I dittatori scavano cunicoli
complesse architetture sotterranee
con derivazioni labirintiche
pare che molto spesso ci si perdano
Cominciano a scavali fin da piccoli
sentono quel richiamo indecifrabile
e lasciando da parte i loro giocattoli
scavano buche nei giardini pubblici
Fanno una buca in terra rapidissimi
senti un rumore come fosse un trapano
riemergono là in fondo lontanissimi
tutti sgraffiati e coi ginocchi sudici
I genitori spesso se li perdono
chiamano in giro ma non gli rispondono
basta voltare l'occhio, e s'inabissano
inutile sgridarli quando sbucano
Dato che non si sa perché lo facciano
spesso son consultati gli psicologi
dicono che è una sindrome tellurica
complementare al trauma della nascita
Il desiderio d'essere invisibili
a molti fa pensare d'esser angeli
a loro no, gli piace di confondersi
stare nel sottosuolo coi suoi missili
Dentro di me le guerre non esistono
uomini e donne vengono e convivono
è un giardino di razze diversissime
carico di profumi afrodisiaci
Ma cosa penso io non me lo chiedono
e se lo dico loro se ne fregano
però lo dico e sono sicurissimo
che la questione la saprei risolvere
Ma noi contiamo come il due di briscola
ed avremo dei figli tecnologici
decideranno loro se competere
ma quanto a me, mi trovo incompatibile
Io comunque sto bene dove abito
se mi volete sono disponibile
ma eviterò di rovinarmi il fegato
per queste guerre che non mi interessano
D'altronde non vi manca certo il pubblico
perdonerete se mi assento un attimo
mi chiamano nell'anima a un dibattito
un israeliano ed un mesopotamico
Su certe parentele filosofiche
tra i detti del Corano e quelli biblici
poi avremo una cena frugalissima
con certe amiche sui giardini pensili
Io vivo bene sui giardini pensili
tra le vigne e i papaveri dell'anima
c'è bella gente, ed adoriamo gli ospiti
se venite saremo serenissimi
Ma i dittatori scavano cunicoli
ed evidentemente si divertono,
vadano dunque sotto il più possibile,
e dato che ci sono, che ci restino.
complesse architetture sotterranee
con derivazioni labirintiche
pare che molto spesso ci si perdano
Cominciano a scavali fin da piccoli
sentono quel richiamo indecifrabile
e lasciando da parte i loro giocattoli
scavano buche nei giardini pubblici
Fanno una buca in terra rapidissimi
senti un rumore come fosse un trapano
riemergono là in fondo lontanissimi
tutti sgraffiati e coi ginocchi sudici
I genitori spesso se li perdono
chiamano in giro ma non gli rispondono
basta voltare l'occhio, e s'inabissano
inutile sgridarli quando sbucano
Dato che non si sa perché lo facciano
spesso son consultati gli psicologi
dicono che è una sindrome tellurica
complementare al trauma della nascita
Il desiderio d'essere invisibili
a molti fa pensare d'esser angeli
a loro no, gli piace di confondersi
stare nel sottosuolo coi suoi missili
Dentro di me le guerre non esistono
uomini e donne vengono e convivono
è un giardino di razze diversissime
carico di profumi afrodisiaci
Ma cosa penso io non me lo chiedono
e se lo dico loro se ne fregano
però lo dico e sono sicurissimo
che la questione la saprei risolvere
Ma noi contiamo come il due di briscola
ed avremo dei figli tecnologici
decideranno loro se competere
ma quanto a me, mi trovo incompatibile
Io comunque sto bene dove abito
se mi volete sono disponibile
ma eviterò di rovinarmi il fegato
per queste guerre che non mi interessano
D'altronde non vi manca certo il pubblico
perdonerete se mi assento un attimo
mi chiamano nell'anima a un dibattito
un israeliano ed un mesopotamico
Su certe parentele filosofiche
tra i detti del Corano e quelli biblici
poi avremo una cena frugalissima
con certe amiche sui giardini pensili
Io vivo bene sui giardini pensili
tra le vigne e i papaveri dell'anima
c'è bella gente, ed adoriamo gli ospiti
se venite saremo serenissimi
Ma i dittatori scavano cunicoli
ed evidentemente si divertono,
vadano dunque sotto il più possibile,
e dato che ci sono, che ci restino.
inviata da Riccardo Venturi - 6/1/2007 - 21:57
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"Noi che contiamo come il due di briscola" dovremmo appassionarci alle loro guerre, alle loro grandi battaglie "di libertà", a tutte le ignobili prese per i fondelli che ci riservano, i dittatori. Quelli "classici" e quelli "regolarmente eletti". Loro e i loro stati, i loro eserciti, i loro governi, le loro organizzazioni. E' un obbligo sentirsi coinvolti nei loro giochi di morte e nella loro creazione di paura che si autorigenera all'infinito. Il cunicolo nel quale ci hanno cacciati si chiama securitarismo. Noi non ci stiamo. Opponiamo, tra le altre cose, questa piccola grande canzone di David Riondino. Se mai David ci leggesse, sappia che in questo momento gli è stato offerto un bicchier di vino, e se mi potesse dare un passaggio in moto al Parco dell'Uccellina.... (he knows why). [RV]