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Tango dell'Islamofobia

Riccardo Scocciante
Lingua: Italiano


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Ed eccoci all'acqua; proprio quando pensavamo che il nostro amico fosse oramai sazio di venirci a romperci i coglio trovarci, tadàn! Ci ritroviamo nella casella mail questa sua ultima trovata, che ci impone di pubblicare minacciando di prepararci una pajata con le nostre budella con grande cortesia. Come rifiutare? Del resto, la sua merdosissima simpatica composizione, rigorosamente da cantarsi sull'aria del Tango della gelosia, è di stretta attualità: nel nostro assoluto disprezzo grande rispetto per le stronzate razziste legittime opinioni di chi teme la cosiddetta "invasione islamica", lo Scocciante ha voluto prendere per il culo bonariamente fargli rimarcare quanto questo atteggiamento e questo modo di pensare siano ottima causa pe' stiacciànni ir capo da rivedere e correggere.
Nooo...non è xenofobia, ma è l'islamofobia,
quando m'imbatto in un arabo io fremo perché
temo si faccia saltare proprio dietro a me...!

Nooo...non è xenofobia, ma è l'islamofobia,
me lo hanno detto l'Oriana e anche Magdi Allam
che questi 'slamici han messo la bomba sul tram

Ecco perché, vorrei sapere solo perché, questo sgondro di civirtà
E allora! Fors'è anche un po' di xenofobia...! L'ammetto già!
Non mi ritrovo senza l'islamofobia
pensa che bello, non più tunisini, non più marocchini e tuarèg!
Or quando esco di casa, io fremo perché
io so che c'è il kamikaze che mi spezza in tre!

Sììì...questa è islamofobia, sììì...è la passione mia,
quello che sento non so io neppure cos'è,
però vedo burka ovunque, vedo l'invasione e vorrei sposar la Santanchè...!

Prova l'islamofobia, è il nostro baluardo, la nostra difesa, il nostro pane,
così proteggiamo le nostre famose radici giudaico-cristiane!
Islamofobia! Islamofobia! Islamofobia!

8/3/2007 - 02:08


Ma vi state riferendo a me ???

Dico all'esimio autore che la civilta' "(GIUDEO)" cristiana e' una enrorme s......ata (non usiamo termini peggiori) filosionista

Pardon, vado a rompere i coglioni da un altra parte


(Willy)

Non particolarmente, te lo garantisco. E' un'idea che è venuta al nostro Scocciante così all'improvviso; sai, è un tipo molto bizzarro e imprevedibile... Saluti. [RV]

8/3/2007 - 14:44


Qui, Don Curzio Nitoglia aveva pubblicato tutta la consueta serie di copia-incolla a base di "citazioni coraniche" (ovviamente, si potrebbe fare un analogo copia incolla a base di "citazioni bibliche" per leggere più o meno le stesse infamie di tutte le cosiddette "sacre scritture" di qualsiasi "religione"). Passasse comunque per questo: però la sua affermazione finale, ovvero "L'islamofobia è segno di buon senso" (cito a memoria) è inaccettabile per questo sito. Don Curzio era stato avvertito fin dall'inizio: poiché l'islamofobia non è una cosa che attiene alla "religione", ma semplicemente ed esclusivamente al razzismo, questo sito non accetta minimamente affermazioni razziste. E Don Curzio farà bene a ricordarsene se vorrà continuare a mettere piede qui dentro. Che non scambi questo sito, che lo ospita volentieri ma che non è casa sua, per un luogo dove fare propaganda a cose che con questo sito non c'entrano e non vogliono entrarci niente; casomai c'entrano le cose esattamente contrarie. Ben vengano le discussioni e tutto il resto, cosa nella quale Don Curzio ha già avuto ampia prova della nostra più ampia disponibilità e tolleranza; ma che abbia sempre presenti certi limiti oltre i quali, qui dentro, non si va. Spero di avere parlato chiaro, contando sulla ragionevolezza di Don Curzio, e sulla sua capacità di sapersi situare in un dato contesto.

Riccardo Venturi - 17/4/2009 - 17:50


Scusa Riccardo, ma il "razzismo" fa riferimento al fattore razziale e biologico e non religioso. A parte che non sono e non saro' mai un Dhimmi inviterei te e lo Scocciante a fare una seria indagine sulla condizione dei cristiani come delle altre minoranze in terra islamica... ne verrebbe fuori un bel "tango della cristianofobia".
Saluti
(Don Curzio)

Qui mi permetterei di...passare la palla a Iononstoconoriana, se è in ascolto (o comunque quando leggerà questo commento). Gliela passo in quanto diretto conoscitore di quei paesi, indefesso viaggiatore e persona dotata di una singolare capacità di analisi, specialmente dei numerosi luoghi comuni dati in pasto all'opinione pubblica di questo paese. Aspetto fiducioso e nel frattempo saluto. [RV]

17/4/2009 - 19:18


Nell'affrontare il funzionamento dei mass media contemporanei occorre partire da alcuni punti fermi.
Il primo è il loro rapporto con il potere costituito. I media producono e mantengono quel clima di autoreferenzialità che consente ai non lavoratori del sistema politico di presentare le loro esigenze e le loro istanze come se fossero quelle di tutta la popolazione. L'esclusione dalla visibilità mediatica corrispondeva e in parte corrisponde a tutt'oggi alla morte civile: solo da poco tempo la diffusione delle nuove tecnologie sta lentamente ponendo un freno a questa situazione.
Il secondo è la loro necessità di produrre degli utili. Gli utili si producono raccogliendo abbonamenti e/o pubblicità. I pochi contenuti che vi si inframezzano -ché sostanzialmente non esiste alcuna trasmissione, specie sulle reti "in chiaro", che non sia pubblicitaria dalla prima all'ultima inquadratura- devono dunque essere strutturati in modo da non contrariare gli inserzionisti.
Questa costellazione di caratteristiche rende i media cui siamo abituati completamente inaffidabili come descrittori e categorizzatori del reale.
Il rapido cambiare del mondo, un cambiare che negli ultimi anni non è certo andato nella direzione prevista (yankee unica potenza mondiale, resto del mondo suddito passivo e bersaglio ora di munifiche donazioni, ora di generosi bombardamenti) non è stato ben accolto nelle stanze dei bottoni. Nel Nuovo Secolo Amrikano, era previsto che gli interventi urbanistici più radicali fossero esclusiva dell'aeronautica militare statunitense, che ha dato prova delle proprie competenze in tal senso in tutto il mondo, e non in mano alla prima squadra di nullatenenti armati di coltellini di plastica e di ferrea determinazione. Quello che si è verificato dopo ricorda un po' la battuta della Principessa Vespa in "Balle Spaziali": "....Ma non possono farmi questo! Io sono ricca!!!".
Il processo di denigrazione dei paesi non allineati al volere yankee, già ampiamente in atto per motivi legati alla vecchia geopolitica, ha conosciuto un'accelerazione istantanea ed ha prodotto utili politici incredibilmente elevati. Certo, ha i suoi aspettucci negativi, tipo il costringere Enrico Mentana a ciarlare di "dopoguerra costellato di battaglie" davanti all'ennesimo carnaio in Iraq, perché il padrone aveva statuito che la guerra era finita il primo maggio 2003 e lui non poteva certo contraddirlo, ma una marmaglia gazzettiera che va avanti a pompini e per la quale l'assenza di etica è un requisito fondamentale è capacissima di questo e d'altro.
A ben guardare, l'islamofobia mediatica funziona. E funziona bene perché è destinata a sudditi incompetenti ed è prodotta da individui che si fanno percepire come informati dei fatti, mentre solitamente sono soltanto esperti in tecniche di denigrazione.
Nel complesso, la disinformacija peninsulare non ha nulla da invidiare a quella veterosovietica e dà costantemente uno spettacolo miserando.

Veniamo al punto. Non avendo mai creduto ad una parola di quello che si legge sui giornalini, mi sono premurato di andare a vedere di persona quali fossero le condizioni di vita in dar al'Islam, scoprendo immediatamente che i contenuti mediatici dei media mainstream rivolti ai sudditi dello stato che occupa la penisola italiana non solo di incompetenza, ma di malafede criminale sono letteralmente intrisi. Per intenderci, sulle gazzette di Spaghettonia il Libano non è certo il paese composito e indomabile in cui tremila combattenti tengono testa ad uno dei più sperimentati eserciti del mondo: è un posto di montagna con la neve dove si organizzano sfilate in lingerie. "La Nazione" di Firenze, monumento alla bassezza, alla pochezza, all'incompetenza, alla totale ebefrenia che sono un aspetto strutturale dell'"occidente" contemporaneo, può statuire la colpa dell'"islamico" Marzouk prima di qualunque giudice: poi si viene a sapere che Azouz Marzouk, coi suoi bravi giri di cocaina e di amicizie "altolocate", è un perfetto capolavoro di integrazione, ma questo pare non conti nulla.
Oltre che su una completa non conoscenza del mondo e dei fatti -per una torma di sudditi il cui mondo finisce a Nova Gorica o a Montecatini, Shiraz o Ghadames sono roba da mangiare- i media si basano su fonti fatte percepire come autorevoli: il caso Fallaci - De Bortoli è a questo proposito emblematico e i contenuti veicolati dal duo sono stati imposti alla penisola sotto il ricatto, neppure tàcito, che si trattasse dell'unica visione del mondo ammissibile, pena l'espulsione dal consesso civile. La stessa strategia mediatica viene posta in atto, ad ogni tornata elettorale, dal PDL: "Attento a te se non mi voti" è lo slogan principale, accompagnato dall'assunto secondo il quale gli esponenti delle altre formazioni politiche non occupano il posto che occupano perché liberamente eletti, ma perché usurpatori. Una volta compreso questo, è ovvio che il fare politica nel PDL è cosa da individui privi di qualunque rispetto per se stessi e per gli altri.
La Firenze del Social Forum del 2002 rappresentò una prima e meravigliosa conferma dei limiti di certe operazioni. Gli spaghettifresser "occidentalisti" di Firenze faticarono non poco, negli anni seguenti, a rimettere insieme i cocci della propria credibilità. Uno di quelli che aveva più scagnato contro i manifestanti -uniti in nome del buon senso contro 'sti pentolai da torpedone presentati come esperti di orientalistica- anni dopo trovò perfino il modo di finire in galera, e non certo perché voleva far saltare la cupola di San Pietro.
Per vedere se il mondo era come lo pensavo io, o se era come me lo dipingeva questa marmaglia fancazzista e suonatrice di mandolino, sono stato tra l'altro in Libia, in Siria, nella Repubblica Islamica dell'Iran, in Azerbaigian, in Armenia, in Georgia, nello Yemen, in Uzbekistan, in Kirghizistan, in Tagikistan e in Cina. L'impressione che ne ho ricavato è che ovunque la gente sia impegnata a tirare avanti la giornata e a distrarsi come può da una vita che solitamente si svolge in brutte periferie prive di qualunque attrattiva, secondo le condizioni di vita comuni in tutto il pianeta alle quale riesce a sottrarsi solamente un "ceto medio globalizzato" assolutamente minoritario che però si crede d'esser chissà che.
Nei bazar di Tehran si trovano crocefissi e rappresentazioni dell'Ultima Cena, mescolate ai ritratti di Ali e di Hussein. La Kara Kelisa di Tabriz dicono sia la chiesa più antica del mondo. Senza gli armeni di Nuova Jolfa Esfahan perderebbe specialisti ed attrattiva. In Siria i cristiani sono una buona percentuale della popolazione. In Asia Centrale il disinteresse per le cose della religione pare sia l'atteggiamento dominante, anche se il centro islamico di Tashkent, dove viene conservata una delle più antiche copie del Libro conosciute, è fantastico e nuovo.
Ovunque esistono padiglioni satellitari, ed internet è arrivata anche nei deserti della Libia. Alluvionare il mondo con contenuti "occidentalisti" e farli captare ai bersagli -gli iraniani, gli iracheni, i sirani sanno benissimo di esser considerati feccia da eliminare- è un altro indice della bizzosa autoreferenzialità della anti-élite di pulcinella del cazzo cui un "occidente" in preda alla più totale incompetenza ha affidato tutte le leve del potere. Se i "cristiani" sono oggetto di intolleranza, la cosa non deve meravigliare.
Naturalmente, il più delle volte gli atti di intolleranza -esemplare l'uccisione di un sacerdote a Trabzon, qualche anno fa- sono frutto di azioni compiute da persone con problemi comportamentali contemplati nel DSM, ma questa elementarissima spiegazione viene sistematicamente tralasciata: la demonizzazione dell'Altro è il primo e spesso unico criterio da seguire.

Sto pubblicando centinaia di foto, su http://www.iononstoconoriana.com; il mio blog è http://iononstoconoriana.blogspot.com. Il sito è nato una sera di luglio di due anni fa, per fare esplicitamente il verso ad un ultraminoritario gruppetto di fan di Oriana Fallaci che ha potuto contare su una copertura mediatica assolutamente sproporzionata alla numerosità... per tacere dei meriti e delle competenze. Da questo ha preso una strada più autonoma, diventando una via di mezzo tra un sito documentale -ci sono anche recensioni librarie- ed un blog. Per dare maggiore visibilità ai contenuti vi ho aggiunto, a novembre 2008, un blog vero e proprio.
Buona lettura.

La mia impressione è comunque che uno storico del futuro che considerasse i primi anni del XXI secolo, dovrebbe concluderne che la Repubblica Islamica dell'Iran si distingueva per la ricerca intrapresa nel campo delle energie alternative (nessuno parla degli impianti eolici vicino a Rasht), la Repubblica Popolare Cinese per la tumultuosa industrializzazione, e lo stato che occupa la penisola italiana per Toto Cutugno.
E questo è esattamente quello che i suoi sudditi si meritano. Tanto, più in là del pallone, della prugna e degli spaghetti proprio non ci vanno.

Io non sto con Oriana - 18/4/2009 - 10:36


Ebbene, a parte l'idilliaco quadro fatto di sopra, se una religione manda a morte e chiama "apostata" un soggetto solo perche' ne abbraccia un' altra ha ben poco da essere decantata come campione di una presunta "tolleranza".
E questo Signori avviene nell' Islam ogni giorno. E non riavvolgiamo la frittata per favore. Si guardi un po' a quello che si potre definire qui come un' eccezione che conferma la regola : (link). Negli altri stati ci sono ambigue "leggi anti conversione" e "antiblasfemia" che sono un' autentica minaccia alla liberta' dei singoli : (link), capirete perche' dico orgogliosamente ai fautori di sto fantomatico "dialogo inrereligioso" che di fronte all' ipocrisia io non ho niente da "dialogare" sia con gli islamici che con quei
gentili signori che in Orissa stanno perseguitando e assassinando i locali cristiani. In hoc signo vinces !

Don Curzio - 18/4/2009 - 11:29


Ecco, giustappunto. Credo che commento più adeguato di quello di Iononstoconoriana non vi potesse essere in risposta alle affermazioni di Don Curzio. Il quale, mi corre l'obbligo di dire, qui mi ha vagamente deluso in quanto non mi aspettavo che ricorresse ad argomentazioni che oramai sono buone soltanto per i rotocalchi balneari tipo "Gente" o "Chi". Sostengo che una buona parte delle persone che si dedicano a tali commenti dovrebbe prendere armi e bagagli e andare a controllare di persona, elaborando poi il tutto con la propria capacità di analisi e osservazione. Senza farsela "mediare" da tragici preconcetti dai quali tutti, e ribadisco tutti, dovremmo imparare una buona volta a immunizzarci quali che siano le nostre idee, ideologie e visioni del mondo e della società. Proprio per questo, poiché io in quei paesi non ci sono mai stato, ho "passato la palla" a chi non solo ci è stato, ma che possiede in abbondanza tutte quelle capacità di cui sopra. La mia esperienza diretta, invece, è nella ex Jugoslavia, dove ho visto coi miei occhi ciò che hanno combinato fior di "cristiani" ai danni di una popolazione musulmana peraltro altamente laicizzata, che viveva in santa pace e che mai si era sognata qualcosa che somigliasse pur vagamente a un bruciorino integralista.

Riccardo Venturi - 18/4/2009 - 13:37


Vediamo di intenderci un momento.
Io non mi sognerei mai di negare che nella Repubblica Islamica dell'Iran non si impicchi la gente. Decine di persone ogni anno. Mi limito a far notare che se i sudditi dello stato che occupa la penisola italiana fossero lasciati liberi di agire, ci sarebbero centinaia di linciaggi tutti i giorni. Perché "io gni dare' foho" è diventata la risposta standard e la risoluzione standard per qualunque tipo di problema, dall'uxoricidio al sorpasso da destra.
La fine di un periodo scellerato all'insegna dello spreco -io gli anni Ottanta me li ricordo anche troppo bene- è stata metabolizzata da troppe persone dando fondo alle scorte di una piccineria e di una crudeltà spicciola ed egoista che trova ormai una acritica condivisione sociale.
In altre parole, i sudditi sfoggiano competenze e "valori" da terzo mondo: la penisola italiana è l'unica realtà mondiale in cui l'ignoranza -sia in senso di non-erudizione che in senso di maleducazione pura e semplice- sia considerata un giustificativo, se non proprio un valore. In paesi più normali, come lo Yemen o il Tagikistan, essa è considerata per quello che è, ossia come una cosa di cui vergognarsi.
Bene: a fronte di "valori" e competenze da terzo mondo, i sudditi vorrebbero continuare ad ottenere stipendi e livelli di vita da primo mondo. Questo ora non è più possibile; essere giusto, non è mai stato giusto.
Vediamo anche di non farne una questione "cristianità contro islàmme" perché per considerare "cristiano" un volgo che bivacca tra pornografia e colesterolo ci vuole una bella dose di immaginazione.

Io non sto con Oriana - 18/4/2009 - 13:55


Tra parentesi: "In hoc signo vinces" mi ricorda neppure tanto vagamente lo slogan di una tifoseria di calcio. Non ci vedo sostanziali differenze con gli urli che si sentono allo stadio. Ci sarebbe poi da discutere su questo famoso slogan inventato da quel perfetto esempio di opportunismo che fu l'imperatore Costantino. Lo stesso vescovo Eusebio di Cesarea, l'unica fonte dell'episodio, nel raccontarlo mostrò un deciso scetticismo e dichiarò di credervi soltanto perché glielo aveva raccontato l'imperatore. Insomma, don Curzio: se vuoi fare l' "ultras di Cristo" coi relativi slogan, va anche bene; purché tu abbia ben presente che, qui dentro, nutriamo una scarsissima propensione per il "tifo" per qualsiasi religione; e, più che altro, che tendiamo a riportare gli scontri effettuati in nome di una qualsiasi "entità soprannaturale" alle sue vere cause, che sono sempre le stesse: fame, miseria, sfruttamento, ingiustizie sociali. La "religione" serve casomai a mascherare benissimo queste vere cause. Buona soltanto per essere data in pasto ai media criminali che abbiamo. Le "crociate" non ci appartengono, e per questo le sbeffeggiamo in ogni occasione che possiamo: bene ha fatto anche qui il perfido Scocciante. In ciò che viene chiamata "islamofobia", gli dèi sono soltanto la patina che nasconde quel che veramente c'è sotto.

Riccardo Venturi - 18/4/2009 - 14:06


Signori, stavamo parlando di certe leggi "contro la conversione e il proselitismo" che vanno alla grande nella stragrande maggioranza dei paesi maomettani, non esclusa la "laicissima" Turchia. E considero mancanza di rispetto verso quelle vittime strangolate, emarginate o costrette all' anonimato alla fuga altrove per aver "apostatato" semplicemente perche' la si è cambiata con un' altra, considerarle notizie per i giornaletti che Riccardo ha elencato sopra. Sara' che fra coloro che godono dei cosiddetti "diritti umani" non vi rientrano i cristiani ?
Di fatto, le comunita' cristiane perseguitate in Orissa e nel mondo non fanno tanto scalpore. E poi Riccardo, non vorrei che tu appartenessi a quel politicamente corretto che si lagna per gli "in hoc signo vinces" ma si cala le braghe di fronte agli "Allah akbar" e all' ipocrisia del politicamente corretto. Chiedo scusa per i miei toni ma non ho intenzioni malevoli. Ave.

Don Curzio - 18/4/2009 - 21:49


@ Io non sto con Oriana :

Non generalizziamo... del resto la colpa è' di ben due secoli di "progresso" ossia di sradicamento dei valori tradizionali e di secolarizzazione e infine della loro attuazione finale : "L' American Way of Life". Saluti !

Don Curzio - 18/4/2009 - 22:24


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