolata “Chansons rouges”, illustrata dall'artista anarchico svizzero francese Théophile-Alexandre Steinlen
Ognuna delle “Canzoni rosse” di Boukay è dedicata a qualcuno, senza che vi sia necessariamente relazione tra testo e dedica. In questa – sul tema del prigioniero cinico e disilluso che attende la morte quasi come una liberazione – Boukay omaggia Lucien Descaves (1861-1949), che fu uno scrittore di sentimento libertario, tra i fondatori del cenacolo letterario dell'Académie Goncourt.
Lucien Descaves, disegnato per la pubblicità del suo “Sous-Offs”
Descaves fu autore di un paio di romanzi antimilitaristi, “La Caserne, misères du sabre” del 1887 e “Sous-Offs” del 1889, che gli valsero un processo e la galera, e di racconti sulla Comune di Parigi e di pamphlet contro la Grande Guerra, come il celebre “Ronge-Maille vainqueur” (“Rodicorda il Vincitore”) scritto nel 1917 e bloccato dalla censura fino al 1920. Fu anche il direttore del giornale L'Aurore all'epoca dell'affaire Dreyfus e pubblicò il J'accuse... di Zola in difesa del capitano dell'esercito falsamente accusato di tradimento.