Por teu livre pensamento
foram-te longe encerrar.
Tão longe que o meu lamento
não te consegue alcançar.
E apenas ouves o vento.
E apenas ouves o mar.
Levaram-te: era já noite:
a treva tudo cobria.
Foi de noite, numa noite
de todas a mais sombria.
Foi de noite, foi de noite,
e nunca mais se fez dia.
Ai! Dessa noite o veneno
Persiste em me envenenar.
Oiço apenas o silêncio
Que ficou em teu lugar.
E ao menos ouves o vento!
E ao menos ouves o mar!
foram-te longe encerrar.
Tão longe que o meu lamento
não te consegue alcançar.
E apenas ouves o vento.
E apenas ouves o mar.
Levaram-te: era já noite:
a treva tudo cobria.
Foi de noite, numa noite
de todas a mais sombria.
Foi de noite, foi de noite,
e nunca mais se fez dia.
Ai! Dessa noite o veneno
Persiste em me envenenar.
Oiço apenas o silêncio
Que ficou em teu lugar.
E ao menos ouves o vento!
E ao menos ouves o mar!
inviata da Bernart Bartleby - 23/10/2014 - 14:19
Lingua: Italiano
Traduzione italiana da Fado – Traduzioni in italiano
ABBANDONO
Per il tuo libero pensiero
sei imprigionato da tanto tempo.
Così tanto che il mio lamento
non riesce più a raggiungerti.
E solo odi il vento.
E solo odi il mare.
Ti portarono via: era già notte:
le tenebre coprivano tutto.
Fu durante la notte, una notte
la più cupa di tutte.
Fu durante la notte, una notte,
e mai più venne il giorno.
Ahimè! Di quella notte il veleno
continua a diffondersi nelle mie vene.
Sento solo il silenzio
che è rimasto al posto tuo.
E almeno odi il vento!
E almeno odi il mare!
Per il tuo libero pensiero
sei imprigionato da tanto tempo.
Così tanto che il mio lamento
non riesce più a raggiungerti.
E solo odi il vento.
E solo odi il mare.
Ti portarono via: era già notte:
le tenebre coprivano tutto.
Fu durante la notte, una notte
la più cupa di tutte.
Fu durante la notte, una notte,
e mai più venne il giorno.
Ahimè! Di quella notte il veleno
continua a diffondersi nelle mie vene.
Sento solo il silenzio
che è rimasto al posto tuo.
E almeno odi il vento!
E almeno odi il mare!
inviata da Bernart Bartleby - 23/10/2014 - 14:20
×
Versi di David de Jesus Mourão-Ferreira (1927-1996), poeta, romanziere, saggista, autore teatrale e cinematografico, critico letterario, direttore di importanti giornali e ministro della cultura tra il 1976 ed il 1979.
Musica di Alain Oulman (1928-1990), compositore franco-portoghese
Singolo tratto da un LP del 1962 intitolato con il solo nome dell’artista ma meglio noto come “álbum do Busto”, per via dell’immagine in copertina, una scultura che ritrae il volto della stessa Amália Rodrigues.
La Praça-forte de Peniche è una fortezza cinquecentesca che sorge, su una scogliera a picco sull’oceano, nel distretto di Leiria, Portogallo. Già negli ultimi anni dell’800, esaurita la funzione difensiva, la piazzaforte di Peniche fu convertita in prigione. Durante la prima guerra mondiale vi furono rinchiusi soldati tedeschi ed austriaci prigionieri. Con l’avvento della dittatura di Salazar, il periodo cosiddetto dell’ “Estado Novo” (1930-1974), divenne un carcere di massima sicurezza per gli oppositori politici, autori di rocambolesche evasioni, come quella del dirigente comunista António Dias Lourenço nel 1954 e quella di massa (detta dei “Dez de Peniche”) del 1960.
Questo struggente Fado di amore e di prigionia, interpretato dalla più grande voce portoghese di tutti i tempi, è stato recentemente scelto per la colonna sonora di “Tarrafal. Memórias do Campo da Morte Lenta”, documentario realizzato nel 2009-10 dalla regista portoghese Diana Andringa e dedicato ad un'altra tristemente celebre prigione, quella di Tarrafal a Capo Verde, che tra il 1936 ed il 1954 fu un bagno penale e poi da 1961, ribattezzato “Campo de Trabalho de Chão Bom”, divenne un campo di concentramento per i militanti anticolonialisti portoghesi, angolani, capoverdiani e guineensi (della Guinea Bissau). Almeno una quarantina di prigionieri vi trovarono la morte, parecchi morirono dopo la liberazione, per via delle durissime condizioni di detenzione subite.
Il documentario è basato sulle interviste a sopravvissuti e, in particolare, sul libro testimonianza di uno di loro, Pedro Soares, edito nel 1977.