Davanti a me il Mare tra le Terre
lo stesso mare di Enea e di Giasone
rosso del sangue delle sporche guerre
s’agita e ribolle come una passione
Ruggente come lo sentì Ulisse solcando col legno quell'onda scura
vento di burrasca , si sa, lui non temesse come gli dei, il sale, il cielo e la paura
ma c’è musica dentro suo umore
il canto d’Orfeo oggi intonerei
sovrastante le note forti di timore
pure quelle dei pensieri miei…..
Chiuderò gli occhi al suono delle onde
cullato da una barca color del mare
sognerò le mie gioie, piccole gioie
e le mie pene povere pene
Dietro a me si è allungato un gran deserto fame, soprusi, rabbia e sconforto sogni, illusioni ed un’idea in volo in mille sudano e campa uno solo.
Per cancellare tutta questa povertà semina giustizia, grano e sapienza la miseria non crepa con la carità e per partire ci vuol coraggio e speranza
In tasca ho messo un po’ della mia terra
un pezzo di pane, un frutto e un dolore per non restar da solo in questa guerra ma il cuore no, non c’ è voluto entrare, il cuore.
Chiuderò gli occhi al suono delle onde cullato da una barca color del mare sognerò le mie gioie piccole gioie e le mie pene povere pene
Si lamenta sopra il legno della barca il Caronte di turno, mercante menzognero l’amina infame, malandata e sporca poi fa il prezzo per salire sul veliero
ammucchiati come bestie da mattanza una madre i figli in grembo accarezzò “Se la barca non reggerà quale speranza e chi per primo dal mio abbraccio libererò”
A mano manca il nocchier dal cor scuro randagi gli occhi sul balcone del futuro
“la tasca è piena, il mondo qui davanti.
All’alba a casa tornerò! Si vada avanti”
lo stesso mare di Enea e di Giasone
rosso del sangue delle sporche guerre
s’agita e ribolle come una passione
Ruggente come lo sentì Ulisse solcando col legno quell'onda scura
vento di burrasca , si sa, lui non temesse come gli dei, il sale, il cielo e la paura
ma c’è musica dentro suo umore
il canto d’Orfeo oggi intonerei
sovrastante le note forti di timore
pure quelle dei pensieri miei…..
Chiuderò gli occhi al suono delle onde
cullato da una barca color del mare
sognerò le mie gioie, piccole gioie
e le mie pene povere pene
Dietro a me si è allungato un gran deserto fame, soprusi, rabbia e sconforto sogni, illusioni ed un’idea in volo in mille sudano e campa uno solo.
Per cancellare tutta questa povertà semina giustizia, grano e sapienza la miseria non crepa con la carità e per partire ci vuol coraggio e speranza
In tasca ho messo un po’ della mia terra
un pezzo di pane, un frutto e un dolore per non restar da solo in questa guerra ma il cuore no, non c’ è voluto entrare, il cuore.
Chiuderò gli occhi al suono delle onde cullato da una barca color del mare sognerò le mie gioie piccole gioie e le mie pene povere pene
Si lamenta sopra il legno della barca il Caronte di turno, mercante menzognero l’amina infame, malandata e sporca poi fa il prezzo per salire sul veliero
ammucchiati come bestie da mattanza una madre i figli in grembo accarezzò “Se la barca non reggerà quale speranza e chi per primo dal mio abbraccio libererò”
A mano manca il nocchier dal cor scuro randagi gli occhi sul balcone del futuro
“la tasca è piena, il mondo qui davanti.
All’alba a casa tornerò! Si vada avanti”
inviata da rosso malpelo - 17/11/2015 - 17:09
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