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Canto della Cichero

anonimo
Lingua: Italiano


Lista delle versioni e commenti


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Brigata Caio
(Paolo Castagnino "Saetta")
Preghiera del Ribelle
(Teresio Olivelli)
Sogni
(Grazia Di Michele)


E GIUSTIZIA SARÀ - CANTO DELLA CICHERO
Discografia : Gruppo Folk Italiano di Paolo Castagnino "Saetta": "Canti della Resistenza", Lp - Dischi dello Zodiaco, 1972

Documentazione : "Sulla Terra faremo Libertà" di Giorgio "Getto" Viarengo, 1999

Il canto è stato composto nella primavera del '44 all'interno della divisione Cichero, entroterra di Chiavari. Viene pubblicato sul giornale "Il Partigiano", il 9 Settembre 1944 (vedi foto)

Giornale di "Brigata" della Cichero - A destra la preghiera dei partigiani comunisti.
Giornale di "Brigata" della Cichero - A destra la preghiera dei partigiani comunisti.



CICHERO

Case e piccoli borghi, sparsi alle pendici del monte Ramaceto, la piccola Cichero (frazione del Comune di San Colombano Certenoli) rappresenta nella storia della Resistenza ligure il punto di partenza e di costante riferimento degli eventi più rilevanti del movimento di Liberazione nella nostra regione.


Cichero
Cichero


A Cichero, infatti, Bisagno inizia la sua attività clandestina e dai primi contatti con Bini, Marzo, Moro si forma l'embrione delle prima banda armata dei ribelli al nazifascismo. Nel rigido inverno 1943-44, mentre i tedeschi cercano di rimettere in piedi il governo fantoccio fascista, con il chiaro intento di assicurare al loro esercito di occupazione una parvenza di legittimità, a Cichero, con l'esempio e la guida di Bisagno, si formano moralmente e militarmente i quadri dell'esercito partigiano.
Al riparo del vecchio "Casone dello Stecca", con la fraterna solidarietà e l'affettuoso conforto del Parroco Don Fontana e dell'Enrichetta, che simboleggiano la generosa e coraggiosa partecipazione alla lotta contro o nazifascisti di tutta la gente di Cichero, ha origine la leggenda partigiana delle Divisioni "Cichero".
Dal piccolo nucleo iniziale, alla banda dei ribelli, ed infine all'esercito partigiano che impegnò le armate tedesche della Val Borbera fino ai confini ed oltre delle province di Parma, Piacenza, La Spezia.
Cichero è anche prima nel subire la rabbiosa reazione dei tedeschi e dei fascisti di Spiotta: i rastrellamenti, le feroci rappresaglie.
Nel maggio del 1944 Cichero è all'apice del suo Calvario. I tedeschi ed i fascisti incendiano il paese, razziano il bestiame, arrestano indiscriminatamente donne, vecchi, ragazzi; neanche la Chiesa viene risparmiata dalla furia malvagia degli oppressori; miracolosamente il parroco Don Fontana riesce a sfuggire alla spietata caccia di Spiotta, raggiunge la montagna unendosi ai partigiani. Diviene Don Cichero, Cappellano della omonima Divisiona partigiana.


Cichero : monumento eretto a ricordo della rappresaglia nazifascista del 16 luglio 1944
Cichero : monumento eretto a ricordo della rappresaglia nazifascista del 16 luglio 1944


Mentre i superstiti della tragedia si raccolgono nella chiesa semidistrutta per ritrovare nella fede la speranza, sulla piazza di Borzonasca cade il primo partigiano dei "vecchi" di Cichero: Severino. Legato ad una sedia, prima duramente percosso, poi colpito dalle raffiche di mitra dei fascisti di Spiotta agli arti inferiori, nella sua lunga agonia invoca: "uccidetemi, ho anch'io una mamma".

Severino Raimondo, nato il 22-2-1923 a Licata (Sicilia). Fucilato a Borzonasca il 21 Maggio 1944
Severino Raimondo, nato il 22-2-1923 a Licata (Sicilia). Fucilato a Borzonasca il 21 Maggio 1944


Altri lo seguiranno nella strada del supremo sacrificio per la riscossa del nostro popolo: Beppe, Berto, Pinan, Sergio, e lo stesso Bisagno che, quando la libertà è conquistata, scompare nell'infinito, per mantenere viva nel tempo la leggenda di Cichero e dei suoi partigiani.

testo e immagini tratti da : Genova-Rivista del Comune N.speciale per il 30.le della Liberazione,1975, pag.114-115
Partigiano,
una fede ci lega e c'infiamma:
alza al vento la rossa orifiamma;
come falchi dal monte sul piano
Noi caliamo e giustizia sarà

Partigiano,
nudo e scalzo nel gelido vento,
Riscaldato da un fervido amore,
a vendetta discendi il lamento
del tuo popolo pronto a lenir.

Partigiano,
Cosa importa se il pianto e la morte
Ci separa dai figli: la sorte
È una sola, ma grande ed il canto
Uno solo e giustizia sarà.

Partigiano,
siam legati da un vindice ardore,
contro il barbaro sangue nemico
se io muoio m'abbraccia un amico,
Vita e onore son vivi per te.

Partigiano,
Il compagno che muore è uno solo
Diecimila il suo posto vorranno
Se anche mille a quel posto cadranno
Una fede immortale vivrà.

inviata da gianfranco - 1/11/2014 - 14:41


DISCOGRAFIA : CANTI DELLA RESISTENZA
GRUPPO FOLK ITALIANO di Paolo Castagnino Saetta
Vedette Records - Dischi dello Zodiaco, 1972.

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GRUPPO FOLK ITALIANO di Paolo Castagnino Saetta
cantano: Paolo Castagnino Saetta - Luciano Bello - Guido Campora - Alfredo Grechi - Pietro Spagnolo - Tilly Tizzoni.


1. MOTIVAZIONE della Medaglia d'oro al V.M. alla Bandiera del C.V.L. letta da ARNOLDO FOÀ

2. BELLA CIAO
(2,04) Anonimo.

3. IL PARTIGIANO
(2,01) Anonimo. - L'aria è quella di un'antica canzone. Il testo è nato in un distaccamento della Divisione Garibaldina «Cichero».

4. SUTTA A CHI TUCCA
(2,55) - Dal canto partigiano sovietico, «I partigiani» di Parfenov e Alimov. Il testo è di G.B. Canepa «Marzo», commissario della Divisione Garibaldina «Cichero».

5. SIAMO I RIBELLI
(2,04) - Inno della III Brigata d'Assalto Liguria che operava nell'Appennino. E' attribuita al comandante partigiano genovese Emilio Casalini, fucilato l'8 aprile 1944.

6. BRIGATA «CAIO»
(4,32) Anonimo - Dall'antica canzone russa «Stienka Razin». Il testo è stato composto in collettivo, presso il comando della Brigata di Manovra «Caio» a S. Stefano d'Aveto nell'autunno del 1944.

7. CON LA GUERRIGLIA
(1,58) Anonimo - Questo canto è nato nell'estate del 1944 in un distaccamento della 52° Brigata Garibaldina. L'aria ricorda un antico inno anarchico.

8. FESTA D'APRILE
(2,15) S. Liberovici - F. Antonicelli. - Alcuni di questi stornelli venivano trasmessi da Radio Libertà, da Sandro Berruto «Sam» che da Sala Biellese metteva in onda ogni sera bollettini di guerra e canzoni partigiane.

9. MONTI E VALLI
(4) - Da una canzone del Risorgimento adattata nell'inverno del 1944-1945, durante un rastrellamento, a Pontori di Val Graveglia (Appennino Ligure) nella notte vicino al fuoco, da Paolo Castagnino «Saetta».

10. CANTO DELLA «CICHERO»
(1,40) Anonimo - Inno della Divisione Garibaldina «Cichero» - (VI Zona C.L.) composto da un gruppo di partigiani nella primavera del 1944.

11. SUI MONTI DI VALTREBBIA
(4,18) Anonimo - Sull'aria della canzone alpina «Sul ponte di Perati». Nato in un distaccamento della «Divisione Cichero».

12. U 24 D'ARVI (Il 24 d'aprile)
(2,55) - Una canzone nel tipico modulo del canto popolare genovese «Il trallalero». Il testo è di Costante Buzzelli «Tan», l'ultima strofa è di Ludovico Carlio.

13. FISCHIA IL VENTO
(2,01) - Della popolare canzone russa «Katyusha» di M. Blanter. Il testo è del comandante partigiano ligure Felice Cascione caduto in combattimento, Medaglia d'oro al V.M.


Distribuzione Vedette records Via Lumière, 2 (Cinelandia) 20093 Cologno Monzese (Milano) ITALY


Ascoltando Dylan, Joan Baez, la Daffini e il Gruppo Folk Italiano, si pensa subito all'uomo che si difende, soprattutto quando è oppresso dalle dottrine ufficiali degli ormai famosi persuasori occulti. L'uomo reagisce e si rifugia fra le pieghe di una individualità permeata di fiducia verso qualcosa di più sentito e fatto proprio dall'insegnamento della vita.
E' la riscossa del folklore, rinato cultura, metro di studio della psicologia di vasti gruppi sociali.
E' il caso di questa incisione che propone dodici canti della Resistenza italiana, alcuni dei quali inediti. Sono i grandi temi della Libertà, sono cronache di drammi, sofferenze, lotte dei Partigiani dell'Appennino liqure.
La parte musicale è di una freschezza sorprendente, sia per le rime del «trallalero» che per le arie riecheggianti motivi corali del periodo romantico.
E' la prima volta che si possono ascoltare canzoni nate durante i feroci rastrellamenti nazisti, da folksingers autentici protagonisti degli episodi cantati.
Merito di Paolo Castagnino "Saetta", comandante di una brigata partigiana, per aver raccolto le canzoni dei suoi compagni di lotta e averle riportate a noi con registrazioni fedeli alla matrice originale, senza raffinatezze o speculazioni letterarie.
Il Gruppo Folk Italiano si è affermato in Italia e all'estero con spettacoli presentati nei maggiori teatri. Ha partecipato a trasmissioni radio tv in Italia, Svizzera, Russia, Francia e Inghilterra ottenendo un grande successo.
Il gruppo dei folksingers, tutti genovesi, è composto da Alfredo Grechi, Tilly Tizzoni, Guido Campora, Pietro Spagnolo, Luciano Bello. Animatore e direttore Paolo Castagnino già combattente della Resistenza Greca, amico di Theodorakis. Nella primavera del '44 rientra in Italia e combatte col nome di "Saetta" nelle file della resistenza ligure.
Oggi ne rende testimonianza come protagonista e come narratore con il suo Gruppo di folksingers.
Claudio Capello

gianfranco - 1/11/2014 - 22:35


Introduzione a "Sulla terra faremo libertà"

Nell'ottobre del 1998 è stato tenuto a Biella un incontro/dibattito/spettacolo con questo nome. Al ritorno a Chiavari, Giorgio "Getto" Viarengo ha scritto, per conto della Provincia di Genova, un interessante libretto di 64 pagine in cui ripercorre il significato del canto politico e della Resistenza, a partire dagli inizi del Risorgimento fino ai giorni della Liberazione.
Nel libretto sono allegati i testi dei principali canti della zona Ligure-Alessandrina ed una importante testimonianza scritta del partigiano "Saetta".
In questo scritto, risalente al 1974, Paolo Castagnino "Saetta", reduce dalla guerra di Grecia e capo partigiano della "Coduri" rievoca i giorni trascorsi sulla montagna ed il significato del canto partigiano nel quale si rispecchiavano le speranze per un futuro migliore e la certezza della vittoria sul nemico nazifascista, ed in minor parte, la nostalgia per la casa lontana e la bella che aspettava...
Saetta ci spiega poi come nascevano e si "forgiavano" i canti che sono giunti fino a noi, la testimonianza è ancor più preziosa in quanto nel dopoguerra egli ha riunito un gruppo di musicisti con i quali ha riproposto i più importanti canti partigiani in interpretazioni asciutte e rigorose. Era inoltre amico del musicista greco Miki Teodorakis.
Non manca una nota di amarezza per le disillusioni del dopoguerra, sulle quali ci sarebbe tanto da dire, e il rimpianto della gioventù passata, ma non sprecata, sui monti.
A distanza di tanti anni, Getto Viarengo, che era stato amico di Saetta e con lui lavorato nel Consiglio Comunale di Chiavari e condivisa la passione per la cultura popolare, approfondisce il senso della ricerca e dello studio delle tradizioni e dei canti partigiani, dimostrando come la zona in oggetto fosse ricca di straordinarie tradizioni e culture musicali, contrariamente a quanto in precedenza affermato dai ricercatori e che queste fossero alla base della creazione dei più importanti canti partigiani, nati, non a caso, in questa area geografica.
Il risultato non erano delle conclusioni, in quanto (nel 1998) la ricerca non si era ancora conclusa, e sarebbe forse interessante capire se nei 15 anni successivi sono stati fatti progressi o per varie ragioni, temo, come la crisi economica (e morale) non sia stata accantonata.
Naturalmente non posso in poche righe riassumere quanto uno specialista come Getto Viarengo esprime in oltre 50 pagine, mi limiterò a richiamare, come elemento fondante del canto partigiano quella cultura contadina che il dopoguerra ha spazzato via, insieme alle speranze di chi aveva lottato.
E mi permetto di aggiungere, come nota personale, con la cultura contadina e popolare, abbiamo spazzato via il rispetto della natura ed oggi ne paghiamo le conseguenze.
In conclusione posso dire che le analisi di Getto sono valide ancora oggi, e ci mostrano il canto non come colonna sonora di un'epoca, ma un vero e proprio strumento di lotta e oggi una fonte di informazione e di documentazione dei fatti dell'epoca.
N.B. Un estratto di poche pagine, le più significative, è a disposizione nel caso i gestori del sito ccg desiderino pubblicarlo.
9 novembre 2014 - Gianfranco

9/11/2014 - 22:39


I canti della resistenza di Paolo Castagnino "Saetta"

Il canto partigiano è profondamente diverso dai canti nati durante le guerre precedenti e dagli inni ufficiali.
Nei canti della resistenza è espressa una nuova consapevolezza, la fierezza del combattente che lotta in una guerra liberamente scelta con la certezza di essere dalla parte giusta.

Nelle formazioni partigiane si cantava spesso, nei momenti di tregua, tra un'azione e l'altra, tra un rastrellamento e l'altro. Durante l'inverno i distaccamenti si riunivano nei casoni presso il fuoco, con le armi vicine, nella buona stagione all'aperto e il canto si alzava lento e suggestivo nella notte, tra i castagni frondosi.
Cantavano i partigiani quando partivano per l'azione e la colonna si snodava sugli aspri sentieri delle nostre montagne, mentre i contadini salutavano commossi e trepidanti per la sorte di questi giovani.
Il canto accompagnava ogni azione, la gioia della vittoria, il dolore per il compagno caduto e allora un canto pieno di dolorosa mestizia 1o accompagnava nei piccoli cimiteri delle nostre montagne.
Alla sera, mentre il distaccamento era riunito, si progettavano nuove azioni, si discuteva, con la certezza di lottare per un mondo migliore e le canzoni partigiane esprimevano questi sentimenti con parale semplici, chiare per tutti.
Il Canto partigiano è profondamente diverso dai canti nati durante le guerre precedenti, dagli inni ufficiali che parlavano di "vittoria", di "Re", di "terre da conquistare" o dai canti nati spontaneamente tra i soldati, che spesso erano un lamento doloroso per la morte dei compagni o una disperata condanna della guerra alla quale erano stati costretti da un ordine superiore.
Nei canti della Resistenza, è espressa una nuova consapevolezza, è la fierezza del combattente che lotta, in una guerra liberamente scelta per la quale è disposto a sacrificare la propria vita, con la certezza di essere dalla parte giusta, di lottare per la libertà di tutti i popoli in una guerra, senza frontiere, per spazzare via gli invasori tedeschi e i traditori fascisti, per creare un mondo migliore.
I testi letterari di questi canti nascevano spesso quando i distaccamenti si riunivano alla sera, in una collaborazione collettiva, le arie erano spesso quelle ben note di canti alpini che si prestavano ottimamente per la loro suggestiva semplicità ad essere rinnovate con nuovi contenuti, oppure di antichi canti rivoluzionari.
In molte formazioni vi erano dei partigiani sovietici ed allora erano motivi di popolari canzoni russe che venivano utilizzate per questo scopo.
Nella zona della Val d'Aveto operava la Brigata Garibaldi "Caio" della quale facevano parte una quarantina di partigiani sovietici. In questa formazione nasceva l'inno "Brigata Caio" sull'aria dell'atica canzone russa "Stjenka Razin".
Sui monti dell'imperiese dove operava con la sua formazione, il leggendario comandante Felice Cascione, caduto poi in combattimento, decorato di medaglia d'oro al VM, scriveva il testo di quello che doveva diventare l'inno più famoso della Resistenza Italiana: "Fischia il Vento".
Ancora sull'Appennino ligure, in un distaccamento della divisione Garibaldina "Cichero" nasceva una canzone scritta in collettivo. L 'aria era quella di "Sul Ponte di Perati bandiera nera" una canzone degli alpini della Divisione Julia mandati a morire sui monti della Grecia.
Era una canzone bandita dai fascisti che la ritenevano "disfattista".
Così trasformata questa canzone si diffondeva rapidamente in tutta la VI zona Operativa Ligure.
Sui monti di Valtrebbia
C'è il partigiano
Che marcia alla riscossa
Col suo Bisagno...

La stessa canzone giunta presso la Brigata Garibaldina "Longhi", della divisione Coduri, si trasformava ancora per ricordare i compagni caduti nel combattimento del Molino della Gattea presso il bosco di Pasciano (Val di Vara Varese Ligure).
...Da Comuneglia son partiti
non son tornati
al Bosco di Pasciano
son restati...
[...]
Compagni in alto i cuori
Che tutti i nostri morti
Vendicheremo.


Queste canzoni passavano rapidamente da una formazione all'altra, portate a viva voce dalle staffette, da partigiani di passaggio, o da distaccamenti che si incontravano durante i trasferimenti; spesso subivano modificazioni passando da una formazione all'altra, da una vallata all'altra.
Nei giorni scorsi, riordinando del materiale, ho ritrovato alcune lettere ricevute da partigiani della mia formazione dopo il rientro alle loro case.
In esse vi si ritrovano motivi e sentimenti comuni, un'amarezza profonda per l'abbandono in cui si sono ritrovati, una invettiva contro i fascisti rientrati ai loro posti, Il ricordo struggente di un periodo esaltante vissuto intensamente, e in tutte, il ricordo "delle belle canzoni cantate insieme".
Così scrive "Capra", Caldana Giuseppe, contadino della provincia di Vicenza:
"Carissimo Comandante Saetta, dopo tanto tempo che siamo rilasciati ora ti scrivo due righe il tuo mulattiere "Capra" quei bei giorni beati che abbiamo passato assieme su in montagna e ricordo le belle canzoni che si cantava assieme"

Saetta ritorna al -Casun- che lo aveva ospitato in tempo di guerra. Insieme a lui il suo gruppo folk e i contadini che avevano dato asilo e vettovaglie alla banda Coduri.
Saetta ritorna al -Casun- che lo aveva ospitato in tempo di guerra. Insieme a lui il suo gruppo folk e i contadini che avevano dato asilo e vettovaglie alla banda Coduri.


Le canzoni della Resistenza con la loro suggestione ci riportano a ritroso nel tempo, ci fanno ricordare quei giorni drammatici e sanguinosi, ma pieni di speranza, ci ricordano tanti nostri compagni che sono caduti lasciandoci un messaggio di libertà che non sarà dimenticato.

da "immagini e avvenimenti della resistenza in liguria" di Paolo Castagnino "Saetta", Silvio Basile Editore

I canti della Montagna

Soltanto chi ogni giorno va a morire
può cantare così.
Era come cantassero i torrenti
le grandi erbe selvagge
le montagne
il vostro cuore conteneva tutto
entro di sè:
erbe acque montagne,
cuore umano
più grande della morte.


da "Galli notturni" di Elena Bono, ed. Garzanti

gianfranco - 27/11/2014 - 14:40


Discografia partigiana
Un breve riepilogo dei dischi "partigiani" che ho presentato:

- La Resistenza, Cori e canti dei Partigiani Italiani, LP Signal 1970

- Bella Ciao, Canti della resistenza, di guerra e patriottici LP Signal 1972

- CANTI PARTIGIANI, Coro "A.Toscanini" di Torino, dischi Dello Zodiaco Vpa 8158

- PIETÀ L'È MORTA, CANTI DELLA RESISTENZA ITALIANI Dischi del Sole

- CON LA GUERRIGLIA, CANTI DELLA RESISTENZA ITALIANA Dischi del Sole

- CANTI DELLA RESISTENZA, GRUPPO FOLK ITALIANO di Paolo Castagnino Saetta
Vedette Records - Dischi dello Zodiaco, 1972.

- LA RESISTENZA DELL'EMILIA ROMAGNA, dischi del Sole DS 502/4 e DS 505/7

- LA RESISTENZA IERI E OGGI , Enal G101

Ed inoltre qualche brano da :

- QUESTA SETA CHE FILIAMO di Daisy Lumini e Beppe Chierici LP Cetra / lpp 197
Per ultimo, il CD ISRAL, La Memoria delle Alpi:

- CHICCHIRICHÌ, Canti ed echi della Resistenza, Alessandria, Ethnosuoni MA001 2007

Vorrei anche far notare che, per i dischi "partigiani", non si tratta di oggetti da collezionisti, ma di autentici documenti sonori che a distanza di tanti anni ci restituiscono le voci dei protagonisti, partigiani combattenti o comunque gente partecipe degli avvenimenti dell'epoca. Oltretutto questi dischi sono più preziosi perchè sempre più rari, per evidenti motivi, quali la pessima usanza di gettare via le cose obsolete e inutili, l'usura negli anni, per non parlare poi della scomparsa, non solo dei dischi dai negozi, ma dei negozi stessi, o per i pochi negozi restanti nella mia città, della brutta questione che il materiale musicale è restato sepolto sotto metri e metri di fango e detriti.

Un ultimo argomento che vorrei affrontare è quello delle ristampe del disco che Paolo Castagnino "Saetta" a distanza di trent'anni dalla fine della guerra era riuscito a stampare con la Vedette Records. È poi seguita una ristampa sempre su LP, stavolta per la C.E.D.I. di Torino che evidentemente aveva comprato i diritti, poi per parecchio tempo il disco non è stato più disponibile.
Qualche brano era però presente su un CD "Azzurra" che portava la stessa copertina del disco del coro Toscanini, e che divideva il contenuto appunto fra i due esecutori.
Nel 2000 poi è stata fatta una ristampa su CD a cura della provincia di Genova dall'editore Devega. Lo riconoscete dalla copertina rosso scuro che qui allego.

CD-Devega-2000

Questo disco però presenta dei gravi difetti di qualità, i brani sono coperti da fruscii e scricchiolii: evidentemente era stato ricavato da un vecchio disco che aveva fatto troppe battaglie. All'epoca avevo anche provato a filtrare via i difetti, senza speranza.
Nel 2005 poi è stata fatta una seconda ristampa su CD stavolta di buona qualità. (e sono stati aggiunti tre brani a quelli originali dell'LP) Non so fornirvi la copertina.

Per ultimo volevo segnalare che sul sito OPAC o ICBSA (Istituto centrale beni sonori e audio-visivi) avevo trovato una pagina dedicata al disco di Saetta con possibilità di ascolto dei brani. Poi però ho perso il link, anche dalla cronologia, e non l'ho più ritrovato. Potrebbe essere interessante anche per altri brani musicali del genere.

Con questo mi sembra di aver esaurito il mio materiale musicale "hardware" sui canti partigiani italiani, ho ancora qualcosa su quelli europei, per i quali però non c'è il percorso, quindi vedremo in seguito.
Resto anche a disposizione per chi fosse interessato e non riuscisse a rintracciare qualcuno dei brani dei dischi che ho presentati. Gianfranco

gianfranco - 30/11/2014 - 17:16




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