Lingua   

La rose, la bouteille et la poignée de mains

Georges Brassens
Lingua: Francese


Georges Brassens

Lista delle versioni e commenti


Ti può interessare anche...

Le vieux Normand
(Georges Brassens)
Le sceptique
(Georges Brassens)
Mister simà
(Beppe Chierici)


brasschat
[1969]
Testo e musica di Georges Brassens
Paroles et musique de Georges Brassens
Album: La religieuse

roboupoi


Secondo le testimonianze, anche di Brassens stesso, questa canzone fu, a suo tempo, una delusione cocente per l'autore. La aveva scritta nel 1969 (e pubblicata nell'album La religieuse) un po' come summa di tutto il suo pensiero e la sua vita: l'antimilitarismo, l'anticlericalismo, l'amicizia autentica, tutto vi trova posto. Una canzone che, per il passéiste Brassens, esprime inoltre tutto il suo amaro sgomento di fronte al mondo moderno, dove tali valori sembrano essere stati del tutto dimenticati (e, rileggendo e riascoltando la canzone oggigiorno, è impossibile non trovarvi anche tutti i germi dell'attuale securitarismo, della diffidenza e della paura elette a fattore sociale e politico). Può essere che la sua pubblicazione nel 1969, in piena contestazione giovanile (cosa che, peraltro, Brassens non rifiutò affatto a differenza di ciò che generalmente si crede o viene fatto credere), non abbia aiutato il successo della canzone, giudicata probabilmente inattuale e, come sempre, “fuori dal tempo”. E, altrettanto come sempre, ci sono voluti i decenni prima di ritrovarsi pienamente in un mondo dove un qualsiasi gesto di generosità viene guardato con sempre maggiore sospetto, in questa società securitaria e terrorizzata che, peraltro, e naturalmente, produce sempre maggiore e reale insicurezza. Riascoltando La rose, la bouteille et la poignée de mains quasi cinquant'anni dopo, non si può fare a meno di pensare che qualcuna delle circostanze espresse nella canzone, oggi come oggi, porterebbe quasi ad accuse di “terrorismo”. Insomma, con il suo essere “fuori dal tempo”, ancora una volta Brassens aveva previsto il futuro, a modo suo. Con l'impianto lafontainiano della sua scrittura, squisitamente classico e popolaresco al tempo stesso, si situava in realtà lontano mille miglia dall' “arte per l'arte” di cui certi critici, disattenti quanto stupidamente ideologizzati, lo hanno non di rado accusato. Brassens si rivolgeva invece direttamente al profondo dell'essere umano, di ogni essere umano; e quanto questo profondo sia andato perduto, lo constatiamo più che amaramente adesso. Altro che rose, bottiglie e strette di mano; e così questa canzone “passatista” riesce a parlarci, e perfettamente, del mondo d'oggi. [RV]
Cette rose avait glissé de
La gerbe qu'un héros gâteux
Portait au monument aux Morts.
Comme tous les gens levaient leurs
Yeux pour voir hisser les couleurs,
Je la recueillis sans remords.

Et je repris ma route et m'en allai quérir,
Au p'tit bonheur la chance, un corsage à fleurir.
Car c'est une des pir's perversions qui soient
Que de garder une rose par-devers soi.

La première à qui je l'offris
Tourna la tête avec mépris,
La deuxième s'enfuit et court
Encore en criant "Au secours! "
Si la troisième m'a donné
Un coup d'ombrelle sur le nez,
La quatrième, c'est plus méchant,
Se mit en quête d'un agent.

Car aujourd'hui, c'est saugrenu,
Sans être louche, on ne peut pas
Fleurir de belles inconnu's,
On est tombé bien bas, bien bas.
Et ce pauvre petit bouton
De rose a fleuri le veston
D'un vague chien de commissaire,
Quelle misère!

Cette bouteille était tombé'
De la soutane d'un abbé
Sortant de la messe ivre mort.
Une bouteille de vin fin
Millésimé, béni, divin,
Je la recueillis sans remords.

Et je repris ma route en cherchant, plein d'espoir,
Un brave gosier sec pour m'aider à la boire.
Car c'est une des pir's perversions qui soient
Que de garder du vin béni par-devers soi.

Le premier refusa mon verre
En me lorgnant d'un œil sévère,
Le deuxième m'a dit, railleur,
De m'en aller cuver ailleurs.
Si le troisième, sans retard,
Au nez m'a jeté le nectar,
Le quatrième, c'est plus méchant,
Se mit en quête, d'un agent.

Car aujourd'hui, c'est saugrenu,
Sans être louche, on ne peut pas
Trinquer avec des inconnus,
On est tombé bien bas, bien bas.
Avec la bouteille de vin fin
Millésimé, béni, divin,
Les flics se sont rincé la dalle,
Un vrai scandale!

Cette pauvre poigné' de main
Gisait, oubliée, en chemin,
Par deux amis fâchés à mort.
Quelque peu décontenancé',
Elle était là, dans le fossé.
Je la recueillis sans remords.

Et je repris ma route avec l'intention
De faire circuler la virile effusion,
Car c'est une des pir's perversions qui soient
Qu' de garder une poigné' de main par-devers soi.

Le premier m'a dit: "Fous le camp !
J'aurais peur de salir mes gants."
Le deuxième, d'un air dévot,
Me donna cent sous, d'ailleurs faux.
Si le troisième, ours mal léché,
Dans ma main tendue a craché,
Le quatrième, c'est plus méchant,
Se mit en quête d'un agent.

Car aujourd'hui, c'est saugrenu,
Sans être louche, on ne peut pas
Serrer la main des inconnus,
On est tombé bien bas, bien bas.
Et la pauvre poigné' de main,
Victime d'un sort inhumain,
Alla terminer sa carrière
A la fourrière!

inviata da Riccardo Venturi - 12/10/2015 - 21:19




Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
13 ottobre 2015



Il video della canzone disegnato da Tybo e montato da Yann Le Garrec.
LA ROSA, LA BOTTIGLIA E LA STRETTA DI MANO

Quella rosa era scivolata via
dalla corona che un eroe rincoglionito
portava al monumento ai caduti.
Siccome tutti alzavan gli occhi
per guardare l'alzabandiera,
io la raccolsi senza rimorsi.

E mi rincamminai andando a cercare
un po' a casaccio una camicetta da infiorare,
ché una delle peggiori perversioni al mondo
è di serbare una rosa solo per sé.

La prima a cui la offersi
si rigirò con disprezzo,
la seconda scappò via, e ancora
sta correndo gridando: Aiuto!
E se la terza m'ha tirato
un'ombrellata sul naso,
la quarta, peggio ancora,
si mise in cerca d'un poliziotto.

Perché oggigiorno, che follia,
non si può certo infiorare una
senza essere un balordo,
siam veramente caduti in basso.
E quel povero bocciolo
di rosa ha adornato la giacca
d'un qualche commissario:
che orrore!

Quella bottiglia era caduta
dalla tonaca di un prete
che usciva di messa briaco morto.
Una bottiglia d'un gran vino
millesimato, benedetto, divino,
e la raccolsi senza rimorsi.

E mi rincamminai cercando speranzoso
una bella gola secca che mi aiutasse a berla,
ché una delle peggiori perversioni al mondo
è serbare del vino benedetto solo per sé.

Il primo rifiutò il mio bicchiere
guardandomi severo di sbieco,
il secondo mi ha detto a presa di culo
di andare a smaltire da un'altra parte.
E se il terzo, senza pensarci un attimo
mi ha buttato il nettare in faccia,
il quarto, peggio ancora,
si mise in cerca di un poliziotto.

Perché oggigiorno, che follia,
non si può certo trincare con uno
senza essere un balordo,
siam veramente caduti in basso.
E con quella boccia di gran vino
millesimato, benedetto, divino,
ci si son sciacquati il becco gli sbirri,
un vero scandalo!

Quella povera stretta di mano
giaceva in strada, dimenticata
da due amici incazzati a morte.
Era un po' sconcertata
e se ne stava là nel fosso,
io la raccolsi senza rimorso.

E mi rincamminai con tutta l'intenzione
di fare circolare la virile effusione,
ché una delle peggiori perversioni al mondo
è serbare una stretta di mano solo per sé.

Il primo m'ha detto, Fuori dai coglioni!
Avrei paura di sporcarmi i guanti,
il secondo, con fare devoto,
m'ha dato cinque euro, tanto eran falsi.
E se il terzo, uno screanzato,
m'ha sputato sulla mano tesa,
il quarto, peggio ancora,
si mise in cerca di un poliziotto.

Perché oggigiorno, che follia,
non si può stringere la mano a uno
senza essere un balordo,
siam veramente caduti in basso.
E la povera stretta di mano,
vittima d'un destino inumano
ha terminato la sua carriera
agli oggetti smarriti!

13/10/2015 - 00:26




Lingua: Italiano

La versione italiana di Beppe Chierici.

LA ROSA, LA BOTTIGLIA E LA STRETTA DI MANO

Codesta rosa si staccò dalla corona che un eroe
portava al monumento ai morti.
E mentre tutti erano assorti ad ammirar l'alzabandiera,
senza timor la raccattai.

E ripresi il cammino per andare a cercare
con un po' di fortuna, un seno da infiorare.
Perché a 'sto mondo perversion peggior non c'è
che di tenere una rosa solo per sé.

La prima a cui dissi: “La vuoi?”, mi disse: “Fatti i cazzi tuoi!”
L'altra, che non era una suora, girò sui tacchi e corre ancora.
E se la terza mi menò con il suo ombrello e mi sputò,
la quarta poi, senza esitare, un poliziotto andò a cercare.

Perché oggigiorno tu non puoi senza passare troppi guai
offrire un fiore a chi tu vuoi, tutto va in merda oramai.
E quella rosa rifiutata andò a fiorire l'inferriata
d'una finestra di prigione: che delusione!

Questa bottiglia saltò fuori dalla tonaca d'un prete
mentre saliva sul tranvài.
Vino d'annata, vino fino, benedetto e divino,
senza timor la raccattai.

E ripresi il cammino fiducioso di trovare
un'altra gola secca con cui poter brindare
Perché a 'sto mondo perversion peggior non c'è
che di tenere un buon vino solo per sé.

Il primo a cui offrii da bere rifiutò il mio bicchiere,
mentre il secondo mi squadrò e un accidenti mi mandò,
e se il terzo s'indignò e il vino in faccia mi gettò
il quarto poi, senza esitare, un poliziotto andò a cercare.

Perché oggigiorno più non puoi senza passare troppi guai
offrir da bere a chi tu vuoi, tutto va in merda oramai.
E la bottiglia di buon vino benedetto e divino
invecchierà al commissariato: dio che peccato!

Abbandonata sul pavé giaceva una stretta di mano
di due amici ormai nemici.
E se ne stava lì avvilita, sputtanata, immiserita,
senza timor la raccattai.

E ripresi il cammino con la ferma intenzione
di fare circolare la virile effusione,
perché a 'sto mondo perversion peggior non c'è
che di tener strette di mano solo per sé.

Dal primo al quale io la tesi “Vaffanculo!” io mi presi,
l'altro, con fare da beghina, ci mise su la monetina,
e se il terzo s'incazzò e nella mano mi sputò,
il quarto poi, senza esitare, un poliziotto andò a cercare.

Perché oggigiorno più non puoi senza passare troppi guai
stringer la mano a chi tu vuoi, tutto va in merda oramai.
E anche la stretta di mano, che destino disumano,
terminerà la sua carriera chiusa in galera!

inviata da Riccardo Venturi - 13/10/2015 - 01:47




Lingua: Spagnolo

La versione spagnola di Horacio Cerván
Versión al castellano por Horacio Cerván

LA ROSA, LA BOTELLA Y EL APRETÓN DE MANOS

Esa rosa se deslizó del ramo de un veterano
En una conmemoración
Como todos alzaban los ojos hacia el pabellón
me la llevé yo sin rubor.

Y así seguí mi ruta buscando al azar
La mujer a quien dar la rosa a lucir
Pues una de las peores perversiones que hay
Es hallar una rosa y guardársela.

La primera a quien la obsequié volvió  su rostro con desdén,
La segunda ya se asustó y pidiendo auxilio corrió.
De la tercera padecí un sombrillazo en la nariz,
Pero la cuarta fue más allá: a un policía se fue a buscar.

Porque hoy en día, parece ser
Que no se puede ir a ofrecer
A las extrañas una flor
Ya no se puede estar peor!
Y aquel botón de rosa fue
A adornar la solapa de
La chaqueta de un oficial…
¡Calamidad!

Esa botella cayó de la sotana de un cura que
Salía de misa en ebriedad.
Una botella del más fino y bendito vino tinto,
Me la llevé sin preguntar.

Y me puse en camino para conseguir
Un buen gaznate seco con quien compartir,
Porque una de las grandes perversiones que hay
Está el hallar botellas y guardárselas.

El primero rehusó mi trago mirándome con desagrado,
El segundo dijo mejor, “duerma una mona, señor”,
Y si el tercero sin dudar me arrojó el vino elixir
El cuarto fue aún más allá: a un policía se fue a buscar.

En estes días visto está
Que no se puede convidar
A los extraños a brindar,
Estamos yendo para atrás …
Y esa botella del más fino
Y bendito vino tinto, un par de canas la bebió...
¡Que escándalo!

Aquel pobre apretón de manos yacía allí, entre dos hermanos
Enemistados a morir.
El ademán desconcertado estaba allí como olvidado
Yo sin pudor lo recogí.

Y me fui por mi ruta con la intención
De hacer circular la viril efusión,
Porque es de las peores perversiones que hay
Hallar manos tendidas y guardárselas.

Dijo el primero: “¡Fuera ya! o mis guantes me ensuciarás!”
El segundo, con devoción, dos monedas falsas me dio
Si el tercero, el incivil, escupió en mi mano gentil
El cuarto fue aún más allá: a un policía se fue a buscar.

En estos días, parece ya
Que no se puede saludar,
Manos extrañas estrechar...
¡Estamos yendo para atrás! …
Y aquel pobre apretón de manos
Presa de un sino inhumano
Fue a terminar su procesión
¡En la prisión!

inviata da Riccardo Venturi - 13/10/2015 - 01:13




Lingua: Inglese

English translation by David Barfield
Traduzione inglese di David Barfield



"Brassens deplores the fact that spontaneous gestures of friendliness and goodwill that were quite normal in the past are increasingly seen as suspect and are even being proscribed by the contemporary social code. He describes the hostile reactions to the offer of a flower in admiration of a passing girl, the offer to share drinks with a group of strangers, the suggestion of reconciliation from outside to warring parties. Modern developments, such as the imposition of political correctness, have shown how right Brassens was in his perception of this trend. The interactive relations of individuals have now become fraught with fabricated complications that make us more and more tentative in our dealings with each other."
THE ROSE, THE BOTTLE AND THE HANDSHAKE

This rose had slipped out of the wreath
Borne by a doddering hero
At the monument to the dead.
As all the people raised up their
Eyes to see the colours hoisted
I picked it up without remorse.

And I went on my way and I set out to find
Perchance a bodice which the flower could adorn.
For it is one of the worst perversions that be
To hold on to a rose just for yourself alone.

The first to whom I offered it
Looked away contemptuously,
The second one took flight and runs
On still, while screaming out for help
If the third swiped me ‘cross the face
With a swing of her umbrella
The fourth one, that was nastier,
Went off to get a policeman.

For, nowadays it’s  ludicrous
Without being a weirdo, you can’t
Give flow’rs to beautiful strangers.
We have fallen so low, so low….
And that poor little rosebud
Became the tunic buttonhole
Of some vile police inspector
What a disgrace!

That bottle had fallen out of
The cassock of the local priest
Coming out of mass quite plastered.
A bottle of quality wine
Consecrated, vintage divine,
I picked it up without remorse.

And I went on my way looking for, full of hope
A worthy dry gullet to help me to drink it.
For it is one of the worst perversions that be
To hold consecrated wine for yourself alone

The first one turned down my glassful
Giving me a very stern look
The second told me for a laugh
To go sober up somewhere else,
If the third one, right there and then
Threw the nectar back in my face
The fourth one, that was nastier,
Went off to get a policeman.

For, nowadays it’s  ludicrous
Without being a weirdo, you can’t
Share a round of drinks with strangers,
We have fallen so low, so low.
With the self-same bottle of wine
Consecrated, vintage divine,
T’was the cops that wet their whistle
A real scandal!

That poor little shake of the hand
Lay there on the way, forgotten
By two friends now at daggers drawn.
Looking somewhat disconcerted
It was left there down in the ditch
I picked it up without remorse.

And I went on my way with the full intention
To see that the man to man gesture was passed on
For it is one of the worst perversions that be
To hold on to a handshake for yourself alone.

The first told me to “Just clear off !”
I’d be scared of dirtying my gloves.”
The second piously gave me
One hundred sous, fake moreover.
If the third one, an uncouth oaf,
Spat into the hand I proffered,
The fourth one, that was nastier,
Went off to get a policeman.

For, nowadays it’s  ludicrous
Without being a weirdo, you can’t
Exchange handshakes with pure strangers
We have fallen so low, so low.
And the poor shake of the hand
Victim of an inhuman fate
Went to finish its career
Impounded by the law.

inviata da Riccardo Venturi - 13/10/2015 - 15:21




Lingua: Russo

La versione russa interpretata da Aleksandr Avanesov
Russian version performed by Aleksandr Avanesov

Un film d'animation de Serguei Orlov d'apres la version russe de la chanson de Georges Brassens "La rose, la bouteille et la poignée de main". Chant et guitare - Alexandre Avanessov, deuxieme guitare - Viatcheslav Golikov, contrebasse - Alexandre Baidakov



Анимационный фильм Сергея Орлова на сюжет песни Жоржа Брассенса "Роза,бутылка и рукопожатие" в русском переводе. Вокал и гитара - Александр Аванесов, вторая гитара - Вячеслав Голиков, контрабас - Александр Байдаков
РОЗА, БУТЫЛКА И РУКОПОЖАТИЕ

Выпала роза из венка
Вояки-маразматика
И выйдя молча из толпы
Розу я подхватил в момент
Когда на флаг и монумент
Глазели все, задравши  лбы.

Стал я смотреть, кому б преподнести цветок
Чей кружевной корсаж он бы украсить мог
Так как ведь это извращение и грех
Взять для себя цветок, что так хорош для всех
    
Та, что прелестней всех была  
С презреньем носом повела.
А вторая - бросилась прочь   
Призывая граждан помочь
Третья меня без лишних фраз
Зонтом шарахнула меж глаз
Четвертая - гнусней всего
Звать стала полицейского
    
Ну, докатились! Как же жить?!
Красоткам нынче просто так
Попробуй розу предложить
Сейчас же спустят всех собак
И полицейский комиссар
Цветочек мой, небесный дар
Небрежно в лацкан вставил свой
Тоска тоской!

Эту бутылку потерял
Аббат, что явно перебрал.
В сутане прятал он ее
Взял я, что сам он обронил
Да и кому достало б сил
Не взять подобное питье?

Снова надежды полн продолжил я свой путь
Чтоб опрокинуть ту находку с кем-нибудь
Так как едва ль что в мире может хуже быть
Чем  в одиночку этакую прелесть пить

Первый такой вдруг бросил взгляд
Что отшатнулся я назад
А второй сказал:"С алкашом
Я не пью" и дальше пошел
Третий, хотя и не был пьян  
В лицо мне выплеснул стакан.
Четвертый  - что грустней всего
Стал искать полицейского          
                            
Ну, докатились! Как же жить?!
На улице ты просто так
Попробуй выпить предложить  
Сейчас же спустят всех собак
И этот марочный нектар
Благословенный божий дар
В глотку жандармскую попал
Какой скандал!

Рукопожатие в пыли
Друзья валяться обрекли
Столкнувшись в ссоре наповал
Так и валялось там оно
Беспомощно, обречено
Его я  просто подобрал

И вновь продолжил путь надежды полон весь    
Чтоб по рукам пустить сей дружелюбья  жест  
Так как нелепей вряд ли можно что сыскать
Чем самому себе сердечно руку жать

Первый сказал мне:"Отвали
Перчаток мне не запыли"
А второй сто су вздумал дать
Но фальшивых, к слову сказать
Третий - ну, что за моветон       
В ладонь мне плюнул, охломон
Четвертый  - пакостней всего
Стал искать полицейского        
    
Ну, докатились! Как же жить?!
Прохожим нынче просто так
Рукопожатье предложи
Сейчас же спустят всех собак
Рукопожатию злой рок
Судил безжалостный итог:
Бесславно кончить дни свои
Опять в пыли.

inviata da Riccardo Venturi - 13/10/2015 - 15:55


15 ottobre 1969: Concerto completo di Georges Brassens al teatro Bobino



Si tratta del concerto in cui Brassens presentò per la prima volta La rose, la bouteille et la poignée de mains, appena composta (e che apre il concerto). Da notare che, come gli accadeva spesso, Brassens ad un certo punto ha un'incertezza sul testo. Dichiarò una volta che le sue canzoni erano generalmente molto lunghe e complesse, e che faceva molta fatica a memorizzarle immediatamente. Una testimonianza d'eccezione, che ci fa vedere anche il modo in cui Brassens si esibiva in scena: una chitarra, una sedia, il fido contrabbassista Pierre Nicolas e nient'altro, senza dire una parola al pubblico. Solo un uomo e le sue canzoni.

Riccardo Venturi - 13/10/2015 - 15:32




Pagina principale CCG

Segnalate eventuali errori nei testi o nei commenti a antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org