Petits conscrits de vingt ans,
Ohé la classe !... en partant
A l'Armée,
Si l'un d'entre vous ne sait
Pas encor ce que c'est
Que l'Armée,
Hâtez-vous donc d'entonner
Avant d'être bâillonnés
Par l'Armée,
Cette petite chanson
Pour tuyauter ce garçon
Sur l'Armée
C'est l'exil du nid chéri
Où tes amours ont fleuri
Que l'Armée !
Adieu les petits mots doux
On va t'en foutre, mon chou
Dans l'Armée :
En entendant résonner
Les jurons des galonnés
De l'Armée
Hélas ! bien souvent ton front
Frémira sous les affronts
De l'Armée...
Morne et docile troupeau
Amassé sous un drapeau :
C'est l'Armée !
Petit bleu, malheur à toi !
Si tu ne marches pas droit
A l'Armée
Car les bagnes algériens
Ne sont pas faits pour les chiens
Dans l'Armée,
Et les horreurs qu'on subit
Au fin fond de Biribi :
C'est l'Armée
La gardienne qui défend
Le Capital triomphant
C'est l'Armée !
Si ton père et tes frangins
Font grève le mois prochain,
Dans l'Armée
Vers l'usine on t'enverra
Sac au dos et l'arme au bras
Toute armée,
Pour tirer sur tes parents (!) :
Voilà pourquoi l'on te prend
A l'Armée !
Ce salaud qui cravacha
Un jour un de ses soldats :
C'est l'Armée !
Duléry mis au poteau
D'autres l'y suivant bientôt :
C'est l'Armée !
Nos rapines de coquins
Parmi les douars marocains !
C'est l'Armée,
Et le souvenir vermeil
De Narbonne et de Draveil
C'est l'Armée
Mais à présent, avant tout,
C'est toi ! mon gâs et c'est nous
Cette Armée !
On verra bien, Nom de Dieu !
Si l'on fait ce que l'on veut
De l'Armée?
Le chemin ouvert déjà
Par le dix-septième est là,
Dans l'Armée !
Conscrit, tu t'en souviendras
Tout le temps que tu seras
A l'Armée!
Ohé la classe !... en partant
A l'Armée,
Si l'un d'entre vous ne sait
Pas encor ce que c'est
Que l'Armée,
Hâtez-vous donc d'entonner
Avant d'être bâillonnés
Par l'Armée,
Cette petite chanson
Pour tuyauter ce garçon
Sur l'Armée
C'est l'exil du nid chéri
Où tes amours ont fleuri
Que l'Armée !
Adieu les petits mots doux
On va t'en foutre, mon chou
Dans l'Armée :
En entendant résonner
Les jurons des galonnés
De l'Armée
Hélas ! bien souvent ton front
Frémira sous les affronts
De l'Armée...
Morne et docile troupeau
Amassé sous un drapeau :
C'est l'Armée !
Petit bleu, malheur à toi !
Si tu ne marches pas droit
A l'Armée
Car les bagnes algériens
Ne sont pas faits pour les chiens
Dans l'Armée,
Et les horreurs qu'on subit
Au fin fond de Biribi :
C'est l'Armée
La gardienne qui défend
Le Capital triomphant
C'est l'Armée !
Si ton père et tes frangins
Font grève le mois prochain,
Dans l'Armée
Vers l'usine on t'enverra
Sac au dos et l'arme au bras
Toute armée,
Pour tirer sur tes parents (!) :
Voilà pourquoi l'on te prend
A l'Armée !
Ce salaud qui cravacha
Un jour un de ses soldats :
C'est l'Armée !
Duléry mis au poteau
D'autres l'y suivant bientôt :
C'est l'Armée !
Nos rapines de coquins
Parmi les douars marocains !
C'est l'Armée,
Et le souvenir vermeil
De Narbonne et de Draveil
C'est l'Armée
Mais à présent, avant tout,
C'est toi ! mon gâs et c'est nous
Cette Armée !
On verra bien, Nom de Dieu !
Si l'on fait ce que l'on veut
De l'Armée?
Le chemin ouvert déjà
Par le dix-septième est là,
Dans l'Armée !
Conscrit, tu t'en souviendras
Tout le temps que tu seras
A l'Armée!
inviata da Bernart Bartleby - 11/6/2015 - 12:16
Lingua: Italiano
Traduzione italiana / Traduction italienne / Italian translation / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 27-02-2020 04:16
Riccardo Venturi, 27-02-2020 04:16
CANZONE DI LEVA
Soldatini di leva di vent'anni,
Ehilà la classe !... [1], che partite
per il militare,
se qualcuno di voi non sa
ancora quel che è
l'esercito,
sbrigatevi dunque a intonare,
prima d'essere imbavagliati
dall'esercito,
questa canzoncina
per dare una dritta a quel ragazzo
sull'esercito
È l'esilio dal nido amato
dove i tuoi amori son fioriti,
l'esercito!
Addio alle paroline dolci,
ti striglieranno, tesoro mio
nell'esercito :
quando sentirai risuonare
i mòccoli dei graduati
dell'esercito,
ahimè !, spesso la tua fronte
fremerà sotto gli affronti
dell'esercito...
Gregge docile e spento,
ammassato sotto una bandiera :
ecco l'esercito!
Piccola recluta, son cavoli tuoi
se tu non righi dritto
nell'esercito,
perché i bagni in Algeria
son peggio che per i cani
nell'esercito,
e così gli orrori che si patiscono
laggiù in fondo al Biribi :
ecco l'esercito.
È il guardiano che difende
il capitale trionfante,
l'esercito!
Se tuo padre e i tuoi fratelli
faran sciopero il mese prossimo,
là nell'esercito
ti manderanno alla fabbrica
con lo zaino ed arma in pugo
ben caricata,
a sparare sui tuoi parenti (!) :
ecco perché ti si prende
nell'esercito !
Quello stronzo che ha frustato
un giorno un suo soldato :
è l'esercito !
Duléry fucilato
e altri lo saranno presto :
è l'esercito!
Le nostre rapine da furfanti
nei villaggi marocchini !
È l'esercito,
e il ricordo rosso sangue
di Narbona e di Draveil,
è l'esercito.
Ma adesso, soprattutto,
sei tu, ragazzo mio, e siamo noi
quell'esercito!
Si starà ben a vedere, santoddìo !
E se si facesse quel che si vuole
dell'esercito?
La strada già aperta
dal Diciassettesimo eccola là,
nell'esercito!
Soldato di leva, ricordatene
per tutto il tempo che starai
nell'esercito!
Soldatini di leva di vent'anni,
Ehilà la classe !... [1], che partite
per il militare,
se qualcuno di voi non sa
ancora quel che è
l'esercito,
sbrigatevi dunque a intonare,
prima d'essere imbavagliati
dall'esercito,
questa canzoncina
per dare una dritta a quel ragazzo
sull'esercito
È l'esilio dal nido amato
dove i tuoi amori son fioriti,
l'esercito!
Addio alle paroline dolci,
ti striglieranno, tesoro mio
nell'esercito :
quando sentirai risuonare
i mòccoli dei graduati
dell'esercito,
ahimè !, spesso la tua fronte
fremerà sotto gli affronti
dell'esercito...
Gregge docile e spento,
ammassato sotto una bandiera :
ecco l'esercito!
Piccola recluta, son cavoli tuoi
se tu non righi dritto
nell'esercito,
perché i bagni in Algeria
son peggio che per i cani
nell'esercito,
e così gli orrori che si patiscono
laggiù in fondo al Biribi :
ecco l'esercito.
È il guardiano che difende
il capitale trionfante,
l'esercito!
Se tuo padre e i tuoi fratelli
faran sciopero il mese prossimo,
là nell'esercito
ti manderanno alla fabbrica
con lo zaino ed arma in pugo
ben caricata,
a sparare sui tuoi parenti (!) :
ecco perché ti si prende
nell'esercito !
Quello stronzo che ha frustato
un giorno un suo soldato :
è l'esercito !
Duléry fucilato
e altri lo saranno presto :
è l'esercito!
Le nostre rapine da furfanti
nei villaggi marocchini !
È l'esercito,
e il ricordo rosso sangue
di Narbona e di Draveil,
è l'esercito.
Ma adesso, soprattutto,
sei tu, ragazzo mio, e siamo noi
quell'esercito!
Si starà ben a vedere, santoddìo !
E se si facesse quel che si vuole
dell'esercito?
La strada già aperta
dal Diciassettesimo eccola là,
nell'esercito!
Soldato di leva, ricordatene
per tutto il tempo che starai
nell'esercito!
Vorrei far notare un aspetto semantico di non poco conto: sia in Francia che in Italia (ma credo sia un fatto comune ad altri paesi europei e non) quello che oggi si conosce come “Ministero della Difesa” è stato fino all’immediato secondo dopoguerra (1947-48) il “Ministero della Guerra”, cui oltretutto si affiancavano autonomamente un “Ministero della Marina” e un “Ministero dell’Aeronautica”… Tanto per rimarcare ancora una volta quale fosse il potere e quali le finalità dichiarate della casta militare…
Bernart Bartleby - 11/6/2015 - 13:11
Già, vista la situazione globale suggerirei di uniformare la dicitura in "Ministero della Pace delle Tombe", o "della Pace Eterna"...
Bernart Bartleby - 11/6/2015 - 14:04
×
Versi di Gaston Couté, pubblicati sul settimanale socialista ed antimilitarista “La Guerre Sociale” (numero dal 5 all’11 ottobre 1910), poi nel quarto volume de “L’Intégrale du Vent du Ch’min”, pubblicazione integrale in cinque volumi delle opere di Couté realizzata dalle edizioni “Le vent du ch'min” tra il 1976 ed il 1977 e riedita nel 2013 dalle edizioni “La Matière Noire”.
Sull’aria de “La terre” di Jules Jouy
Povero coscritto di vent’anni, dì pure addio ai tuoi amori, d’ora innanzi saranno cazzi amari, amarissimi se non righerai dritto e finirai nei battaglioni di disciplina nelle colonie d’Africa! Docile pecora all’ombra della bandiera, ti potrà anche capitare di essere mandato a sparare sui tuoi stessi familiari in sciopero, come è successo tante volte, per esempio a Draveil e Villeneuve-Saint-Georges… Povero coscritto di vent’anni, “c'est ça l’Armée!”
Nella penultima strofa Couté fa riferimento alla penosa e scandalosa vicenda di un soldato chiamato Duléry, condannato a morte perché, mentre era rinchiuso in una prigione militare, aveva resistito alle vessazioni di un sergente carceriere, picchiandolo e accoltellandolo. All’epoca in cui Couté componeva questa canzone Duléry era ancora in attesa della condanna, poi eseguita l’anno successivo, nonostante che il poveretto avesse inoltrato domanda di grazia al Presidente. Solo dopo si scoprì che la sua richiesta non era stata trasmessa a chi di dovere ed era rimasta volutamente nel cassetto del ministro della guerra, il generale Brun. L’affaire Duléry rivelò chiaramente lo strapotere – potere di vita e di morte – dei vertici militari, consiglio di guerra in testa, che infatti negli anni successivi osteggiarono ogni progetto di riforma legislativa volta a garantire ai soldati condannati di fare appello e di chiedere la grazia. La conseguenza inevitabile e diretta fu l’esecuzione sommaria di centinaia di “disertori” e di “codardi” nelle trincee della Grande Guerra.
Da rimarcare che in questo senso il più feroce tra tutti i generali fu proprio Pétain, e sappiamo bene chi fu e cosa fece sia tra il 14 e il 18, sia tra il 40 e il 44…
Nell’ultima strofa Couté ricorda invece un famoso episodio accaduto nel 1907 nella regione di Béziers, quando i soldati di un battaglione, mandati a reprimere uno sciopero di contadini, si rifiutarono di sparare sui manifestanti, come loro ordinato dagli ufficiali, e, anzi, fraternizzarono con la folla. Si veda al proposito Gloire au Dix-septième di un altro Gaston, Gaston Montéhus.