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The Blackbird of Sweet Avondale

anonimo
Lingua: Inglese


Lista delle versioni e commenti


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Versione dei Silly Wizard
Silly Wizard Version
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Charles Stewart Parnell (1846-1891)
Charles Stewart Parnell (1846-1891)


Charles Stewart Parnell (1846-1891) fu membro della nobiltà protestante anglo-irlandese e uomo politico carismatico che lottò per realizzare la Riforma Agraria in favore dei contadini poveri (riduzione degli affitti, miglioramento delle condizioni di lavoro).
Nel 1870 fu tra i fondatori dell’Home Rule Party [in italiano “il partito per l’autonomia“] che si era posto come primo obiettivo il conseguimento dell’autonomia dell’Irlanda, anche se non era chiaro tra tutti i suoi sostenitori, se si auspicasse un completo distacco dell’Irlanda dal Regno Unito, o solo una limitata autonomia. Lo stesso Parnell arrivò a dire: “Nessuno di noi, sia in America che in Irlanda, non sarà mai soddisfatto fino a che non avremo distrutto l’ultimo anello che ci tiene legati all’Inghilterra.”
Uomo affascinante, grande oratore, presidente della Lega Agraria (Land League) divenne così popolare da essere considerato l’“Uncrowned King of Ireland” [in italiano: re d’Irlanda senza corona] e l’avversario per eccellenza dei conservatori britannici (ma anche delle sue stesse frange più indipendentiste) che fecero di tutto per screditarlo: ci provarono una prima volta nel 1887 tentando di coinvolgerlo nell’omicidio di Lord Cavendish (appena nominato Primo Segretario per l’Irlanda) e ci riuscirono nel 1889 con lo scoppio dello scandalo della sua relazione con una donna sposata, Katharine O’Shea.

The Blackbird of Sweet Avondale
La canzone è il lamento di una donna, personificazione dell’Irlanda, che si affligge per la prigionia del merlo di Avondale ovvero Charles Stewart Parnell. L’arresto di Parnell fu un grave errore di valutazione da parte del governo inglese.
Così incitava Parnell nel 1880: “When a man takes a farm from which another has been evicted you must shun him on the roadside when you meet him, you must shun him in the streets of the town, you must shun him in the shop, you must shun him in the fairgreen and in the marketplace, and even in the place of worship, by leaving him alone, by putting him in a moral Coventry, by isolating him from the rest of his country as if he were the leper of old, you must show your detestation of the crime he has committed.” ["Quando un uomo prende una fattoria dalla quale un altro uomo è stato sfrattato, dovete dimostrare ciò che pensate di lui quando lo incontrate per la strada.. in un negozio.. persino nella casa del Signore.. lasciandolo desolatamente solo, in uno stato di ostracismo morale, isolandolo dal resto della comunità come se fosse un lebbroso, dovete mostrare il vostro disprezzo per il crimine che ha commesso".]

Il testo della canzone è ripreso in alcuni broadside ottocenteschi probabilmente contemporanei allo svolgersi dei fatti. Tuttavia si ritiene che derivi da ‘The Lady’s Lamentation’ una canzone scozzese del 1600, rielaborata chiave giacobita nel secolo successivo con il titolo The Blackbird (o The Royal Blackbird) di cui si conoscono ben tre melodie.

The Aisling Song
La canzone richiama lo stile di un’Aisling song, un genere letterario tipico della poesia bardica irlandese, dove il poeta incontra una donna che simboleggia l’Irlanda. L’incontro ha il carattere di una visione o di un sogno poco prima del farsi del giorno , in cui la fanciulla è di una bellezza mozzafiato ovvero sublime, paragonata alla più bella delle dee. In genere lei si lamenta delle condizioni di vita del popolo irlandese e prevede un futuro radioso, in cui sarà libera dagli oppressori, e in questa canzone l’Irlanda si lamenta della prigionia del del Merlo (“Where, where is my Blackbird of sweet Avondale”).
Le aisling song sono in genere delle slow air di una dolcezza mista a tristezza infinita. La melodia delle versioni selezionata per l’ascolto richiama a mio avviso quella di “Bhríd Óg Ní Mháille”
(tratto da Terre Celtiche)
I
By the sweet bay of Dublin, while carelessly strolling
I sat myself down by a green myrtle shade [1]
Reclined on the beach, as the wild waves were rolling
In sorrowful condoling, I saw a fair maid

II
Her robes [2] changed to mourning, that once were so glorious
I stood in amazement to hear her sad wail
Her heartstrings burst forth with wild accents uproarious
Saying, “Where, where is my Blackbird of sweet Avondale?”

III
“In the fair counties Meath [3], Wexford, Cork, and Tipperary,
The rights of Old Ireland, my Blackbird did sing
Ah, but woe to the hour, with heart light and airy [4]
Away from my arms, to Dublin took wing”
IV
“The fowlers waylaid him in hopes to ensnare him
While I here in sorrow, his absence bewail
Oh, it grieves me to think that the walls of Kilmainham
Surround my dear Blackbir of sweet Avondale”

V
“Oh, Ireland, my country, awake from your slumbers
And give back my Blackbird, so dear unto me
And let everyone know, by the strength of your numbers
That we, as a nation, would wish to be free”

VI
“The cold prison dungeons is no habitation
For one, to his country, was loyal and true
Then give him his freedom, without hesitation
And remember he fought hard for freedom and you”
VII
“Oh, Heaven, give ear to my consultation
And strengthen the bold sons of Old Granuaile
And God grant that my country will soon be a nation
And bring back the Blackbird to sweet Avondale”
[1] i Wolfe Tones dicono “a clear crystal Stream”

[2] i Wolfe Tones dicono “hopes”

[3] i Wolfe Tones dicono “Kerry”

[4] i Wolfe Tones dicono “with dark lights in Derry”

inviata da cattia salto - 19/8/2016 - 01:56



Lingua: Italiano

Traduzione italiana della versione dei Silly Wizard
(in “A glint of Silver” 1986)
IL MERLO DELLA MITE AVONDALE

I
Nella bella baia di Dublino mentre passeggiavo distrattamente
mi sono seduto all’ombra di un verde mirto
e distesa sulla spiaggia, mentre le ampie onde si frangevano,
distrutta dal dolore, vidi una bella fanciulla [1]

II
Gli abiti che un tempo erano così gloriosi, mutati in lutto,
mi trovai sorpreso ad ascoltare il suo triste lamento,
i suoi sentimenti si liberavano con toni agitati e tumultuosi
diceva ” Dov'è il merlo [2] della mite Avondale?

III
Nelle belle contee di Meath, Wexford, Cork e Tipperary
i diritti della povera Irlanda, il mio merlo ha cantato,
ma guai all’ora, con cuore leggero e spensierato
lontano dalle mie braccia, a Dublino ha preso il volo”

IV
I cacciatori lo assalirono con la speranza di intrappolarlo
mentre qui io nel dolore la sua assenza piango.
E’ doloroso per me pensare che le mura di Kilmainham [3]
circondano il caro Merlo della mite Avondale.

V
Oh, Irlanda, paese mio , svegliati dal sonno
e ridammi il mio Merlo, a me tanto caro
e lascia che tutti sappiano, con la forza dei numeri,
che, come nazione, potremmo essere liberi.

VI
La cella fredda della prigione non è l’abitazione
per chi, al suo paese, era leale e sincero
quindi dagli la libertà , senza indugi
e ricorda che ha lottato per la libertà e per te.

VII
Oh, cielo, porgi orecchio alla mia supplica
e dai forza ai figli audaci della vecchia Granuaile [4]
e Dio fa che il mio paese sia presto una nazione
e riporti il merlo alla mite Avondale.
[1] La donna è Katherine O’Shea che impersona l’Irlanda afflitta. La chiave politica è una lettura tipicamente irlandese di un genere sviluppato in Francia con il termine Reverdie, in cui il poeta incontra una dama soprannaturale, che simboleggia la natura rigogliosa e l’amore.

[2] Nei canti di protesta e di ribellione era consuetudine identificare il personaggio con uno pseudonimo. Con il nome di merlo tuttavia ci si riferiva più spesso al Vecchio Pretendente in esilio Giacomo Francesco Stuart, vedasi The Blackbird la canzone giacobita

[3] Parnell fu arrestato a ottobre nel 1881 in forza del Coercion Act che voleva frenare le attività della Land League; fu rilasciato a maggio dell’anno seguente. Nella prigione di Kilmainham (oggi trasformata in museo) Parnell era trattato con i guanti e viveva come se si trovasse in una suite d’albergo: si era portato i suoi arredi e riceveva regolarmente visite, oltre a condurre i suoi affari con il mondo esterno

[4] Granuaile è Grace O’Malley, eroina della storia irlandese, regina dei Pirati che si oppose con la lotta ad dominio inglese sull’Irlanda sia per mare che per terra all’epoca della regina Elisabetta I. Intelligente, affascinante e con il carisma del grande condottiero Granualile (da un nomignolo che vuol dire testa rasata) dominò i mari al largo della costa occidentale d’Irlanda per più di mezzo secolo. Imprigionata più volte dagli Inglesi non fu mai sconfitta e il suo spirito divenne il simbolo dell’Irlanda e il suo rifiuto alla sottomissione.

inviata da Cattia Salto - 19/8/2016 - 02:04




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