Volano
sopra di noi
rondini di platino.
Statue che
somigliano a noi
contro il cielo piangono.
E la gente rimasta
ponti senza fiumi passerà,
chinando la testa
che un viso ormai più non avrà.
È una terra desolata, ed è la mia.
E non c'è la forza per andare via.
E la sabbia del silenzio copre ormai
il diamante stanco che è negli occhi miei.
Bruciano
carri d'argento
sopra le piramidi.
Cenere
vola nel vento,
chiude gli occhi agli angeli.
E la gente rimasta
in caverne d'ombra resterà,
chinando la testa
che le stelle in cielo più non sfiderà.
È una terra desolata, ed è la mia.
E non c'è la forza per andare via.
E la sabbia del silenzio copre ormai
il diamante stanco che è negli occhi miei.
sopra di noi
rondini di platino.
Statue che
somigliano a noi
contro il cielo piangono.
E la gente rimasta
ponti senza fiumi passerà,
chinando la testa
che un viso ormai più non avrà.
È una terra desolata, ed è la mia.
E non c'è la forza per andare via.
E la sabbia del silenzio copre ormai
il diamante stanco che è negli occhi miei.
Bruciano
carri d'argento
sopra le piramidi.
Cenere
vola nel vento,
chiude gli occhi agli angeli.
E la gente rimasta
in caverne d'ombra resterà,
chinando la testa
che le stelle in cielo più non sfiderà.
È una terra desolata, ed è la mia.
E non c'è la forza per andare via.
E la sabbia del silenzio copre ormai
il diamante stanco che è negli occhi miei.
inviata da Salvo Lo Galbo - 10/2/2017 - 08:26
Elicotteri durante la Guerra d'Africa?
A parte questo sfondone il brano è molto bello ed il significato profondo.
A parte questo sfondone il brano è molto bello ed il significato profondo.
Guido - 20/3/2020 - 21:51
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Parole: Valerio Negrini
Quarta treccia di “Opera prima” del 1971, la canzone ricorda i drammatici tre anni della “guerra nel deserto” (’40 – ’43) in Africa settentrionale, combattuta sui territori dell’Egitto, Libia, Algeria, Marocco e Tunisia, dall’esercito nazifascista tedesco, francese e italiano da un lato, e dall’altro, lo schieramento dei comandanti inglesi e statunitensi su tutti, con la partecipazione dell’africa francese, la Polonia, l’Australia, il Sudafrica, la Nuova Zelanda.
Tra aeroplani come rondini di platino, elicotteri in fiamme come carri d’argento che bruciano sopra le piramidi, e le carovane degli sfollati che attraverseranno “ponti senza fiumi”, significativi sono i versi “Statue che/ somigliano a noi/ contro il cielo piangono”. Si rimarca l’estraneità delle civiltà che assistevano a quel conflitto sul proprio suolo, senza prenderne parte e sapendo d’essere la preda futura di uno dei due schieramenti. Nessun buono, quindi, tra i gli eserciti contendenti. Cacciatori di colonie d’ambo le parti.
Nessun riferimento specifico alla “Terra desolata” di T.S. Eliot, dal cui poemetto viene preso in prestito il titolo, ma Valerio Negrini cita la caverna di Platone, con le “grotte oscure” entro le quali il popolo sarà condannato a ignorare per tanto tempo ancora le ragioni di tanto massacro, tutte interne alle politiche imperialistiche.
(Salvo Lo Galbo)