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Arturo Giovannitti: Time's End

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Lingua: Inglese


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[1943]
Versi di Arturo Giovannitti, in “The Collected Poems”, 1962.



Mi perdonerete se abuso anch’io dello strumento degli Extra. In questo caso però non credo che si tratti di un vero e proprio abuso perché sono costretto a ricorrervi solo per il fatto che ignoro se questa poesia sia mai stata messa in musica. Non è escluso che, come un tempo si usava alle esequie di personaggi molto amati dal popolo, questi versi siano stati declamati o addirittura cantati al funerale di Carlo Tresca (1879-1943), oggi purtroppo misconosciuto sindacalista, giornalista, editore, drammaturgo, anarchico, antifascista e acerrimo nemico della Mafia, un italiano che visse ed operò negli USA, diventando lì uno dei più importanti e stimati leader nel movimento operaio.

Carlo Tresca con un contadino nel 1916.
Carlo Tresca con un contadino nel 1916.


Carlo Tresca era originario di Sulmona, Abruzzo. Si laureò in giurisprudenza e cominciò giovanissimo l’attività sindacale come segretario della Federazione dei lavoratori delle ferrovie. Perseguitato dalla polizia per il suo impegno politico, Tresca si trasferì negli USA già nel 1904, stabilendosi a Filadelfia e continuando lì la sua militanza in ambito socialista, ma spostandosi via via su posizioni sempre più radicali. Fu direttore ed editore di molte pubblicazioni dai nomi inequivocabili, come “Il Proletario”, “La Plebe”, “Il Martello”.



Nel 1912 Carlo Tresca aderì all’IWW, giusto in tempo per aiutare Arturo Giovannitti e gli altri dirigenti del sindacato ad organizzare il grande sciopero dei tessili a Lawrence, “The Bread and Roses Strike”, che si concluse con la vittoria dei lavoratori, funestata dalle violenze della polizia (che uccise l’operaia Anna Lopizzo) e dalla repressione (Giovannitti e altri furono incarcerati ma poi liberati dopo qualche mese grazie alla mobilitazione popolare, anche internazionale). In seguito Carlo Tresca diresse molti altri scioperi, guadagnandosi la fama di agitatore ed il titolo di “public enemy n.1”.



Negli anni 20 Tresca fu molto impegnato a denunciare la minaccia fascista in Italia e si spese molto nel comitato di difesa di Sacco e Vanzetti. Era tenuto d’occhio sia dal governo statunitense che dai servizi d’intelligence italiani che, nel 1926, cercarono di farlo fuori con una bomba durante un comizio.
Negli anni 30 Tresca, che aveva appoggiato il comunismo sovietico come unica alternativa al capitalismo, denunciò con forza lo stalinismo come deriva autoritaria e per via della distruzione del movimento anarchico in Spagna. Dalle colonne del suo giornale “Il Martello” cominciò anche una durissima e coraggiosa battaglia contro la mafia italo-americana, denunciandone le pericolose e massicce infiltrazioni, nei sindacati, nella politica, nei giornali.



Quasi sempre trattenuto agli arresti domiciliari o in libertà vigilata, Carlo Tresca era costantemente sotto controllo di polizia. Ciò non impedì ai sicari della mafia di raggiungerlo e ucciderlo a New York: era l’11 gennaio 1943. Autore dell’omicidio fu Carmine Galante, uomo di fuoco del clan Bonanno; il mandante era Generoso Pope, potente politico e imprenditore filo-fascista e mafioso vicino ai boss Frank Costello, Vito Genovese e Frank Garofalo.
Nessuno venne mai nemmeno incriminato per l’assassinio di Carlo Tresca.

To my martyred Brother, Carlo Tresca, who dreamed thus with me.

Thus shall it be. When after this long night
The Rebel Fiend at last clasps hands with God,
And his black wings become great fans of light;

When the last tyrant has been slain and trod
Into the loam with the last cursing priest,
And every liar lies in his foul blood -
Judge, soldier, legislator, journalist -
Life shall then burst into a gale of fire
And cleanse Man from the taint of saint and beast.

Beauty rewed at last to man's desire
Will make all laws her handmaids and will strip
Them naked of all weapons and attire

Like lovers and athletes. Strong hands will grip
Soft hands in freedom's pact and there will rise
New orders with the rule of brethrenship.

Then will the meek stand girt with boundless ties
Of strength, and strength will boast a humbler name,
Then power will be a servant in disguise,

And pride will be the better side of shame;
Then art and thought will take the place of strife
And only toil will wear the wreath of fame.

inviata da Bernart Bartleby - 23/5/2014 - 09:24



Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Federica Giovannitti dal sito della Fondazione Giovannitti
LA FINE DEL TEMPO

Al mio fratello martirizzato, Carlo Tresca, che sognò così insieme a me.

Così sarà. Quando dopo questa lunga notte
Il diavolo ribelle finalmente batterà le mani insieme a Dio
E le sue nere ali diventeranno grandi ventagli di luce;

Quando l'ultimo tiranno sarà stato trucidato e calpestato
Nel terriccio insieme all'ultimo sacerdote imprecante,
E ogni bugiardo giacerà nel suo lurido sangue -
Giudice, soldato, legislatore, giornalista -
La vita allora proromperà in uno scoppio di fuoco
E purificherà l'uomo dalla macchia di santo e di bestia.

La bellezza restituita finalmente al desiderio dell'uomo
Renderà tutte le leggi sue ancelle e le denuderà
di tutte le armi e le vesti

Rendendole simili ad amanti e atleti. Mani forti stringeranno
Mani deboli in un patto di libertà e lì sorgeranno
nuove regole basate sul canone della fratellanza.

Allora il docile starà in piedi cinto da immensi legami
Di forza, e la forza vanterà un umile nome,
Quindi la potenza sarà una serva in maschera,

E il coraggio sarà il miglior lato della vergogna;
Allora l'arte e il pensiero prenderanno il posto del conflitto
e solo la fatica indosserà la corona della fama.

inviata da Bernart Bartleby - 23/5/2014 - 09:35




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