Imitant Courteline, un sceptique notoire, (1)
Manifestant ainsi que l'on me désabuse,
J'ai des velléités d'arpenter les trottoir(e)s
Avec cette devise écrite à mon gibus : (2)
"Je ne crois pas un mot de toutes ces histoires."
Dieu, diable, paradis, enfer et purgatoire,
Les bons récompensés et les méchants punis,
Et le corps du Seigneur dans le fond du ciboire,
Et l'huile consacrée comme le pain bénit,
"Je ne crois pas un mot de toutes ces histoires."
Et la bonne aventure et l'art divinatoire,
Les cartes, les tarots, les lignes de la main,
La clé des songes, le pendule oscillatoire,
Les astres indiquant ce que sera demain,
"Je ne crois pas un mot de toutes ces histoires."
Les preuves à l'appui, les preuves péremptoires,
Témoins dignes de foi, metteurs de mains au feu, (3)
Et le respect de l'homme à l'interrogatoire,
Et les vérités vraies, les spontanés aveux,
"Je ne crois pas un mot de toutes ces histoires."
Le bagne, l'échafaud entre autres exutoires,
Et l'efficacité de la peine de mort,
Le criminel saisi d'un zèle expiatoire,
Qui bat sa coulpe bourrelé par le remords,
"Je ne crois pas un mot de toutes ces histoires."
Sur les tombeaux les oraisons déclamatoires,
Les "C'était un bon fils, bon père, bon mari",
"Le meilleur d'entre nous et le plus méritoire",
"Un saint homme, un coeur d'or, un bel et noble esprit",
"Je ne crois pas un mot de toutes ces histoires."
Les "Saint-Jean Bouche d'or", les charmeurs d'auditoire, (4)
Les placements de sentiments de tout repos, (5)
Et les billevesées de tous les répertoires, (6)
Et les morts pour que naisse un avenir plus beau,
"Je ne crois pas un mot de toutes ces histoires."
Mais j'envie les pauvres d'esprit pouvant y croire.
Manifestant ainsi que l'on me désabuse,
J'ai des velléités d'arpenter les trottoir(e)s
Avec cette devise écrite à mon gibus : (2)
"Je ne crois pas un mot de toutes ces histoires."
Dieu, diable, paradis, enfer et purgatoire,
Les bons récompensés et les méchants punis,
Et le corps du Seigneur dans le fond du ciboire,
Et l'huile consacrée comme le pain bénit,
"Je ne crois pas un mot de toutes ces histoires."
Et la bonne aventure et l'art divinatoire,
Les cartes, les tarots, les lignes de la main,
La clé des songes, le pendule oscillatoire,
Les astres indiquant ce que sera demain,
"Je ne crois pas un mot de toutes ces histoires."
Les preuves à l'appui, les preuves péremptoires,
Témoins dignes de foi, metteurs de mains au feu, (3)
Et le respect de l'homme à l'interrogatoire,
Et les vérités vraies, les spontanés aveux,
"Je ne crois pas un mot de toutes ces histoires."
Le bagne, l'échafaud entre autres exutoires,
Et l'efficacité de la peine de mort,
Le criminel saisi d'un zèle expiatoire,
Qui bat sa coulpe bourrelé par le remords,
"Je ne crois pas un mot de toutes ces histoires."
Sur les tombeaux les oraisons déclamatoires,
Les "C'était un bon fils, bon père, bon mari",
"Le meilleur d'entre nous et le plus méritoire",
"Un saint homme, un coeur d'or, un bel et noble esprit",
"Je ne crois pas un mot de toutes ces histoires."
Les "Saint-Jean Bouche d'or", les charmeurs d'auditoire, (4)
Les placements de sentiments de tout repos, (5)
Et les billevesées de tous les répertoires, (6)
Et les morts pour que naisse un avenir plus beau,
"Je ne crois pas un mot de toutes ces histoires."
Mais j'envie les pauvres d'esprit pouvant y croire.
Note
1) Courteline: Georges Courteline, pseudonimo di Georges Victor Marcel Moinaux (1858-1929), è stato poeta, scrittore e drammaturgo. Celebre per la forte vena satirica, nei suoi scritti sbeffeggiò frequentemente l’élite francese del suo tempo, senza disdegnare nemmeno i militari, tant’è che – per esempio - il suo romanzo del 1886 intitolato significativamente “Les Gaietés de l'escadron” fu stracensurato… E’ stato pubblicato in italiano (“L’allegro squadrone”) per la prima volta più di 100 anni dopo, nel 1992, nella traduzione di Luciano Cortevesio…
2) Gibus: chapeau claque, cappello a cilindro “a scomparsa” brevettato nel 1834 da Antoine Gibus, cappellaio in Parigi.
3) L’espressione “mettere la mano sul fuoco” non ha qui a che vedere con la nota leggenda der nostro gajardo Muzio Scevola, piuttosto con una delle tante pratiche di ordalìa, di “giudizio di Dio”, usate nell’antichità e fino a tempi anche abbastanza recenti, quando terminarono le cacce alle streghe alla fine del XVII secolo. L’ordalìa del fuoco l’abbiamo già trovata in Prete Liprando e il giudizio di Dio, quella dell’acqua nell’album di Darrel Hayman intitolato The Violence…
4) “Saint-Jean Bouche d'or” è San Giovanni d’Antiochia, detto Crisostomo, teologo bizantino del IV secolo, noto per il suo eloquio (χρυσόστομος, bocca d’oro per l’appunto), per il suo zelo ed il suo rigore. Un grossissimo scassapalle che finì i suoi giorni in esilio per averle rotte troppo all’imperatrice di turno. Inoltre la sua predicazione fortemente antigiudaica ha fornito pretesto per l’antisemitismo fino ad epoca recente.
5) Placements: investimenti, qui con riferimento – credo – ai soldi che sono spesso a fondamento delle relazioni umane piuttosto che i sentimenti…
6) billevesées: letteralmente zampogna, nel senso di sacco pieno d’aria, di persona che dà fiato alla bocca senza pensare a quello che dice e, quindi, spara minkiatées…
1) Courteline: Georges Courteline, pseudonimo di Georges Victor Marcel Moinaux (1858-1929), è stato poeta, scrittore e drammaturgo. Celebre per la forte vena satirica, nei suoi scritti sbeffeggiò frequentemente l’élite francese del suo tempo, senza disdegnare nemmeno i militari, tant’è che – per esempio - il suo romanzo del 1886 intitolato significativamente “Les Gaietés de l'escadron” fu stracensurato… E’ stato pubblicato in italiano (“L’allegro squadrone”) per la prima volta più di 100 anni dopo, nel 1992, nella traduzione di Luciano Cortevesio…
2) Gibus: chapeau claque, cappello a cilindro “a scomparsa” brevettato nel 1834 da Antoine Gibus, cappellaio in Parigi.
3) L’espressione “mettere la mano sul fuoco” non ha qui a che vedere con la nota leggenda der nostro gajardo Muzio Scevola, piuttosto con una delle tante pratiche di ordalìa, di “giudizio di Dio”, usate nell’antichità e fino a tempi anche abbastanza recenti, quando terminarono le cacce alle streghe alla fine del XVII secolo. L’ordalìa del fuoco l’abbiamo già trovata in Prete Liprando e il giudizio di Dio, quella dell’acqua nell’album di Darrel Hayman intitolato The Violence…
4) “Saint-Jean Bouche d'or” è San Giovanni d’Antiochia, detto Crisostomo, teologo bizantino del IV secolo, noto per il suo eloquio (χρυσόστομος, bocca d’oro per l’appunto), per il suo zelo ed il suo rigore. Un grossissimo scassapalle che finì i suoi giorni in esilio per averle rotte troppo all’imperatrice di turno. Inoltre la sua predicazione fortemente antigiudaica ha fornito pretesto per l’antisemitismo fino ad epoca recente.
5) Placements: investimenti, qui con riferimento – credo – ai soldi che sono spesso a fondamento delle relazioni umane piuttosto che i sentimenti…
6) billevesées: letteralmente zampogna, nel senso di sacco pieno d’aria, di persona che dà fiato alla bocca senza pensare a quello che dice e, quindi, spara minkiatées…
inviata da Bernart Bartleby - 13/10/2015 - 11:15
Lingua: Italiano
Traduzione italiana di Riccardo Venturi
13 ottobre 2015
13 ottobre 2015
LO SCETTICO
A imitazione di Courteline, scettico risaputo,
e facendo di tutto per essere disilluso,
voglio proprio fare su e giù per i marciapiedi
con questo motto scritto sul mio cilindro a molle:
"Non credo nemmeno a una di queste cazzate."
Dio, diavolo, paradiso, inferno e purgatorio,
i buoni ricompensati e i cattivi castigati,
e il corpo di Cristo in fondo al ciborio,
e l'olio santo come pure il pane benedetto,
"Non credo nemmeno a una di queste cazzate."
E la buona sorte, e l'arte divinatoria,
le carte, i tarocchi, le linee della mano,
la chiave dei sogni, il pendolino che oscilla,
gli astri che ci predicono il futuro,
"Non credo nemmeno a una di queste cazzate."
Le prove alla mano, le prove tassative,
testimoni credibili, chi mette la mano sul fuoco,
il rispetto dell'uomo durante l'interrogatorio,
e le verità vere, le confessioni spontanee,
"Non credo nemmeno a una di queste cazzate."
La galera, il patibolo tra le altre soluzioni
e l'efficacia della pena di morte,
il criminale preso dallo zelo d'espiare
e che fa il mea culpa tormentato dal rimorso,
"Non credo nemmeno a una di queste cazzate."
Le orazioni declamatorie sulle tombe,
"Era buon figlio, buon padre, buon marito",
"Il migliore tra noi e il più meritevole",
"Un sant'uomo, un cuor d'oro, una mente nobile e bella",
Non credo nemmeno a una di queste cazzate.
I boccadoro, gli incantatori di platee,
gli investimenti in sentimenti di tutto riposo,
le idiozie di tutti i repertori,
e i morti per creare un avvenire migliore,
"Non credo nemmeno a una di queste cazzate."
Ma invidio i poveri di spirito che ci sanno credere.
A imitazione di Courteline, scettico risaputo,
e facendo di tutto per essere disilluso,
voglio proprio fare su e giù per i marciapiedi
con questo motto scritto sul mio cilindro a molle:
"Non credo nemmeno a una di queste cazzate."
Dio, diavolo, paradiso, inferno e purgatorio,
i buoni ricompensati e i cattivi castigati,
e il corpo di Cristo in fondo al ciborio,
e l'olio santo come pure il pane benedetto,
"Non credo nemmeno a una di queste cazzate."
E la buona sorte, e l'arte divinatoria,
le carte, i tarocchi, le linee della mano,
la chiave dei sogni, il pendolino che oscilla,
gli astri che ci predicono il futuro,
"Non credo nemmeno a una di queste cazzate."
Le prove alla mano, le prove tassative,
testimoni credibili, chi mette la mano sul fuoco,
il rispetto dell'uomo durante l'interrogatorio,
e le verità vere, le confessioni spontanee,
"Non credo nemmeno a una di queste cazzate."
La galera, il patibolo tra le altre soluzioni
e l'efficacia della pena di morte,
il criminale preso dallo zelo d'espiare
e che fa il mea culpa tormentato dal rimorso,
"Non credo nemmeno a una di queste cazzate."
Le orazioni declamatorie sulle tombe,
"Era buon figlio, buon padre, buon marito",
"Il migliore tra noi e il più meritevole",
"Un sant'uomo, un cuor d'oro, una mente nobile e bella",
Non credo nemmeno a una di queste cazzate.
I boccadoro, gli incantatori di platee,
gli investimenti in sentimenti di tutto riposo,
le idiozie di tutti i repertori,
e i morti per creare un avvenire migliore,
"Non credo nemmeno a una di queste cazzate."
Ma invidio i poveri di spirito che ci sanno credere.
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Parole e musica di Georges Brassens
Interpretata nel 1982 dall’amico Jean Bertola in “Dernières chansons inédites”, raccolta di canzoni che “Madame la Mort” impedì a Brassens di registrare.
Mi pare che anche in questa canzone, come in La rose, la bouteille et la poignée de mains, sia contenuta una summa della vita e della poetica di Brassens.
Il brano è molto esplicito. Brassens se la prende con tutte le ideologie, le credenze (sia quelle comunemente considerate “alte” sia quelle “basse”, che sempre superstizioni sono) e i luoghi comuni, e poi con l’ordine sociale ed i suoi tutori – sbirri, torturatori, giudici e vari appuratori della “verità vera” – ed apparati di costrizione e morte – le galere che fanno espiare le colpe e le ghigliottine che fanno spirare i colpevoli – e ancora con gli ipocriti e i fustigatori dei costumi altrui e infine con il “domani migliore” bagnato dal sangue dei morti – morti di guerra, morti in nome d’Iddio, morti di rivoluzioni tradite, morti di lavoro,… - concetto comune, pur nelle varie declinazioni, ad ogni ideologia e sua traduzione nella realtà umana…
Ma Brassens sa bene quanto sia faticoso, difficile, talvolta letale, il mestiere dello scettico a tutto campo, sicchè conclude manifestando la sua invidia per coloro che invece ci credono, quei “poveri di spirito” benedetti nei Vangeli che costituiscono in ogni luogo e in ogni tempo le pavide e sottomesse greggi di Dio e di ogni altro potente a scendere…