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Δυο αγάπες

Sofia Vembo / Σοφία Βέμπο


Sofia Vembo / Σοφία Βέμπο

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Dyo agápes
[1941]
Στίχοι: Κώστας Κοφινιώτης
Μουσική: Μιχάλης Σουγιούλ
Parole: Kóstas Kofiniótis
Musica: Michális Sougioúl
Tango strappalacrime ma resistenziale inciso dalla Vembo nel 1941

Δυο αγάπες
Δυο αγάπες στη καρδιά μου έχω κλείσει,
η πατρίδα η μια, κι η άλλη εσύ,
δυο αγάπες που με έχετε μεθύσει,
με της δόξας και του πόθου το κρασί.

Τώρα όμως που η πατρίδα με γυρεύει
και στον πόλεμο η φωνή της με καλεί,
η αγάπη μου για `κείνη περισσεύει
και σ’ αφήνω, έχε γεια μ’ ένα φιλί.

Μη δακρύσεις που σ’ αφήνω
και στον στον πόλεμο θα πάω,
μη ζηλέψεις που την άλλη
πιο πολύ την αγαπάω.

Φίλησέ με δίχως λύπη, διώξε κάθε καρδιοχτύπι,
κάθε πόθο σου τρελό και σαν γνήσια Ελληνίδα
μια και πας για την πατρίδα,
με τη νίκη στο καλό.

Την Ελλάδα αγαπώ αλλά και σένα
μ’ ένα έρωτα μεγάλο αληθινό,
τα γαλάζια σου τα μάτια τα θλιμμένα
το γαλάζιο της θυμίζουν ουρανό.

Μη θαρρείς ότι δε με νοιάζει που σε χάνω,
μα σαν Έλληνας τον όρκο μου κρατώ
κι αν για `κείνη σκοτωθώ εκεί επάνω,
πρέπει να `σαι υπερήφανη γι’ αυτό.

Μη δακρύσεις που σ’ αφήνω
και στον στον πόλεμο θα πάω,
μη ζηλέψεις που την άλλη
πιο πολύ την αγαπάω.

Φίλησέ με δίχως λύπη, διώξε κάθε καρδιοχτύπι,
κάθε πόθο σου τρελό και σαν γνήσια Ελληνίδα
μια και πας για την πατρίδα,
με τη νίκη στο καλό.

inviata da Bernart Bartleby - 10/7/2015 - 11:18



Lingua: Italiano

Traduzione di Riccardo Venturi
10 luglio 2015
DUE AMORI

Due amori ho racchiusi dentro al mio cuore,
uno è la patria, e l'altro sei tu,
due amori di cui mi avete inebriato
col vino della gloria e del desiderio.

Ora che la patria mi cerca
e che la sua voce mi chiama alla guerra,
aumenta l'amore che ho per lei
e ti lascio, addio e un bacio.

Non piangere se ti lascio
e vado alla guerra,
non esser gelosa che io ami
l'altra più di te.

Baciami senza pena, caccia via ogni palpito,
ogni tuo folle desiderio, e ti dico da vera greca:
poiché parti per la patria,
Dio ti assista con la vittoria.

Amo la Grecia, ma anche te
d'un amore grande e vero,
i tuoi occhi azzurri tristi
ricordano il suo cielo azzurro.

Non credere che non m'importi perderti,
ma da greco mantengo il mio giuramento
e se per Lei sarò ucciso lassù
dovrai esserne fiera.

Non piangere se ti lascio
e vado alla guerra,
no esser gelosa che io ami
l'altra più di te.

Baciami senza pena, caccia via ogni palpito,
ogni tuo folle desiderio, e ti dico da vera greca:
poiché parti per la patria,
Dio ti assista con la vittoria.

10/7/2015 - 16:39


Tanto per continuare il discorso di prima sui contesti storici, io non chiamerei questa canzone un "tango resistenziale". Sofia Vembo, di cui pure abbiamo diverse canzoni qua, va, diciamo, presa con le molle: è stata una specie di eroina patriottica nazionale al tempo dell'ìnvasione italiana del '40, quando il fascista Metaxas (che di Mussolini era peraltro ammiratorissimo!) si ritrovò a dover dire OXI (toh) all'ultimatum del Dvce che voleva "spezzare le reni alla Grecia" e che, senza l'aiutino di Hitler, sarebbe stato ricacciato a calci nel culo al di là dello Ionio. Le canzoni patriottiche di Sofia Vembo sono, in massima parte, canzoni di propaganda bellica, non "resistenziale". Incitano alla guerra contro l'invasore, ardono di amor patrio e tutto il resto, ma verrebbe da chiedersi che differenza ci sia tra una canzone come questa e, ad esempio, la canzonetta italiana fascista che dice Mamma non piangere se c'è l'avanzata / tuo figlio è forte e paura non ha / asciuga il pianto della fidanzata" ecc. ecc. (si veda Inni e canti dell'Italia fascista; è il "Canto degli Arditi"). Con questo "spirito", ad esempio, anche la Giunta dei Colonnelli ha potuto mantenere la gloria della guerra contro l'invasione italiana, l'eroismo ellenico eccetera, pur essendo formata da fascistoni clamorosi (come nonno Metaxas); e, del resto, alla stessa Sofia Vembo fu decretato l'onore del grado di maggiore dell'Esercito Greco! Insomma, anche questa canzone va letta nel suo contesto, che spero di avere aiutato a chiarire. Non è certamente una "canzone contro la guerra" (tutt'altro, direi...), ma neppure una canzone di Resistenza. E' una canzone di esaltazione patriottica in un momento particolare, specialità riconosciuta della Vembo. Ma, del resto, anche gli "Albadoristi" attuali riconoscono la "grande guerra patriottica" mentre sulle loro riviste e sui muri mettono svastiche e ritratti di Hitler...insomma, io con le canzoni della Vembo ci andrei parecchio, ma parecchio cauto. Anche se non bisogna scordare il suo nobile comportamento la sera del 17 novembre 1973, quella del soffocamento nel sangue della rivolta del Politecnico, quando aprì le porte di casa sua riempiendola di studenti in fuga inseguiti da agenti e soldati (che non osarono violare la casa della "Cantante della Vittoria").

Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 10/7/2015 - 16:54


Hai perfettamente ragione. Un attimo dopo averla contribuita, ci ho ragionato sopra e mi sono accorto di aver usato l'aggettivo a sproposito.
Resta comunque il fatto che si tratta di una canzone contro l'invasione italiana e - forse già anche - nazista (aprile 1941).
Non mi risulta - ma correggimi se sbaglio - che la Grecia in epoca moderna abbia mai invaso nessuno, a parte la breve occupazione di Smirne nel 1919, che però era fondata su di un trattato sottoscritto all'indomani della gine della Grande Guerra...

Quindi, non certo una canzone della Resistenza ma "resistenziale" forse un pochetto ci sta.

Grazie per le necessarie precisazioni.

B.B. - 10/7/2015 - 19:27


Lascio il meraviglioso refuso della "gine della Grande Guerra", perché immaginarsi una ginecologa in trincea mi sta facendo, mi si perdoni il sacrilegio, letteralmente rotolare sul pavimento dalle risate :-PPP
Grazie per questo momento di sano buonumore :-PPP

Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 10/7/2015 - 19:38


In margine, un particolare. Si sarà notato come, nella canzone, il tizio che parte per la guerra ha "gli occhi azzurri e tristi". Nella canzone greca, gli occhi azzurri maschili colpiscono sempre l'immaginario, sia che siano reali (quelli di Sotiris Petroulas, che li aveva azzurri per davvero: Τα γαλάζια μάτια σου μας καλούνε) e quelli "letterari". Preso per assunto che, in Grecia, ci saranno senz'altro uomini con gli occhi azzurri ma che non siamo certo in Finlandia), a me pare un'immagine leggermente "ariana". Curiosa assai anche l'origine del termine "azzurro" in greco: lingua poverissima di termini primari per i colori (sono solo due: μαύρος "nero" e άσπρος "bianco"), tutti gli altri sono derivati per associazioni a volte ovvie (κόκκινος "rosso" dalla cocciniglia, ad esempio) e a volte bizzarre. Quello per "azzurro", γαλάζιος, deriva chiaramente da γἀλα "latte". Si vede che in Grecia il latte è azzurro, come quello preparato da Bridget Jones. Questo vale solo per l'azzurro, ovvero per il blu più chiaro: per "blu" generico, i greci non hanno saputo far di meglio che prendere direttamente il francese μπλε. Dicono quindi come a Livorno, "to fo blé da' picchi ner muso".

Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 10/7/2015 - 20:49




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