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L'autobus

Pierangelo Bertoli
Lingua: Italiano


Pierangelo Bertoli

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[1980]

Album : A muso duro

amusoduro
Siam tutti qui sull’autobus seduti ed assonnati
corron con poca voglia gli ultimi arrivati
ognuno prende posto in fondo al suo cantone
si chiude in un silenzio che è fatto di oppressione
e gli operai sull’autobus son pronti per partire
le donne i vecchi e i giovani son stanchi di aspettare.

Svoltato il primo angolo il sole ci colpisce
la luce cambia i visi e gli occhi ci ferisce
e sembra che le bocche non vogliano parlare
che stare in quel silenzio sia un fatto naturale
lento cammina l’autobus il viaggio è cominciato
ed il parlare è un fatto che sembra sia vietato.

Ma certo non è vero, Maria non può tacere
si arma di un sorriso che non sa trattenere
e parla a poco a poco con chi le sta più accanto
e poi alza la voce: ora il silenzio è infranto
viaggia più allegro l’autobus quasi avesse capito
il muro del silenzio è stato demolito.

Siam tutti un po’ sorpresi colpiti svergognati
come se a quel silenzio fossimo rassegnati
la maschera del viso si scioglie come cera
la nostra faccia adesso diventa quella vera
spedito imbocca l’autobus strade sempre più grandi
e porta all’apertura del cuore dei viaggianti.

Le idee prendono forma, ti escono dai denti
e vanno a stuzzicare le orecchie dei presenti
si parla del lavoro, del misero salario
dei furti e degli abusi che compie il proprietario
e l’autobus si ferma, raccoglie facce nuove
dal fondo della mente qualcosa ora si muove

Ed è arrivata a tutti la voglia di parlare
assieme alla certezza che adesso si può fare
e l’allegria sorprende i pigri ad origliare
che anche se non parlano restano ad ascoltare
l’autista è come noi, parla con il vicino
è nuovo in questo giorno l’autobus del mattino.

Le donne i vecchi e i giovani non dico son già uniti
ma è come se lo fossero di più ogni minuto
perchè in ogni sillaba che rovesciamo a imbuto
c’è dentro sempre un unico identico nemico
ognuno adesso parla di sè con il vicino
è un unico pensiero l’autobus del mattino

Il prezzo della carne, la misera pensione
i figli sulla strada della televisione
e dei disoccupati e della repressione
gli affitti delle case, un’altra occupazione
e l’autobus ribolle di giusta ribellione
si parla dei soprusi compiuti dal padrone.

E se ne va il silenzio, parliamo forte tutti
la colpa è del governo, “massa di farabutti”
ci esplode dal di dentro la voglia di cambiare
insieme alla certezza che adesso si può fare
l’autobus ora è vita, il sole è entusiasmante
che bel mattino è questo: domani sarà raggiante!

inviata da Luca 'The River' - 16/4/2016 - 03:27




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