Da quando non ci sei,
la luna piange rosa.
Un corvo nero vola
sopra la città,
il corvo ha un becco d'oro,
un becco tutto d'oro,
vedessi come splende
nell'oscurità.
Bologna non c'è più,
se l'hanno presa loro,
È un cumulo di noia
che spendi e paghi caro.
Bologna è una carogna
che non ti vuole vivo,
da quando non ci sei
Bologna non c'è più.
Per noi che siamo qui
nel letto del diavolo,
noi che prendiamo tempo
e non vediamo l'ora,
per noi quello che resta
è l'ombra di una vita,
vuoi mettere risorgere.
Paz.
la luna piange rosa.
Un corvo nero vola
sopra la città,
il corvo ha un becco d'oro,
un becco tutto d'oro,
vedessi come splende
nell'oscurità.
Bologna non c'è più,
se l'hanno presa loro,
È un cumulo di noia
che spendi e paghi caro.
Bologna è una carogna
che non ti vuole vivo,
da quando non ci sei
Bologna non c'è più.
Non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
Per noi che siamo qui
nel letto del diavolo,
noi che prendiamo tempo
e non vediamo l'ora,
per noi quello che resta
è l'ombra di una vita,
vuoi mettere risorgere.
Paz.
Non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
Non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
Non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
Non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
Non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
Lingua: Italiano
La versione di Graziano Romani con i Gang nell'album A ruota libera / Freewheeling: the duet album (2018).
La strofa inedita è di Graziano Romani. Al sax Max Marmiroli
La strofa inedita è di Graziano Romani. Al sax Max Marmiroli
Da quando non ci sei,
la luna piange rosa.
Un corvo nero vola
sopra la città,
il corvo ha un becco d'oro,
un becco tutto d'oro,
vedessi come splende
nell'oscurità.
Bologna non c'è più,
se l'hanno presa loro,
È un cumulo di noia
che spendi e paghi caro.
Bologna è una carogna
che non ti vuole vivo,
da quando non ci sei
Bologna non c'è più.
Da quando non ci sei
il cielo è un po' più vuoto
la strada si è interrotta
con un bruusco addio
la realtà e le nuvole
le storie che hai narrato
sono la nostra storia,
un grande Tazebao
Per noi che siamo qui
nel letto del diavolo,
noi che prendiamo tempo
e non vediamo l'ora,
per noi quello che resta
è l'ombra di una vita,
vuoi mettere risorgere.
Paz.
la luna piange rosa.
Un corvo nero vola
sopra la città,
il corvo ha un becco d'oro,
un becco tutto d'oro,
vedessi come splende
nell'oscurità.
Bologna non c'è più,
se l'hanno presa loro,
È un cumulo di noia
che spendi e paghi caro.
Bologna è una carogna
che non ti vuole vivo,
da quando non ci sei
Bologna non c'è più.
Non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
Da quando non ci sei
il cielo è un po' più vuoto
la strada si è interrotta
con un bruusco addio
la realtà e le nuvole
le storie che hai narrato
sono la nostra storia,
un grande Tazebao
Non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
Per noi che siamo qui
nel letto del diavolo,
noi che prendiamo tempo
e non vediamo l'ora,
per noi quello che resta
è l'ombra di una vita,
vuoi mettere risorgere.
Paz.
Non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
Non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
Non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
Non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
Non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
non ti sei perso niente,
Paz.
inviata da Dq82 - 3/11/2018 - 10:42
Lingua: Italiano
Nell'introduzione si dice che è l'unica canzone dedicata ad Andrea Pazienza, era vero quando è stata composta la canzone, ma non quando è stata contribuita.
Marco Cantini ha scritto Pazienza in "Siamo noi quelli che aspettavamo" (2016)
Marco Cantini ha scritto Pazienza in "Siamo noi quelli che aspettavamo" (2016)
PAZIENZA
Ritornò a Montepulciano da un viaggio in Brasile
ma l'esilio forzato dei tempi non era poi male
le colline toscane, due cani o una pioggia violenta
dopo Gladio sulla rivoluzione il volto di Betta
tra alienati dissidenti e perduti
in un giorno dentro una trattoria in via Solferino
lei aveva 18 anni e un altro destino
e viveva con madre e fratello dentro un monolocale
li era già ribellismo e utopia, anfetaminico umore
disperato innocente viaggiare
Noi che lo abbiamo conosciuto,
riconosciuto da un primo piano a punto d'infinito
Noi fanali di notte dove sopra è ancora blu
ora è dolcissimo non appartenerci più
Quando il narcon(*) lo tolse dal coma cercò la paura
da meduse di porpora fresche che nuotavano in fila
mentre fuori la rivolta esplodeva, lui ne era il cantore
e noi piccole fiamme lucenti di mosche mature
di dolenti rggiti e macerie
Noi che lo abbiamo conosciuto,
riconosciuto da un primo piano a punto d'infinito
Noi fanali di notte dove sopra è ancora blu
ora è dolcissimo non appartenerci più
Ma quel giorno del suo matrimonio come al suo funerale
d'improvviso il sole si arrese da un temporale
e San Biagio la cattedrale nel verde senese
vide l'ultimo figlio dei sogni, le avanguardie sospese
e così ci vinse la più bella striscia di fumo sulla terra
Ritornò a Montepulciano da un viaggio in Brasile
ma l'esilio forzato dei tempi non era poi male
le colline toscane, due cani o una pioggia violenta
dopo Gladio sulla rivoluzione il volto di Betta
tra alienati dissidenti e perduti
in un giorno dentro una trattoria in via Solferino
lei aveva 18 anni e un altro destino
e viveva con madre e fratello dentro un monolocale
li era già ribellismo e utopia, anfetaminico umore
disperato innocente viaggiare
Noi che lo abbiamo conosciuto,
riconosciuto da un primo piano a punto d'infinito
Noi fanali di notte dove sopra è ancora blu
ora è dolcissimo non appartenerci più
Quando il narcon(*) lo tolse dal coma cercò la paura
da meduse di porpora fresche che nuotavano in fila
mentre fuori la rivolta esplodeva, lui ne era il cantore
e noi piccole fiamme lucenti di mosche mature
di dolenti rggiti e macerie
Noi che lo abbiamo conosciuto,
riconosciuto da un primo piano a punto d'infinito
Noi fanali di notte dove sopra è ancora blu
ora è dolcissimo non appartenerci più
Ma quel giorno del suo matrimonio come al suo funerale
d'improvviso il sole si arrese da un temporale
e San Biagio la cattedrale nel verde senese
vide l'ultimo figlio dei sogni, le avanguardie sospese
e così ci vinse la più bella striscia di fumo sulla terra
(*) nel testo "Narcon". In realtà il farmaco si chiama "Narcan", nome commerciale del "naloxone, antagonista puro degli oppioidi che si usa in caso di overdose da eroina o morfina
inviata da Dq82 - 3/11/2018 - 10:59
Lingua: Italiano
Dedicata all'esperienza di Frigidaire, e quindi indirettamente anche ad Andrea Pazienza, questa canzone sempre di Marco Cantini, nel medesimo album:
Marco Cantini in "Siamo noi quelli che aspettavamo" (2016)
feat. Erriquez e Luca Lanzi
Marco Cantini in "Siamo noi quelli che aspettavamo" (2016)
feat. Erriquez e Luca Lanzi
CINQUE RAGAZZI
Hai mai sentito parlare di Stefano Tamburini
e di un rozzo androide che un giorno si inventò
viveva per l'azione e l'arma era il fumetto
dall'ala più dannata di un intero movimento
Hai mai voluto sapere di una resa invincibile
un maggiolone che sfondava il guard rail
la storia di un manipolo di folli senza limiti
cinque giovani vite da Majakowski a Jo Basquiat
Mesi di rivolte, fiorì una rivista feroce
nell'impeto punk e si aprì una strada scintillante e brada
mentre un senso transcolora vibra nelle vene ancora
l'urla di una memorabile poesia
Hai sentito parlare del sogno di via .... 2
varcò la porta rossa aperta 24 ore
se Alice è il diavolo e gli studenti il cancro
non era uno sprazzo ma il vero e solo inizio
Dalle coscienze autoblindate un gesto di coerenza
come la morte s'introduce nella sopravvivenza
mentre un senso transcolora vibra nelle vene ancora
l'urla di una memorabile poesia
mentre un senso transcolora vibra nelle vene ancora
l'urla di una memorabile poesia
Hai mai sentito parlare di Stefano Tamburini
e di un rozzo androide che un giorno si inventò
Hai mai sentito parlare di Stefano Tamburini
e di un rozzo androide che un giorno si inventò
viveva per l'azione e l'arma era il fumetto
dall'ala più dannata di un intero movimento
Hai mai voluto sapere di una resa invincibile
un maggiolone che sfondava il guard rail
la storia di un manipolo di folli senza limiti
cinque giovani vite da Majakowski a Jo Basquiat
Mesi di rivolte, fiorì una rivista feroce
nell'impeto punk e si aprì una strada scintillante e brada
mentre un senso transcolora vibra nelle vene ancora
l'urla di una memorabile poesia
Hai sentito parlare del sogno di via .... 2
varcò la porta rossa aperta 24 ore
se Alice è il diavolo e gli studenti il cancro
non era uno sprazzo ma il vero e solo inizio
Dalle coscienze autoblindate un gesto di coerenza
come la morte s'introduce nella sopravvivenza
mentre un senso transcolora vibra nelle vene ancora
l'urla di una memorabile poesia
mentre un senso transcolora vibra nelle vene ancora
l'urla di una memorabile poesia
Hai mai sentito parlare di Stefano Tamburini
e di un rozzo androide che un giorno si inventò
inviata da Dq82 - 29/12/2018 - 12:50
Al violino dovrebbe essere Andrea Verde, violinista e mandolinista nei Ned Ludd
Dq82 - 23/12/2016 - 22:48
Permettimi di dubitarne alquanto. A parte che, dal punto di vista del testo, un'ipotetica c'entrerebbe poco o nulla, è anche assai probabile che i Gang, marchigiani ma dalla pronuncia simil-romanesca, avrebbero detto [sell'hanno] nel caso di un'ipotetica. Una cosa però te la garantisco: la prossima volta che li vedo, glielo chiedo. Salud!
Riccardo Venturi - 24/12/2016 - 17:53
Andando a rileggere i testi nel libretto del CD confermo il "se l'hanno presa loro"
Dq82 - 29/12/2018 - 12:59
Grazie per aver segnalato la mia canzone dedicata ad Andrea Pazienza. È vero, nel testo dico "narcon" e non "narcan". La scelta è voluta, in quanto si tratta di una fedele citazione tratta da "Gli ultimi giorni di Pompeo" nel quale Pazienza, in una sorta di slang che spesso utilizzava all'interno delle sue storie, storpia volutamente il nome del farmaco (probabilmente nel modo che lui usava pronunciarlo).
Un caro saluto.
Marco Cantini
Un caro saluto.
Marco Cantini
Marco Cantini - 24/12/2019 - 00:07
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Sandro e Marino Severini (Gang)
Album: ControVerso
Per chi magari non lo sapesse, questa è l'unica canzone al mondo, per quanto se ne sappia, dedicata a Andrea Pazienza. E'anche l'unica canzone in Italia dove si dice "se l'hanno presa loro", per un motivo abbastanza ignoto perché "se la son presa loro" sarebbe comunque entrato nella metrica; una canzone, insomma, con un vero e proprio ἅπαξ λεγόμενον. Fa parte originariamente dell'album dei Gang ControVerso, del 2000; da poco, Bologna se l'avevano presa loro, vale a dire la destra, nel giugno del 1999. Poi, dicono, è ritornata a sinistra (dobbiamo ridere?). Da allora, come tutti sanno, la luna piange rosa; e il Paz non s'è perso niente. Siamo noialtri che abbiamo perso lui; e, ogni tanto, si ricanta la sua canzone. [RV]
Paz interpretata da un supergroup di eccezione: i Gang (Sandro e Marino Severini), Gianluca Spirito e Andrea Verde (dei Ned Ludd), Stefano Arrighetti (presidente dell'Istituto De Martino), Riccardo Venturi e altri. Si riconosce anche la voce di Io Non Sto Con Oriana. Sesto Fiorentino, 13 dicembre 2015.