Luna nuova, luna d'aprile
che cosa fai nel mio cortile
luna sottile che tagli la notte
entra in casa a dormire
Ma come mai? Luna pigra
ti alzi tardi e stai a guardare
mi vieni vicino come quando abbracci il mare
e ti lasci toccare
Rotoli nel cielo
bianca dentro nero
Lontana e grande, luna piena
come una madre che aspetta serena
ma la terra di oggi sempre meno sicura
per il suo figlio ha paura
Domani si vedrà come andrà a finire
ubriachi di parole e troppo poco di vino
come puoi vedere
qui ci diamo da fare
finiremo cosi usando le fionde
se vivremo domani torneremo alla mani
duemila anni di guerra non han fermato i figli
di questa terra
bianca dentro nero
Rompersi la testa per sapere se è bene
arrivare all'ultima festa
come puoi vedere
una voglia ci resta
mettere l'azzurro sul grigio di una strada
e provare a sentire il rumore del mare
duemila anni di guerra
non han fermato i figli
di questa terra
Luna Nuova, luna d'aprile
mi trovi sveglio nel mio cortile
luna sottile che tagli la notte
che cosa fai nel mio cortile
luna sottile che tagli la notte
entra in casa a dormire
Ma come mai? Luna pigra
ti alzi tardi e stai a guardare
mi vieni vicino come quando abbracci il mare
e ti lasci toccare
Rotoli nel cielo
bianca dentro nero
Lontana e grande, luna piena
come una madre che aspetta serena
ma la terra di oggi sempre meno sicura
per il suo figlio ha paura
Domani si vedrà come andrà a finire
ubriachi di parole e troppo poco di vino
come puoi vedere
qui ci diamo da fare
finiremo cosi usando le fionde
se vivremo domani torneremo alla mani
duemila anni di guerra non han fermato i figli
di questa terra
bianca dentro nero
Rompersi la testa per sapere se è bene
arrivare all'ultima festa
come puoi vedere
una voglia ci resta
mettere l'azzurro sul grigio di una strada
e provare a sentire il rumore del mare
duemila anni di guerra
non han fermato i figli
di questa terra
Luna Nuova, luna d'aprile
mi trovi sveglio nel mio cortile
luna sottile che tagli la notte
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Album: "Suonare suonare"
Patrick Djivas - basso
Lucio Fabbri - violino, viola e violoncello
Franco Mussida - chitarra
Flavio Premoli - tastiere e voce
Il testo di Premoli, pur partendo da una situazione privata e raccolta, riesce a mettere a fuoco l’inquietudine per il futuro di una terra poco sicura e travagliata, che nel corso dell’ultimo secolo si è trovata due volte sull’orlo dell’abisso più nero (con Hiroshima nel ’45 e con la crisi missilistica di Cuba nel ’62).
Dietro a questi versi c’è lo spettro della guerra, la più pericolosa che si possa immaginare, e sembra esserci anche un suggeritore d’eccezione, perché viene in mente una frase di Albert Einstein, che disse: «Non so con quali armi sarà combattuta la terza guerra mondiale, ma la quarta guerra mondiale sarà combattuta con bastoni e pietre.» Oppure con le fionde, come suggerisce Premoli.
Marco Novaro - I cantastorie elettrici (pt. I)