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Dafne sa contare

Murubutu
Lingua: Italiano


Murubutu

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Murubutu racconta, attraverso un parallelismo con la mitologia greca, la storia di una giovane suicida costretta dal padre a sposarsi contro la sua volontà. Il nome della ragazza allude al mito greco di Apollo e Dafne: il dio, innamorato della ninfa fluviale Dafne, la inseguì ovunque nonostante ella rifiutasse le sue attenzioni. Alla fine Dafne, vistasi raggiunta da Apollo, implorò i genitori, Ladone e Creusa, di non lasciare che Apollo la prendesse. La richiesta fu prontamente esaudita ed ella fu trasformata per sempre in pianta. Allo stesso modo, la Dafne della storia si trasforma poeticamente in aria nell'atto estremo.
Dafne è senza più sorriso
con gli occhi ocra e zaffiro
come i fiori di lino
sul terrazzo al mattino bacia il vento sul viso
che le porta in dono aroma di alloro e di elicriso.

La madre assorta mentre ascolta il marito
venuti da tempo dal paese nativo
ne conservano ancora un legame tribale
una morale sociale tra il concetto divino.

Dafne è cresciuta e sogna il mondo
perché sa che è un quadro
vuole dipingerlo qua a mano con colori a caso
il piccolo seno sotto il nero del raso
si è gonfiato come il grano seminato a Gennaio.

A tredici anni il mondo è grande
pulsa il suo respiro
e fra coetanee guarda le altre taglie ed un sospiro
il ruolo di figlia ed un sogno sincero
e suoi cavalli di frisia sul fronte dell'ego (sì)

E quando rise e quando finse e quando lo decise
E quando disse sto destino non avrà mai fine
E quando spinse, quando visse, quando un seno mise aveva
Gli occhi più triste da un mondo che vuol.

Piccola dea, piccola schiuma sull'altamarea
Volata via come un'idea
Piccola foglia portata dal vento sul fondo del ciel

E il vento sa cantare
E ci può raccontare
Le mille storie amare
Come, dove, perché, quando
Come le disse il padre: "Tu non potrai scappare"
Però potrò contare: 1, 2, 3, 4

(Dafne) sei grande dice il padre: "Il tuo destino è scritto
come tua madre, tante altre, onorerai un diktat
La tradizione, il rispetto, il giudizio,
sposerai qua un paesano più vecchio, più ricco".

E voleva dirli: "sai papà non siamo tutti uguali
Andremmo interpretati molti modi come i quadri
Andremmo interpellati molti casi più degli avi
io mi rifiuto sappi non siamo tutti schiavi"

E intanto piove fuori il vento suona i frassini
E il padre appoggia le parole come massi si
Che cadono dove (No No) non fanno rumore
Ma una mole che si accumula a tumurarle il cuore

Lei con tre mesi ha promesso una cosa
Ora che più una figlia è una promessa sposa
Ehi se il cielo adesso ha perso, sa che ha una scelta sola

Fermala in alto Dafne guarda quale volta il mondo
Ora che sente il vento in volto e vede lo strapiombo
Le basterebbe abbandonarsi e non pensare molto
Non senti il vuoto sotto, sei hai tutto vuoto attorno

Sale in terrazzo, guarda giù in basso
Muove di un passo
Dafne non guarda
Dafne sa contare…conta 2, 3, 4
Dafne non c'è più, si è trasformata in aria

E quando rise e quando finse e quando lo decise
E quando disse sto destino non avrà mai fine
E quando spinse, quando visse, quando un seno mise aveva
Gli occhi più triste da un mondo che vuol.

Piccola dea, piccola schiuma sull'altamarea
Volata via come un'idea
Piccola foglia portata dal vento sul fondo del ciel

E il vento sa cantare
E ci può raccontare
Le mille storie amare
Come, dove, perché, quando
Come le disse il padre: "Tu non potrai scappare"
Però potrò contare: 1, 2, 3, 4

inviata da leoskini - 14/5/2017 - 12:02




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