Lingua   

La strada del davai

Massimo Priviero
Lingua: Italiano (Veneto)


Massimo Priviero

Lista delle versioni e commenti


Ti può interessare anche...

Consuelo
(I Luf)
Vento
(I Luf)
Giustizia e libertà
(Massimo Priviero)


Da "Dolce Resistenza" [2006]
Dal Sito ufficiale di Massimo Priviero
Ispirata all'omonimo libro di Nuto Revelli.

priv


Ufficiale degli alpini in Russia, protagonista della Resistenza nel cuneese, Revelli si è battuto per dar voce ai dimenticati di sempre: i soldati, i reduci, i contadini delle campagne più povere. Questa è la testimonianza delle storie vere e tragiche di cui furono protagonisti gli alpini della Cuneese sul fronte russo: lo sfacelo di un esercito, la tragedia di uomini gettati allo sbaraglio, beffati e traditi, che pure riscoprirono in sé le profonde ragioni della dignità del vivere. "La strada del davai ("avanti, cammina!" in russo) non mi ha fatto dormire - ricorda Mario Rigoni Stern - non perché i fatti raccontati mi siano nuovi, ma per la verità atroce che continua nella vita dei sopravvissuti, e per la luce in cui sono messe queste testimonianze".


“Cos’altro potrei dire di DAVAI che non ho già detto in una delle mille volte che l’ho suonata! A volte mi chiedo quale incastro di pensieri e di sentimenti mi portarono a scriverla, insieme al fatto che sia ad oggi l’unica canzone che ho inciso e che canto in buona parte nella mia lingua veneta. Più volte ho narrato dei miei viaggi in quel di Asiago, all’epoca, per far sentire e poi a ruota ragionare insieme a Mario Rigoni Stern su canzoni come Davai. Ma quello che ancora oggi mi sorprende di più è tornare proprio a quando tradussi questa canzone in veneto. La cosa mi sembrava davvero strana e non era mai stato un pensiero che avevo inseguito, ma la melodia e le parole del testo si piegarono quasi in tempo reale e davvero tutto sembrava suonare al meglio. In tempo reale. Come se così fosse nata, anche se così non era stato. Sorprendente, per molti versi affascinante. E, anni dopo, sono debitore e ringrazio di cuore vari musicisti di altre terre d’Italia che l’hanno tradotta nel loro dialetto. Il salto di ottava nella voce credo le dia quell’intensità che cercavo, in un modo assai poco cantautorale per fortuna, almeno secondo i miei gusti e i miei canoni. Intendo dire che il “modo cantautorale” l’avrebbe certamente tenuta ferma col forte rischio di essere autoreferenziale ed esclusivamente di sapore malinconico. Non amo questo modo di procedere, come sapete, e finché arriva la mia voce credo che sia cosa giusta usarla. In questo caso specifico, direi per aumentare il tasso di drammaticità della storia. Tuttavia, non scordate mai che DAVAI (che vale in traduzione come un Vai avanti) non ha solo senso nella sofferenza della marcia ma si traduce anche in termini di resistenza e di forza proprio per andare avanti. E, proprio, per questo, val proprio la pena che la voce nella seconda parte riesca ad alzarsi per sostenere il cammino. Un cammino che spero non si fermi mai, anche nel ricordo della gente di cui siamo figli e debitori e ai quali, idealmente, questa canzone è dedicata.”

Massimo Priviero
Lo sai mamma mia che freddo fa stasera
E quanti occhi senza niente accanto a me
Chissà se mai la finirà, chissà se tu mi rivedrai
Son sulla strada, la strada del davai

Mama i dixe che i russi xe buoni
Che li xe contadini come noi italiani
Ma vedo i grandi carri armati e no li sembra mai finir
Ti sa mama mia, xe ‘l to fiol che ‘l va a morir

Mama ti lo sa son combatente
Ma questa no xe guera questo xe copar la xente
Gnanca la slitta gà più fià e noi no se fermemo mai
Lungo la strada, la strada del davai

Mama forse te se saret sol tò balcù
Pagares or par ‘n tond de sena e pa
Par pode durmì al cold e dopo torna ‘n dre
Mama cara, troe po la bie

Mama, quanto freddo e quanta neve
Che se ghe xe un buon dio, lui forse nol ne vede
Mi non so che cosa fasso qua, lontano da la terra mia

Mama, la guera xe una malatia
Lo sai mamma mia che freddo fa stasera
E quanti occhi senza niente accanto a me
Chissà se mai la finirà,chissà se tu mi rivedrai
Son sulla strada, la strada del davai
Son sulla strada, la strada del davai

inviata da adriana - 17/12/2006 - 13:02




Lingua: Italiano

traduzione in italiano dal veneto
(accoglie le correzioni di davide)
LA STRADA DEL DAVAI

Lo sai mamma mia che freddo fa stasera
E quanti occhi senza niente accanto a me
Chissà se mai la finirà, chissà se tu mi rivedrai
Son sulla strada, la strada del davai

Mama dicono che i russi siano buoni
Che sono contadini come noi italiani
Ma vedo i grandi carri armati e sembra che non finiscano mai
Lo sai mamma mia, è tuo figlio che va a morir e

Mamma tu lo sai sono combattente
Ma questa no è guerra è ammazzar la gente
neanche la slitta ha più fiato e noi non ci fermiamo mai
Lungo la strada, la strada del davai

Mamma, tu sarai forse alla finestra
e io darei dell'oro per del pane con la minestra
e per poter dormire al caldo e tornar verso casa mia
mamma cara, io non trovo più la via

Mamma, quanto freddo e quanta neve
se c'è un buon dio, lui forse non ci vede
Io non so che cosa faccio qua, lontano dalla terra mia

Mamma, la guera è una malattia
Lo sai mamma mia che freddo fa stasera
E quanti occhi senza niente accanto a me
Chissà se mai la finirà,chissà se tu mi rivedrai
Son sulla strada, la strada del davai
Son sulla strada, la strada del davai

inviata da DoNQUijote82 - 26/6/2014 - 16:04




Lingua: Inglese

Versione inglese
2007
Rock & poems
r&p
MARCHIN 'ON

Mother, can you feel this cold wind blowing?
Mother, can you see through distant eyes?
And shall this coop a far end,
shall we ever meet again
As I'm walking on a road that never ends

Mother, they say our enemies are good guys
They till the ground as we all do in our homeland
But I see many huge cold tanks
stapping lightling every night
Oh mother, am I really going to fight?

Mother, I am dressed up like a soldier
but they say now war is [...]
Even our hearts are beating slow
Even my shoes are now long gone
Oh mother, we are still marchin' on

Mother are you still tending the garden?
I'd pay a gold mine to work back there with you
to watch the trees beyond the pond
to feel the warm breeze of the sea
Oh mother, why did they lie to me?

Mother, here the rain is falling harder
and God has turned his eyes away from me
I don't why we are fighting on
Here in this land so far from home
Oh mother, we are still marchin'on

Mother, can you fell this cold wind blowing?
Mother, can you see through distant eyes?
And shall this night will ever end,
shall we ever meet again
As I'm walking on a road that never ends

We don't why we are fighting on
Though we're stil trying to carry on
Oh mother, we are still marchin'on

inviata da donquijote82 - 25/6/2014 - 12:52




Lingua: Italiano (Veneto)

La versione di Massimo Priviero con i Luf

2014
Terra & Pace. 1915-2015: cent’anni di gratitudine
terra e pace

Viene aggiunta una strofa con riferimento alla Prima Guerra Mondiale


class="youtubeembed" id="bKribIUFrmc
">
Lo sai mamma mia che freddo fa stasera
E quanti occhi senza niente accanto a me
Chissà se mai la finirà, chissà se tu mi rivedrai
Son sulla strada, la strada del davai

Mama i dixe che i russi xe buoni
Che li xe contadini come noi italiani
Ma vedo i grandi carri armati e no li sembra mai finir
Ti sa mama mia, xe ‘l to fiol che ‘l va a morir

Mama ti lo sa son combatente
Ma questa no xe guera questo xe copar la xente
Gnanca la slitta gà più fià e noi no se fermemo mai
Lungo la strada, la strada del davai

Mama penso al papà là in riva al Piave
chissà se sul Montello[1] ghe s'è il sole oppure piove
dighe che son suo figlio alpino lontano dalla zente sua
dighe che il cuor xe forte ma penso a casa mia

Mama, quanto freddo e quanta neve
Che se ghe xe un buon dio, lui forse nol ne vede
Mi non so che cosa fasso qua, lontano da la terra mia
Mama cara, la guera xe una malatia

Lo sai mamma mia che freddo fa stasera
E quanti occhi senza niente accanto a me
Chissà se mai la finirà,chissà se tu mi rivedrai
Son sulla strada, la strada del davai
Son sulla strada, la strada del davai
[1] Dopo la rotta di Caporetto, il colle del Montello fu colpito dai duri combattimenti della prima guerra mondiale, in quanto si trovava al centro del fronte del Piave. Fu il principale obiettivo dell'offensiva austriaca del 15 giugno 1918; l'VIII armata italiana comandata dal generale Giuseppe Pennella riuscì, però, a contenere lo sfondamento e poi a respingere il nemico oltre il Piave.

inviata da dq82 - 14/8/2016 - 22:59


spettacolo fratè

Armando - 1/11/2007 - 21:04


Questa canzone mi commuove sempre. Mi fa immaginare quegli alpini nella ritirata del Don con il freddo e la fame a morire ...la casa lontana, irragiungibile...e al cielo chissà quante preghiere e imprecazioni salivano...
Come si fa a non piangere...Grazie massimo che li hai ricordati.Nonna Alba.

PIeralba Merlo - 13/3/2009 - 00:48


Sono il maestro del Coro A.N.A. di Melzo (Mi), mi complimento per il Cd Terra e Pace che un mio corista mi ha dato in ascolto.
Essendo il mio Coro associato a U.N.I.R.R., chiedo, se possibile, come posso avere la melodia completa de "la strada del davai"? Non collaboriamo anche con gruppo strumentale (violini-flauto-viola-fisarmonica-chitarra-tromba-organo) che ci può supportare.
Grazie e complimenti sinceri!
Emilio Scarpanti - www.coromelzo.it - 3339474234

EMILIO SCARPANTI - 19/9/2016 - 11:32




Pagina principale CCG

Segnalate eventuali errori nei testi o nei commenti a antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org