Noi invece
ci incontrammo
sotto un portico di marmo
con i fiori
che spiravano la nebbia di quei morti
e parlavamo
della vita
Con i giorni
che passavano
sui sagrati delle chiese
a costruire
cattedrali immense e fredde
e parlavamo
di bandiere
La tua tristezza
di cardo nero
appassito e calpestato
Le tue spalle
come specchi per guardare e non vedere
non parlavamo
più di niente
ci incontrammo
sotto un portico di marmo
con i fiori
che spiravano la nebbia di quei morti
e parlavamo
della vita
Con i giorni
che passavano
sui sagrati delle chiese
a costruire
cattedrali immense e fredde
e parlavamo
di bandiere
La tua tristezza
di cardo nero
appassito e calpestato
Le tue spalle
come specchi per guardare e non vedere
non parlavamo
più di niente
inviata da Bernart Bartleby - 18/2/2015 - 21:17
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Scritta da Claudio Rocchi e Franco Fabbri
Nell’album d’esordio degli Stormy Six (l’unico con Claudio Rocchi) intitolato “Le idee di oggi per la musica di domani”
Forse una scrittura ancora un po’ acerba, incerta... Eppure questa canzone mi sembra che in tre strofe sintetizzi la parabola di un’epoca intera, quella della Contestazione, dell’opposizione al genocidio in Vietnam, quella in cui apparati dello Stato e neofascisti preparavano la stagione delle bombe - adombrata nella prima strofa profeticamente, visto che il disco uscì diversi mesi prima della strage di Piazza Fontana - per soffocare nel sangue le istanze di cambiamento, di rivoluzione sociale.