Mia cara
sono molto lontano dalla mia città
i limoni fioriscono ancora
ma qui non conosco nessuno.
Ieri un nostro paesano
è arrivato al mio quartiere
ma io non lo conosco
non gli posso nemmeno parlar di te.
Mia cara
sono come un estraneo in questa città
le colline fioriscono ancora
ma qui non le guarda nessuno.
Oggi un altro paesano
s’è ferito al mio cantiere
ma io non lo conosco
e gli son troppo lontano per piangere.
Se domani tu mi scriverai
che ti sei già sposata
io che ti conosco
sono troppo lontano per piangere.
sono molto lontano dalla mia città
i limoni fioriscono ancora
ma qui non conosco nessuno.
Ieri un nostro paesano
è arrivato al mio quartiere
ma io non lo conosco
non gli posso nemmeno parlar di te.
Mia cara
sono come un estraneo in questa città
le colline fioriscono ancora
ma qui non le guarda nessuno.
Oggi un altro paesano
s’è ferito al mio cantiere
ma io non lo conosco
e gli son troppo lontano per piangere.
Se domani tu mi scriverai
che ti sei già sposata
io che ti conosco
sono troppo lontano per piangere.
inviata da Bernart Bartleby - 20/8/2014 - 13:25
Avevo inserito il brano anche nel percorso "Morte al lavoro" per via della strofa che fa riferimento ad un incidente sul lavoro...
Tra parentesi, mi pare che una volta ci fossero due percorsi, uno sul lavoro che uccide e uno sull'elegia del non-lavoro: sono stati unificati il "Morte al lavoro" oppure mi sbaglio?
Tra parentesi, mi pare che una volta ci fossero due percorsi, uno sul lavoro che uccide e uno sull'elegia del non-lavoro: sono stati unificati il "Morte al lavoro" oppure mi sbaglio?
B.B. - 20/8/2014 - 14:25
No, "Morte al lavoro" si riferisce alla "elegia del non-lavoro", il lavoro che uccide sta semplicemente in "La guerra del lavoro: emigrazione, immigrazione, sfruttamento, schiavitù" (anche se c'e' un ovvio doppio senso nel nome francese del percorso "Mort au travail"). Per questo abbiamo tolto la canzone dal percorso "Morte al lavoro". Ciao
CCG Staff - 20/8/2014 - 14:46
×
Parole di Maria Monti, che di Gaber era all’epoca compagna.
Musica di Giorgio Gaber
Nel disco d’esordio di Gaber, intitolato semplicemente “Giorgio Gaber”