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Canzone con dito medio

Stefano Giaccone
Lingua: Italiano


Stefano Giaccone

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Dall'album "Tras os montes" (recensione di Marco Pandin)
Testo ripreso da La locomotiva.com
Mi fermerò sul ponte e chiamerò i pesci di Portogallo e di Spagna
di Peppino Impastato, di Pasolini e di Saigon

La parola "Pace" offesa ai balconi
si fa ricordo d'un verso
si fa ricordo di un monito oscuro

Han messo fiori su ogni tomba del regno
il monumento al lavoro riaperto d'incanto
si ricicla il danaro, si ricicla il croupier
comici in divisa bevono il the

Non sarete mai abbastanza liberi, per scucire i vostri vestiti da fessi
così le star cantavano al pubblico in basso, al buio voi ci salverete, voi ci restituirete
il futuro e la topa

Vi manderemo le nostre sorelle più belle, per un grammo di gloria
vi manderemo le nostre pagelle
per una sufficiente ragione
da mandare a memoria in metrò
da recitare a comando in tivù

I contabili del rock e imbrattacarte a noleggio, canteranno i vostri svenimenti
per tutti i secondi a venire
perché la fama dura appena mezz'ora
come cantava il genovese da Carrara

Equipaggi ubriachi incollati alla notte,
addormentati al volante
l'ostia d'america si scioglie
sotto la nostra lingua muta

Finalmente a Ginevra, finalmente a Belgrado,
finalmente a Milano
s'intona all'autogrill
la morale tra pizzette e cd

Ci ritroveremo come nemici fedeli, alle tue nozze d'argento
a commentare l'ironia di queste rime
senza ironia

Mi fermerò sul ponte e chiamerò i pesci di Portogallo e di Spagna
e brinderò alla piazza, al domani
al tuo sorriso più bello

inviata da adriana - 4/1/2007 - 09:00




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