Sono nostri questi figli, non della guerra
sono nostre queste mani, questo cielo, questa terra
questo nostro immenso amore che rifiuta le parole
e nell'azione trovò forza, germogliando in grande unione
con occhi asciutti e senza sogni
niente santi ma a denti stretti
gettarono vanghe e impugnarono fucili
al fianco di partigiani contadini
per scelta di un giusto ideale
e non per paura del nazista invasore
o del fascio traditore
Non da meno le donne staffette
che il coraggio rendeva più belle
in sella a bici come farfalle
avevano ruoli molto importanti
con messaggi tra i capelli
ingannavano la sorveglianza
con sporte cariche di frutti
celavano bombe e munizioni
per i fratelli combattenti
che il 25 aprile
tornarono a casa vincenti
sono nostre queste mani, questo cielo, questa terra
questo nostro immenso amore che rifiuta le parole
e nell'azione trovò forza, germogliando in grande unione
con occhi asciutti e senza sogni
niente santi ma a denti stretti
gettarono vanghe e impugnarono fucili
al fianco di partigiani contadini
per scelta di un giusto ideale
e non per paura del nazista invasore
o del fascio traditore
Non da meno le donne staffette
che il coraggio rendeva più belle
in sella a bici come farfalle
avevano ruoli molto importanti
con messaggi tra i capelli
ingannavano la sorveglianza
con sporte cariche di frutti
celavano bombe e munizioni
per i fratelli combattenti
che il 25 aprile
tornarono a casa vincenti
inviata da dq82 - 12/1/2017 - 13:02
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2014
Esiste chi Resiste
Testo di Alessandro Caporossi
Testo fornitoci direttamente dai Gasparazzo (nella persona di Generoso Pierascenzi), Ringraziamo immensamente, sperando di far conoscere questo splendido disco a quante più persone possibili
da “Nessuno ha mai visto Dio” di Gabriella Caramore
La zona intorno a Modena e Reggio Emilia , verso il territorio di pianura e Nonantola, da quel fatidico 8 settembre 1943, ha conosciuto momenti di violenza e di lacrime, di atti di coraggio e di abnegazione che non devono essere cancellati. Non diversamente da altri paesi, ha visto i suoi figli combattersi e uccidersi, ha visto l’odio che “…si sfrena tra i fratelli in ira a morte…” (Ungaretti- Mio fiume anche tu); ha visto nuclei familiari brutalmente scomparire per sempre, mentre “…un gemito d’agnelli si propaga smarrito per le strade esterrefatte…”
Però, diversamente da Quasimodo, non penso che si debbano appendere “alle fronde dei salici…” le cetre, soprattutto in quei momenti tremendi; la parola, la poesia, la musica devono risuonare e poi mantenere viva la memoria, affinché chi è vissuto ed è morto per i valori in cui credeva, sia veramente esistito.
Le canzoni che sono raccolte in questo CD mi sembrano la strada giusta per il ricordo, sono una piccola antologia di Spoon River ; ognuna di loro è un epitaffio che sintetizza un momento significativo dell’esistenza di essere umano, nel quale la collettività si riconosce e che diventa fondamenta sulla quale ricostruire un’umanità che sembrava perduta.
“Appunti sui brani dedicati alla Resistenza”
Professoressa Mina Giunchi
Villa Emma - Rosso albero - La notte di San Giovanni - Staffette - Le tane - La grotta - Tira - La torre - Bussina - Vercallo - Navicello - Avanti lavativi! - Eco nel vuoto - Campazzo - Cortogno - Il sipario
È nella campagna che si sviluppa maggiormente la lotta partigiana di questa fetta del paese. Le case dei contadini sono luogo di riunione e rifugio, molti coloro che lasciano le zappe e le vanghe per imbracciare i fucili. Ma anche le donne non sono da meno ( per tutte occorre ricordare Tina Anselmi che, giovanissima, scelse di essere una “staffetta” partigiana). A loro, al coraggio, alla fantasia, alla intraprendenza si deve il successo di azioni di sabotaggio e di collegamento tra uomini e luoghi distanti. A piedi o in sella alla bicicletta hanno costituito il collante dei combattenti.