Vergogna a voi
Ombra delle croci
Traditori della speranza
Ignobili di inchini e di avemaria
Avvocati untuosi dei
Monopoli e del chewing-gum
Osceni ventri di questo paese
Con quali denti
Osate parlare di libertà
Nelle piazze in cui ancora
Tremano le pietre e i passi
Ricordando il sangue che a piedi scalzi percorre
Ognuno di questi anni?
Fino a quando dovremo
Asciugare il pianto delle
Nostre madri
Ferite dalla notturna
Assenza dei figli che il
Nero passo della morte
Inghiotte al vostro comando?
E quando svanirà persino l'eco delle vostre parole?
Trent'anni di libertà voi dite
Un periodo di pace di prosperità
Tranquillo sereno liliale
Trascorso nel più assoluto rispetto
In piena legalità
I morti non parlano - pensate - non ricordano...
Noi invece siamo qui
E vi guardiamo con gli occhi dei compagni
Massacrati nella polvere
I nostri fratelli migliori
Che caddero perché volevano spezzare
II pane che a tutti appartiene
Daremo sepoltura ai morti
E pace al nostro sangue solo quando
La vostra statua crollerà nel vento
Perché ricordate
Ometti senza grandezza
Pidocchi delle tonache
Orribili roditori della
Libertà e della gioia
Oggi noi vi diciamo questo:
II sangue che pensate di aver per sempre sepolto
Torna con tutte le sue radici
A giudicare senza pietà
La mano che l'ha versato
I morti della piazza camminano con noi e già
Ascoltate tremando quel passo
Nascere di nuovo dalla polvere e
Oscuramente battere i chiodi della vostra condanna
Ombra delle croci
Traditori della speranza
Ignobili di inchini e di avemaria
Avvocati untuosi dei
Monopoli e del chewing-gum
Osceni ventri di questo paese
Con quali denti
Osate parlare di libertà
Nelle piazze in cui ancora
Tremano le pietre e i passi
Ricordando il sangue che a piedi scalzi percorre
Ognuno di questi anni?
Fino a quando dovremo
Asciugare il pianto delle
Nostre madri
Ferite dalla notturna
Assenza dei figli che il
Nero passo della morte
Inghiotte al vostro comando?
E quando svanirà persino l'eco delle vostre parole?
Trent'anni di libertà voi dite
Un periodo di pace di prosperità
Tranquillo sereno liliale
Trascorso nel più assoluto rispetto
In piena legalità
I morti non parlano - pensate - non ricordano...
Noi invece siamo qui
E vi guardiamo con gli occhi dei compagni
Massacrati nella polvere
I nostri fratelli migliori
Che caddero perché volevano spezzare
II pane che a tutti appartiene
Daremo sepoltura ai morti
E pace al nostro sangue solo quando
La vostra statua crollerà nel vento
Perché ricordate
Ometti senza grandezza
Pidocchi delle tonache
Orribili roditori della
Libertà e della gioia
Oggi noi vi diciamo questo:
II sangue che pensate di aver per sempre sepolto
Torna con tutte le sue radici
A giudicare senza pietà
La mano che l'ha versato
I morti della piazza camminano con noi e già
Ascoltate tremando quel passo
Nascere di nuovo dalla polvere e
Oscuramente battere i chiodi della vostra condanna
inviata da Bernart Bartleby - 29/10/2015 - 10:59
×
Parole e musica di Giulio Stocchi
Nell’album intitolato “Il dovere di cantare”, uno dei pochi dischi pubblicati dalla casa discografica Divergo, attiva a Milano tra il 1974 ed il 1980
Testo trovato sul blog blanc de ta nuque
La copertina del disco è di Magda Castel, artista catalana che fu anche autrice dei disegni per la “La cantata rossa per Tall El Zaatar”