Come sono arrivato qui
non ricordo bene
forse era un volo
da una impalcatura
dissero che avevo
una gran testa dura
per tre giorni rimasi
mezzomorto
al quarto son risorto
venne un professore
disse è mezzoandato
per ora sto ingessato
in questo camerone
di matti e infortunati
ma è assai bello
quando mi danno
da bere col cannello.
Dalla finestra aperta
si vede un grande prato
nel giro di tre giorni
sono di già invecchiato
la voce è triste e stanca
la testa tutta bianca
uno mi ha detto eccome
ti spetta una pensione.
Dopo quaranta giorni
Mi hanno sbendato
Ha detto l’infermiere
Che sono risanato
a sentire loro
sono già pronto
per tornare al lavoro.
Ma quando cammino arretro
mi vengono i tremori
faccio dei passi indietro
tanto che quello
dice che ho un problema
che riguarda il cervello.
Sto in questa stanza
tutto accovacciato
guardando la tv
da sera alla mattina
a fianco della cara
signora anfetamina
ma la vista s’abbassa
lo schermo sta di sbieco
dicono che tra poco
sarò cieco.
non ricordo bene
forse era un volo
da una impalcatura
dissero che avevo
una gran testa dura
per tre giorni rimasi
mezzomorto
al quarto son risorto
venne un professore
disse è mezzoandato
per ora sto ingessato
in questo camerone
di matti e infortunati
ma è assai bello
quando mi danno
da bere col cannello.
Dalla finestra aperta
si vede un grande prato
nel giro di tre giorni
sono di già invecchiato
la voce è triste e stanca
la testa tutta bianca
uno mi ha detto eccome
ti spetta una pensione.
Dopo quaranta giorni
Mi hanno sbendato
Ha detto l’infermiere
Che sono risanato
a sentire loro
sono già pronto
per tornare al lavoro.
Ma quando cammino arretro
mi vengono i tremori
faccio dei passi indietro
tanto che quello
dice che ho un problema
che riguarda il cervello.
Sto in questa stanza
tutto accovacciato
guardando la tv
da sera alla mattina
a fianco della cara
signora anfetamina
ma la vista s’abbassa
lo schermo sta di sbieco
dicono che tra poco
sarò cieco.
inviata da Bernart Bartleby - 16/8/2014 - 20:46
×
Comunque, è stata messa in musica da Rodolfo Maltese, chitarrista e compositore, e interpretata dal compianto Francesco Di Giacomo, voce dei Banco del Mutuo Soccorso per lo spettacolo teatrale intitolato “Il pane loro - Storie da una Repubblica fondata sul lavoro”, scritto e diretto nel 2000 da Stefano Mencherini, giornalista e autore televisivo che di Marisa Zoni è figlio.
“Il pane loro” voleva raccontare le storie di chi sopravvive, magari su una sedia a rotelle, dopo un incidente del lavoro; voleva mostrare la solitudine e la rabbia di chi rimane senza il proprio familiare; voleva far conoscere quali ricatti e quali sopraffazioni si vivono spesso nel mondo del lavoro; voleva denunciare il silenzio che sulle vittime e sui perchè sono diventate tali...
Forse proprio per questo “Il pane loro” è rimasto un testo teatrale piuttosto sconosciuto, e sconosciute sono rimaste le canzoni che ne fanno parte, benchè siano di autori assai noti, come Roberto Roversi, o Ada Merini, o i poeti Franco Loi, Marisa Zoni, Attilio Lolini e Gianni D’Elia.
Un testo che mi ha ricordato subito Construção di Chico Buarque de Hollanda...