Whaur hae ye been, my canny hinny?
Whaur hae ye been, my winsome man?
Whaur hae ye been, my canny hinny?
Whaur hae ye been, my winsome man?
I've been tae the nor'ard, cruisin' back and for'ard,
I've been tae the nor'ard, cruisin' sair and lang.
I've been tae the nor'ard, cruisin' back and for'ard,
But I daur not gang ashore for fear of Bover and his gang.
Whaur hae ye been, my winsome man?
Whaur hae ye been, my canny hinny?
Whaur hae ye been, my winsome man?
I've been tae the nor'ard, cruisin' back and for'ard,
I've been tae the nor'ard, cruisin' sair and lang.
I've been tae the nor'ard, cruisin' back and for'ard,
But I daur not gang ashore for fear of Bover and his gang.
inviata da Bernart Bartleby - 28/11/2016 - 09:05
Lingua: Italiano
Traduzione italiana di Riccardo Venturi
Piacenza, 28 novembre 2016
Piacenza, 28 novembre 2016
IL CAPITANO BOVER
Dove sei stato, caro mio dolce e gentile? [1]
Dove sei stato, mio uomo delizioso? [2]
Dove sei stato, caro mio dolce e gentile?
Dove sei stato, mio uomo delizioso?
Son stato verso nord, incrociando avanti e indietro,
Son stato verso nord, incrociando parecchio [3] e a lungo.
Son stato verso nord, incrociando avanti e indietro
Ma non oso sbarcare per paura di Bover e della sua banda.
Dove sei stato, caro mio dolce e gentile? [1]
Dove sei stato, mio uomo delizioso? [2]
Dove sei stato, caro mio dolce e gentile?
Dove sei stato, mio uomo delizioso?
Son stato verso nord, incrociando avanti e indietro,
Son stato verso nord, incrociando parecchio [3] e a lungo.
Son stato verso nord, incrociando avanti e indietro
Ma non oso sbarcare per paura di Bover e della sua banda.
[1] Traduzione per rendere il senso, lett. “mio gentile/piacevole/gradevole miele” (hinny = ingl. honey)
[2] winsome “piacevole, delizioso” < ingl. antico wynsum < wynn “bellezza, piacere” (etimologicamente connesso col latino vēnus e, quindi, con il nome della dea Venere).
[3] In inglese standard, sore significa: “doloroso; irritato; estremo, intenso” (ecc.); in scozzese, il corrispondente sair è comune avverbo per “molto, moltissimo, parecchio” e si confronta quindi direttamente coll’avverbio tedesco sehr dei superlativi (sehr wichtig ecc.). Il significato originario pare essere quello di “ferita” (svedese sår).
[2] winsome “piacevole, delizioso” < ingl. antico wynsum < wynn “bellezza, piacere” (etimologicamente connesso col latino vēnus e, quindi, con il nome della dea Venere).
[3] In inglese standard, sore significa: “doloroso; irritato; estremo, intenso” (ecc.); in scozzese, il corrispondente sair è comune avverbo per “molto, moltissimo, parecchio” e si confronta quindi direttamente coll’avverbio tedesco sehr dei superlativi (sehr wichtig ecc.). Il significato originario pare essere quello di “ferita” (svedese sår).
Ho selezionato come lingua l'inglese perchè siamo qui nel 700 avanzato, ma molti termini nella canzone mi sembrano proprio "Ænglisc", vero Riccardo? O sbaglio?
Saluti
Saluti
B.B. - 28/11/2016 - 09:08
Gnognò, BB...la ballata è in scozzese. Il quale, questo è vero, è sempre molto arcaico nel suo aspetto (ma questo anche tuttora) e nella sua terminologia (ad esempio, al posto di "must" usa "maun", che si rifà direttamente al norreno / islandese munu "dovere", ecc.). In effetti, lo scozzese è rimasto molto più vicino all'anglosassone di quanto non lo sia rimasto l'inglese standard. Lo scozzese lo riconosci spesso per la sua tendenza a eliminare certe consonanti tra due vocali: ad esempio qui hai il comunissimo "hae" per "have". Un'altro "hint": se trovi un'onnipresenza di "au" (qui "daur" = "dare", osare) e "ui" (ad es. "luik" per "look", "guid" per "good" ecc.), è scozzese al 100%. In linea di massima, il testo è perfettamente in linea con lo scozzese settecentesco (un'epoca d'oro della lingua). Salud!
Riccardo Venturi - 28/11/2016 - 19:03
I'm fucking sorry! E' che ho pensato che nelle terra dei Geordies non si parlasse lo scozzese (o non furono sempre acerrimi nemici?) e che nella parlata locale fosse invece rimasto molto dell'anglo-sassone delle origini.
Grazie per aver risposto al mio interrogativo e corretto l'errore.
Saluti
Grazie per aver risposto al mio interrogativo e corretto l'errore.
Saluti
B.B. - 28/11/2016 - 21:22
Ma guarda che nella terra dei Geordies, il dialetto storico è già una via di mezzo tra i dialetti inglesi propriamente detti e quelli scozzesi. Inoltre bisognerebbe stabilire con certezza da dove provenisse questa versione della ballata; niente vieta, ad esempio, che il cantore di strada dal quale l'uomo politico di Castelnuovo sulla Tyne l'aveva sentita, fosse scozzese di origine. I cantori di strada provenivano comunque quasi sempre da zone rurali, e la ballata è un genere rurale; non bisogna mai pensare a una parlata di città, per una ballata. Le questioni sono, ovviamente, molto complesse, specie per quanto riguarda quella zona che in senso lato è detta "Scottish Border" (la quale, per altro, ha anche un genere di ballate tutto a se stante). L'anglosassone delle origini è comunque ben più presente, a livello fonologico e morfosintattico, nello scozzese storico. Però il dialetto storico del Northumberland, o Northumbria, del quale Newcastle ha fatto parte circa fino al 1400, è assai vicino allo scozzese; ed anche in epoca anglosassone, il Northumbrian (Northymbrisc) era una parlata che si distingueva parecchio dal resto dei dialetti meridionali (kentiano ecc.). Questo per dirti che le differenziazioni dialettali esistevano anche in epoca "Ænglisc", e ben chiare. Se vai a vedere un testo in anglosassone northumbriano, si possono già vedere caratteristiche dello scozzese più tardo. Ma non ti voglio incasinare una questione già di per sé parecchio complessa. Una regola d'oro però: mai legare automaticamente un dato testo alla zona o alla città dov'è stato raccolto. Il caso limite, anche se in ambito differente, è quello dei testi classici della letteratura gallese: provengono quasi tutti non dal Galles, ma dalla Scozia. Salud!
Riccardo Venturi - 28/11/2016 - 21:57
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Una ballata raccolta da John Stokoe nel suo “Songs and Ballads of Northern England”, 1899.
Si tratta certamente del frammento di una canzone più lunga, che Stokoe apprese da Thomas Doubleday, un uomo politico di Newcastle-on-Tyne, che a sua volta l’aveva sentita da una cantante di strada.
Testo trovato su English Folk Music
Interpretata da molti artisti: The High Level Ranters, Ray Fisher, Corrina Heward e Kathryn Tickell, Graham and Sam Pirt…
Il capitano Bover, di nome John, è un personaggio realmente esistito, un ufficiale della Royal Navy che operò nella contea di Tyne and Wear nella seconda metà del 700. Era molto temuto dai locali, in particolare dai barcaioli che lavoravano al trasporto del carbone e delle merci sul fiume Tyne, perché tra i compiti affidati a Bover e ai suoi soldati, una vera e propria press-gang, era quello di reclutare, anche con la forza, uomini per la flotta di Sua Maestà, un incarico che Bover pare eseguì con efficienza, scrupolo ed estrema violenza.
Sulla cattedrale di St. Nicholas a Newcastle c’è una targa commemorativa di John Bover, trapassato nel 1782 all’età di 68, dove il capitano viene ricordato dalla sua famiglia per aver svolto con grande credito l’arduo compito del comando in quel porto. Dalla gente del Tyne and Wear fu invece sempre ricordato con odio.
Sono molte le canzoni sull’ “impressment” già presenti sulle CCG. Segnalo in particolare, per affinità con la seguente, Here's the Tender Coming.