Compagni!
onore al lavoro!
che in alto sventoli la nostra bandiera!
ma che in basso profondo affondi l’aratro
le nostre braccia, il nostro lavoro
la nostra forza, la solidarietà!
che la terra sia patria di tutti,
che chi la lavora raggolga i suoi frutti,
che la giustizia trionfi
senza il borghese,
senza padroni che avanzan pretese.
compagni! braccianti!
ma lo vedete in quanti siamo?
capite che è ormai vicino il nostro tempo?
la via del socialismo è una strada
larga quanto la nostra pianura!
dov’è oggi la fede nel nostro ideale
dov’è la fiducia nel nostro lavoro
è schiacciata da un colpo feroce e brutale
o si inchina servile al piacere del nuovo?
abbasso lo sguardo alle case
e cosa mi appare?
profili di gente che tace
la vita che scorre normale...
non sentite la mia voce?
non vedete girare l’orologio del cuore?
io sono la torre, sono incrollabile
mentre tutti chinano il capo
sono uno sguardo rivolto al futuro
una speranza per chi domani
umiliato, offeso o deriso
levando uno sguardo al cielo
ritroverà il mio destino.
Io vi vedo dall’alto
io so, ma sono solo...
e da solo non si può lottare
perchè la lotta è unione,
discussione,condivisione.
condivisione di gioie,
e sono gioie che gonfiano
come vele le nostre bandiere
e ti portano a parlare per ore nelle piazze
lungo i fossi, in mezzo ai campi,
a salutare cantando e ridendo la sera,
che arriva danzando mai uguale e leggera.
ora invece tutto è buio
anche la notte è in camicia nera
la luna ha il profilo brutale del duce
le stelle son occhi assassini in attesa
e quando arrivano con volti deformi
con bocche eccitate da un odio servile
e picchiano, sputano, insultano, ridono
il silenzio rimane non han niente da dire...
io sono la torre, sono incrollabile
questo è il pugno che si ancora al cielo
è la coscienza di un uomo sereno
una quercia che mette radici
profonde,reali,tenaci
non teme la nera tempesta
nutre le idee di chi resta...
non sono le loro botte a spaventarmi
possono anche massacrarmi
ma le mie idee non moriranno mai
c’è un vuoto che mi circonda
è questo silenzio, il silenzio dei nemici di oggi
ma è anche il silenzio dei compagni di ieri
è questa stanza che si chiude
gli angoli che scompaiono nel buio
il tempo come una palude
nel silenzio che opprime
affondo, affondo
come posso resistere da solo
affondo, affondo
non posso resistere
ma poi tendo la mano...
io sono la torre, sono incrollabile
mentre tutti chinano il capo
sono uno sguardo rivolto al futuro
una speranza per chi domani
umiliato, offeso o deriso
levando uno sguardo al cielo
ritroverà il mio destino.
onore al lavoro!
che in alto sventoli la nostra bandiera!
ma che in basso profondo affondi l’aratro
le nostre braccia, il nostro lavoro
la nostra forza, la solidarietà!
che la terra sia patria di tutti,
che chi la lavora raggolga i suoi frutti,
che la giustizia trionfi
senza il borghese,
senza padroni che avanzan pretese.
compagni! braccianti!
ma lo vedete in quanti siamo?
capite che è ormai vicino il nostro tempo?
la via del socialismo è una strada
larga quanto la nostra pianura!
dov’è oggi la fede nel nostro ideale
dov’è la fiducia nel nostro lavoro
è schiacciata da un colpo feroce e brutale
o si inchina servile al piacere del nuovo?
abbasso lo sguardo alle case
e cosa mi appare?
profili di gente che tace
la vita che scorre normale...
non sentite la mia voce?
non vedete girare l’orologio del cuore?
io sono la torre, sono incrollabile
mentre tutti chinano il capo
sono uno sguardo rivolto al futuro
una speranza per chi domani
umiliato, offeso o deriso
levando uno sguardo al cielo
ritroverà il mio destino.
Io vi vedo dall’alto
io so, ma sono solo...
e da solo non si può lottare
perchè la lotta è unione,
discussione,condivisione.
condivisione di gioie,
e sono gioie che gonfiano
come vele le nostre bandiere
e ti portano a parlare per ore nelle piazze
lungo i fossi, in mezzo ai campi,
a salutare cantando e ridendo la sera,
che arriva danzando mai uguale e leggera.
ora invece tutto è buio
anche la notte è in camicia nera
la luna ha il profilo brutale del duce
le stelle son occhi assassini in attesa
e quando arrivano con volti deformi
con bocche eccitate da un odio servile
e picchiano, sputano, insultano, ridono
il silenzio rimane non han niente da dire...
io sono la torre, sono incrollabile
questo è il pugno che si ancora al cielo
è la coscienza di un uomo sereno
una quercia che mette radici
profonde,reali,tenaci
non teme la nera tempesta
nutre le idee di chi resta...
non sono le loro botte a spaventarmi
possono anche massacrarmi
ma le mie idee non moriranno mai
c’è un vuoto che mi circonda
è questo silenzio, il silenzio dei nemici di oggi
ma è anche il silenzio dei compagni di ieri
è questa stanza che si chiude
gli angoli che scompaiono nel buio
il tempo come una palude
nel silenzio che opprime
affondo, affondo
come posso resistere da solo
affondo, affondo
non posso resistere
ma poi tendo la mano...
io sono la torre, sono incrollabile
mentre tutti chinano il capo
sono uno sguardo rivolto al futuro
una speranza per chi domani
umiliato, offeso o deriso
levando uno sguardo al cielo
ritroverà il mio destino.
inviata da dq82 - 11/1/2017 - 22:33
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2014
Esiste chi Resiste
Testo di Alessandro Caporossi
Testo fornitoci direttamente dai Gasparazzo (nella persona di Generoso Pierascenzi), Ringraziamo immensamente, sperando di far conoscere questo splendido disco a quante più persone possibili
da “Nessuno ha mai visto Dio” di Gabriella Caramore
La zona intorno a Modena e Reggio Emilia , verso il territorio di pianura e Nonantola, da quel fatidico 8 settembre 1943, ha conosciuto momenti di violenza e di lacrime, di atti di coraggio e di abnegazione che non devono essere cancellati. Non diversamente da altri paesi, ha visto i suoi figli combattersi e uccidersi, ha visto l’odio che “…si sfrena tra i fratelli in ira a morte…” (Ungaretti- Mio fiume anche tu); ha visto nuclei familiari brutalmente scomparire per sempre, mentre “…un gemito d’agnelli si propaga smarrito per le strade esterrefatte…”
Però, diversamente da Quasimodo, non penso che si debbano appendere “alle fronde dei salici…” le cetre, soprattutto in quei momenti tremendi; la parola, la poesia, la musica devono risuonare e poi mantenere viva la memoria, affinché chi è vissuto ed è morto per i valori in cui credeva, sia veramente esistito.
Le canzoni che sono raccolte in questo CD mi sembrano la strada giusta per il ricordo, sono una piccola antologia di Spoon River ; ognuna di loro è un epitaffio che sintetizza un momento significativo dell’esistenza di essere umano, nel quale la collettività si riconosce e che diventa fondamenta sulla quale ricostruire un’umanità che sembrava perduta.
“Appunti sui brani dedicati alla Resistenza”
Professoressa Mina Giunchi
Villa Emma - Rosso albero - La notte di San Giovanni - Staffette - Le tane - La grotta - Tira - La torre - Bussina - Vercallo - Navicello - Avanti lavativi! - Eco nel vuoto - Campazzo - Cortogno - Il sipario
Immagino la Torre dei Modenesi a Nonantola e la vedo con gli occhi che spaziano intorno.
Ella osserva il lavoro faticoso dei contadini, che anelano giustizia e che invece sono asserviti e brutalizzati. Il nero che avvolge la notte ammanta dello stesso colore tutte le cose, le azioni e pensieri dell’uomo. Anche la torre solitaria sembra sprofondare nella palude e nella melma. Ma la sua cima continua a protendersi verso il cielo e quindi verso un domani: è come la scala di Giacobbe che avvicina al positivo e alla luce.
Esiste anche un'altra Torre dei Modenesi, a Finale nell'Emilia, crollata con il terremoto