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Il confino

Herbert Pagani
Lingua: Italiano



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Una canzone che parla dell’isolamento del confinato, ma anche di quello del prigioniero. Una situazione aberrante nella quale – purtroppo - si trovano ancora molte persone nel Mondo. Private della libertà a causa delle loro idee, della loro etnia, della loro “diversità”. Molto spesso, basta davvero poco per fare paura al potere di turno. E il potere, quando ha paura, imprigiona, rinchiude, sommerge, nel tentativo di tenere tutto sotto controllo.
Troppi esseri umani sulla Terra soffrono, a volte soltanto per aver sperato e lavorato per un mondo migliore per loro stessi e per gli altri.
Non dimentichiamoli.
Amore, con questo bel mattino
son già trecento giorni di confino
da questo scoglio in mezzo al mare
nemmeno un tuo pensiero può scappare.
Non c'è prigione più sicura
di questa mia prigione senza mura.

Scrivimi se stai bene e se lavori
dimmi quanti compagni han fatto fuori
io fra le righe capirò
e nel dolore forza troverò.
lo ci ho il silenzio per tortura
in questa mia prigione senza mura.

La musica è il mio unico conforto
finché io scrivo non mi sento morto.
Le mie canzoni getto in mare
un giorno tu le sentirai cantare.
L'unico messaggero è la natura
in questa mia prigione senza mura.

Adesso me ne vado a consegnare
la lettera al comando militare
di nero copriranno le parole
ma tu le vedrai chiare come il sole
Le barre sono la censura
in questa mia prigione senza mura.

Amore, con questa bella sera,
son già trecento giorni di galera
ma tu va avanti e sta sicura
resisto alla prigione senza mura …
Basta una sola cosa al confinato:
sapere che non è dimenticato.

inviata da i.fermentivivi - 24/6/2014 - 13:15




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