Il n’avait pas trente ans, le cœur plein d’espérance
Plein de patriotisme et d’abnégation,
Quand les bourreaux français tranchèrent l’existence
De ce grand citoyen, de ce fier champion.
C’est pour la Commune égorgée
Qu’il est mort frappé par la loi.
Ô Rossel, mon enfant, ta mort sera vengée,
Ô martyr, dors en paix, dors en paix,
La France pense à toi.
On l’a fait fusiller comme un coupable infâme,
Comme s’il eût commis des crimes inouïs,
Ce fier vaillant soldat qui n’avait dans son âme
Que trop d’amour, hélas ! pour son pauvre pays
Il est mort glorieux pour le salut du monde,
Comme le Christ est mort par la main des bourreaux.
Mais son sang généreux vivifie et féconde
Le droit de liberté qu’il défendait si haut.
La République était son amante adorée,
Pour elle, il a donné sa jeunesse et son sang.
Les Français en émoi, la France déchirée
Pleurent avec nous ce fils, pleurent cet innocent.
Adieu, mon fils, adieu. Ton immense infortune
Laisse dans notre cœur un immortel regret.
Mais si le peuple un jour refaisait la Commune,
C’est au nom de Rossel qu’il se soulèverait.
Plein de patriotisme et d’abnégation,
Quand les bourreaux français tranchèrent l’existence
De ce grand citoyen, de ce fier champion.
C’est pour la Commune égorgée
Qu’il est mort frappé par la loi.
Ô Rossel, mon enfant, ta mort sera vengée,
Ô martyr, dors en paix, dors en paix,
La France pense à toi.
On l’a fait fusiller comme un coupable infâme,
Comme s’il eût commis des crimes inouïs,
Ce fier vaillant soldat qui n’avait dans son âme
Que trop d’amour, hélas ! pour son pauvre pays
Il est mort glorieux pour le salut du monde,
Comme le Christ est mort par la main des bourreaux.
Mais son sang généreux vivifie et féconde
Le droit de liberté qu’il défendait si haut.
La République était son amante adorée,
Pour elle, il a donné sa jeunesse et son sang.
Les Français en émoi, la France déchirée
Pleurent avec nous ce fils, pleurent cet innocent.
Adieu, mon fils, adieu. Ton immense infortune
Laisse dans notre cœur un immortel regret.
Mais si le peuple un jour refaisait la Commune,
C’est au nom de Rossel qu’il se soulèverait.
inviata da Riccardo Venturi - 2/2/2007 - 16:16
Magnifique complainte en honneur de Louis Nathaniel, cousin germain de mon arrière grand-père. Mon frère s'appelle Louis et mon petit-fils Nathaniel en son souvenir.
Andréa Aguirre - 13/1/2017 - 22:09
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Famosa l'interpretazione di Rosalie Dubois
Di antica famiglia originaria di Nîmes, Louis-Nathaniel Rossel era però nato a Saint-Brieuc, in Bretagna, il 9 settembre 1844; suo padre, capobattaglione di fanteria, si trovava là di stanza. Diplomato al "Pritaneo Nazionale Militare" de La Flèche e laureato in ingegneria, Rossel si dimostrò fin da giovanissima età un fine stratega. Il padre, fiero repubblicano, rifiuta di prestare giuramento a Napoleone III e viene per questo congedato, trasmettendo però l'ideale al figlio.
Nel 1869, Louis Rossel si fa notare per avere smascherato la totale falsità dei libri di strategia che Napoleone III si era fatto attribuire. Una commissione appositamente costituita gli dà ragione (a malincuore, e suscitando le ire dell'imperatore).
Dopo la sciagurata guerra franco-prussiana in cui Rossel si batte comunque con valore, e dopo la disfatta di Sédan e la fuga di Napoleone III, il 18 marzo 1871 Parigi si rivolta. Adolphe Thiers installa il suo governo a Versailles assieme all'esercitor egolare, instaurando una vera dittatura militare-borghese: la maggior parte dei giornali sono proibiti e vengono prese severe misure autoritarie. Louis Rossel giudica che Adolphe Thiers stia in realtà venendo a patti col nemico e che stia abbandonando il popolo per gli esclusivi interessi della borghesia.
Decide allora di unirsi alla Comune di Parigi il 19 marzo 1871. Il 22 marzo diviene capo della 17a Legione della Comune, e il 3 aprile è nominato Capo di Stato Maggiore. Si accorge subito che la Comune va incontro alla rovina, se le sue truppe non si organizzano. Diviene anche presidente della Corte Marziale, ma senza nessun potere effettivo. In seguito, viene nominato Ministro della Guerra della Comune al posto di Gustave Paul Cluseret.
Totalmente privo di mezzi, Rossel deve rassegnarsi. La Comune sembra oramai in balia degli eventi. Ad un certo punto Rossel ha la possibilità di assumere totalmente il potere, ma non intende farlo e dà anzi le dimissioni senza per questo abbandonare né Parigi né la Comune. All'interno di essa, le opinioni su di lui sono discordanti: alcuni (ad esempio gli anarchici di Pyat) si spingono fino a desiderarne la morte, mentre altri lo considerano come l'unica speranza rimasta. Louis Rossel resta comunque a Parigi, nascosto in una casa del boulevard Saint-Germain. Preferisce stare "accanto ai vinto, a fianco del popolo".
Dopo la "Settimana di sangue" in cui le truppe di Thiers conquistano Parigi compiendo un massacro, Rossel viene arrestato e sottoposto a due processi. Verrà difeso invano dalla sua famiglia, dagli studenti parigini, dai notabili di Nîmes, di Metz, di Montauban e da numerosi intellettuali con in testa Victor Hugo. Adolphe Thiers gli propone la grazia contro l'autoesilio perpetuo; ma Rossel rifiuta, volendo assumere le proprie responsabilità e non intendendo né tradire il suo paese, né scaricare la coscienza di Thiers.
È fucilato a Parigi il 28 novembre 1871, al campo militare di Satory. Ha soltanto 27 anni.
Dal punto di vista giuridico, la sentenza era totalmente illegale e costituiva un errore giudiziario. Se ne era reso conto anche lo stesso Thiers, per il quale l'esecuzione di Rossel aveva esclusivamente motivi politici: "Bisognava dare un esempio", ebbe a lasciarsi sfuggire.