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Elaine Brown (Interlude)

Alicia Keys
Lingua: Inglese


Alicia Keys

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2016
Here
 Alicia Keys

Canzone dedicata a Elaine Brown, attivista per i diritti dei neri e dei carcerati, membro del Black Panther party, dal quale fuoriuscì per l'eccessivo sessismo e maschilismo, scrittrice e cantante Seize the Time (Vault, 1969) e Elaine Brown (Black Forum, 1973)
Okay, can I do one more? It's really quick.
So he said, "Blow black mother, black mother."
He always announce the title and say, "black mother."
This is rap, this is hip hop, this is all that, from the street.
Poetry from the street

Black mother, I must confess that I still breathe
Though you are not yet free
What could justify my prying?
Stop forgive my coward's heart
But blame me not for sheepish needs
While we sleeping in a deep-deep sleep
And I be hazed and dazed and
Fight especially for my hair
Black mother, I curse your drudging years
Your rapes, heart aches, sweat, and tears
But I swear on siege night
Dark and gloom
A rose I wear to honor you
And when I fall, a rose in hand
You will be free and amen for slave of [?]
Can't balance out the two damn flies
I'd rather be without the shame
A bullet lodged within my brain, black mother

inviata da Dq82 - 16/2/2017 - 10:59


Il secondo ed ultimo disco di Elaine Brown, quello del 1973, s'intitola semplicemente "Elaine Brown". "Until We're Free" è il titolo di un singolo promozionale estratto da quell'album.

Un disco del genere, poi, non poteva certamente essere prodotto direttamente dalla Motown - all'epoca già una grossa major - e infatti fu prodotto dalla Black Forum, label sussidiaria della casa di Berry Gordy, con all'attivo un pugno di dischi, più che altro poesia e spoken words politici afroamericani.

Bernart Bartleby - 16/2/2017 - 22:57


BB, la discografia l'avevo presa da en.wikipedia.org (possiamo discutere ore della precisione e autorevolezza di wiki, ma più o meno tutti tendiamo a dare credito a wiki, sopratutto quelle delle lingue più diffuse, e sulle quali c'è quindi maggior controllo), che cita a sua volta un articolo: Norwood, Quincy T. (2003) "Respect Her Gangsta!: A Review of the Music of Elaine Brown." non disponibile però liberamente su internet.
Discogs ovviamente conferma invece quanto dici.

Dq82 - 17/2/2017 - 13:06


Ciao Dq82, era solo una precisazione, e ho ritenuta di farla non per puntiglio o per farti una critica.

Il fatto è che:

1) Il titolo dell'album era sbagliato (è vero, usiamo tutti Wikipedia, ma ho imparato col tempo che lì dentro ci sono anche inesattezze quando non strafalcioni... meglio verificare.)
2) credo fosse interessante sottolineare che la più grande label di musica nera (e non solo) era costretta ad usare una sussidiaria per pubblicare certe cose.

Tutto qua.

Saluti

B.B. - 17/2/2017 - 18:03




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