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Fuochi tra le sbarre

AK47
Lingua: Italiano


AK47

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[1993]
Dall’EP intitolato “0516490872”, la matricola di Silvia Baraldini allora prigioniera negli USA

0516490872

Un brano che, con Radio Manisco/0516490872, è uno dei più belli degli AK47 e forse dell’intera scena rap italiana di sempre...
Una canzone nata nei raduni fuori a San Vittore e Rebibbia tra 1991 e 1992, in solidarietà ai detenuti, “per dare voce agli invisibili dietro le sbarre, in un mondo dove tacciono gli avvocati, tacciono i giudici, tacciono gli addetti ai lavori, tace la stampa, tacciono i garantisti e i democratici. Un saluto a pugno chiuso ai Compagni in carcere, alle migliaia di proletari, di immigrati, di malati di AIDS che affollano le patrie galere, e a tutti quelli che hanno scelto di non tacere” (AK47)

Il testo è tratto dalla copertina interna del disco, che fortunatamente possiedo...
Al fondo, il seguente saluto:

Mai olio ma sabbia nell’ingranaggio del Vostro potere!
Devotamente Vostri MAI
AK47!
Sto per parlarti di una notte
che è la notte dei fuochi tra le sbarre
è la notte di capodanno davanti S. Vittore
una scritta sfonda il muro richiama l'Onda Rossa ed è giusta
Forse ho visto male
forse un'allucinazione
forse solo dall'esterno non in quella prigione
è la notte di capodanno davanti S. Vittore
e vale più di un qualsiasi cenone
per chi è dentro
per chi è fuori
per la paura di 1000 ritorsioni
annullata dalla gioia di capire finalmente di non essere soli
e allora ancora
27/6/1992 fuori da Rebibbia ma è lo stesso muro
libertà scritto su un telo vola in alto nel cielo
sospeso 100 metri sulla crosta terrestre
dove tutti possano vederlo
anni di piombo emergenza massima sorveglianza
basta basta bastardi
il freddo non lo senti
non senti più i lamenti
il ritmo quello giusto è una gavetta sulle sbarre
per volare in alto con l'immaginazione
sfondare ogni muro di qualsiasi galera fino in fondo
fino all'ultima cella
un lungo viaggio con un mio compagno Kid
un treno in corso da Roma a S. Vittore percorre
veloce quei binari queste terre
ma non riesco a sentirmi un uomo libero capisci
l'ho detto a bassa voce ora voglio gridarlo
non riesco a sentirmi un uomo libero perché
la libertà un valore per tutti o per nessuno
quanti fratelli quanti in un carcere
compagni la storia non può cancellarvi
non possono impedirmi di sentirvi come miei fratelli
d'uno stesso percorso
uno stesso cammino dai 1000 sentieri
ognuno ha preso il suo destino
ma la voglia di giustizia c’accompagna per il mondo
me lo ricordo si me lo ricordo N.C.O.T.
non andiamo da soli per il mondo
Non è la notte nel suo freddo che può stringere il mio petto
ma ora i vostri occhi fra le sbarre rinchiusi dentro
in una gabbia d'acciaio
quale assurdo prezzo da pagare nella vita
ogni secondo ogni rumore questa vita non ha prezzo
a ora abbracciala allora abbracciala
Prova solo a immaginare cosa ti viene in mente
quando senti braccio speciale
pensa ora a una "k" e a una doppia "s"
un colonnello di merda lui e la sua "legge reale"
presidente agli Interni al Consiglio al Quirinale
un presidente Impunito presidente Infame
com'è bello giocare sulla pelle di Curcio
com'è bello giocare di nuovo agli anni pesanti
con chi ancora non si è arreso e non s'arrende
con chi vive nell'inferno in quelle fottute celle
Prigione: evoluzione matematica del potere
la metti in conto se vuoi vivere senza uccidere l'istinto di reagire
so che un essere umano non può essere per essere
o solo vivere per morire tra mille prepotenze o angherie
so che è stato lo stato ad uccidere sui treni
chi ha sparato il 1° maggio ai contadini
so che se si tratta di strage c'è la mano del potere
pur non avendo le prove il potere assolve sempre il potere
chi reagisce non tradisce l'attesa e lo fa per legittima difesa
Quella notte il tempo si è fermato
ora non trovo parole adatte per spiegare
cosa si prova quando il tempo è fermo per guardare
il 31 dicembre 1991
distanze barriere annullate superate
a niente sono serviti muri di cinta armi impotenti
nessuno ha potuto fermare i nostri canti
la nostra la vostra gioia fuochi alle finestre
braccia tese fuori dalle sbarre a salutare a pugno chiuso il tempo
un'incredibile magia da dentro a fuori da fuori a dentro
ascolta non s’incatena il vento
come il vento portiamo la nostra voce
dove non si può sentire altro che il silenzio
un grido attento
Ciò che è stato ci appartiene non potranno incatenarlo
possono annebbiare le coscienze non è poco
ma neanche abbastanza ma neanche abbastanza
no non è mai abbastanza
1000 braccia protese per raccogliere un ricordo
un fiore è sbocciato per la libertà
quante voci che pretendono giustizia
quante voci facci sentire anche la tua.

inviata da Bernart Bartleby - 13/8/2014 - 21:52




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