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Time To Go Home

Michael Franti & Spearhead
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Michael Franti and Spearhead : Time To Go Home


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da "Yell Fire" (2006)

"Time to go home" è la canzone d'apertura del nuovo disco di Michael Franti & Spearhead, 14 nuove canzoni
quasi tutte contro la guerra.


I SOLDATI HANNO PENSATO: QUESTO TIPO HA LE PALLE
Va benissimo cantare canzoni contro la guerra in California, ma a Baghdad? Ai soldati americani? Michael Franti racconta a Dorian Lynskey perché ha voluto correre il rischio.

di Dorian Lynskey
da The Guardian (read the original article in english here)
traduzione di Lorenzo Masetti

Quando Michael Franti ha detto alla sua famiglia che voleva visitare l'Iraq, loro non sono stati esattamente entusiasti. Quando ha chiesto agli altri membri della sua band, gli Spearhead, se volevano unirsi a lui, gli hanno risposto grazie, no. Quando ha chiamato una dozzina di diversi musicisti. questi non solo hanno declinato l'invito, ma hanno cercato in ogni modo di dissuaderlo. Infine, nel maggio 2004, è riuscito a mettere insieme un gruppo eterogeneo di otto persone, tra le quali il suo manager, un parrucchiere, ed un attivista pacifista di sessant'anni. Poi, qualche settimana prima della partenza prevista, l'imprenditore americano Nicholas Berg è stato decapitato a Baghdad.

Mentre lo ricorda adesso, Franti ride, con i dreadlock che si muovono, "Pensavo, 'Fantastico, l'ultima immagine di me che la mia famiglia vedrà sarà su internet, la mia testa che rotola sul pavimento.'"

Ci è andato lo stesso. Michael Franti, 39 anni, cantautore politico da 20 anni (nei primi anni '90 ha formato i controversi e lodatissimi Disposable Heroes of Hiphoprisy), ha deciso che se doveva scrivere qualcosa dell'Iraq voleva prima vedere con i suoi occhi la situazione. Sapeva ancora meno della questione israelo-palestinese così ha deciso di recarsi anche là.
Dai suoi viaggi è nato ora il nuovo album degli Spearhead, Yell Fire!, ed un film, il suo primo documentario, Know I'm Not Alone. Tra i commenti entusiasti che compaiono sul DVD, spicca quello di Anthony Minghella: "Guardate questo film e lottate per far diventare Michael Franti presidente degli Stati Uniti."

Franti dice che l'idea gli è venuta alla vigilia dei primi bombardamenti americani su Baghdad. Era arrabbiato e depresso. "Ho pensato 'Ok, bene, come supererò adesso la depressione che mi viene dal guardare queste notizie?'. Così mi sono sbarazzato della televisione via cavo e mi sono detto 'Andrò in Iraq'".

La cosa sorprendente, dice, è quanto sia stato facile entrare nel paese. Niente visti, nessun bisogno di permessi dal governo statunitense. Tutto quello che devi fare è volare in Giordania e comprare un biglietto aereo (costo 200 dollari) per Baghdad. Alla dogana gli hanno chiesto se aveva delle armi, non perché volessero confiscargliele, solo per informazione. Quando i funzionari gli hanno chiesto lo scopo della sua visita, ha dichiarato che voleva suonare la chitarra per strada. Hanno scartabellato per un po' nel manuale che raccoglieva i codici delle diverse ragioni per entrare nel paese, alla fine hanno deciso di classificarlo come turista.

La parte difficile è arrivata quando il gruppo ha lasciato l'aeroporto. "Ogni secondo che ero là mi sentivo come se stesse per succedere qualcosa" dice, con la dolce voce baritonale, "Gli unici momenti in cui non avevo paura erano quando stavo suonando perché all'improvviso tutti erano felici. Quindi ho cercato di suonare più che potevo".

[...]

Franti vive con la sua compagna e il figlio di sette anni, Ade, a Hunters Point, un quartiare malfamato, teatro di un omicidio su cinque a San Francisco. "Ricordo che a volte mi dicevo, "Dio, vivo in una zona di guerra". Poi vai in una vera zona di guerra e pensi: 'Dove vivo io è niente'".

Quando è arrivato in Iraq per la prima volta, non poteva immaginare nessuno sbocco diverso da una sanguinosa guerra civile. Tuttavia parlando con i locali, ha acquisito una potente fede in una soluzione pacifica. "Ma ogni giorno l'occupazione continua, la gente si allontana sempre più dall'idea di democrazia. Non è come se la guerra fosse cominciata e poi finita. I soldati sparano alla gente tutti i giorni, irrompono nelle case ogni giorno, ed ecco da dove viene la rabbia"

Una volta, Franti ha suonato per le truppe americane al bar dell'hotel Sheraton a Baghdad. Sapevano delle sue idee politiche? "Beh, sono arrivato con una chitarra folk di legno e non portavo stivali da cowboy, quindi mi hanno inquadrato immediatamente". Un po' preoccupato ha suonato per loro la sua canzone contro la guerra, Bomb the world.
"Ho pensato, 'Non posso cantare canzoni sulla guerra a gente che è d'accordo come me e poi non suonarle a chi fa la guerra.'" E come hanno reagito? "Sembrava dicessero "Questo tipo ha due palle così per venire qui e cantare questa canzone.'".

Quando ha suonato la stessa canzone ad una famiglia irachena, la reazione è stata in qualche modo diversa. "Sono entrato nel salotto, ho cantato Bomb The World e ho iniziato a piangere sommessamente. E tutta la famiglia mi guardava come per dire 'Perché cazzo stai piangendo? Abbiamo pianto per anni qui. Sei arrivato fin quaggiù, ragazzo, adesso suona qualcosa per risollevarci lo spirito!".

Anche se un paio di canzoni prendono un'esplicita posizione politica contro l'amministrazione Bush, la maggior parte dei testi è più obliqua ed ottimisita: We Shall Overcome piuttosto che Fight The Power. Le scene più significative nel documentario sono quelle che mettono insieme le due parti opposte: truppe americane e DJ iracheni alla stazione radio di Baghdad, contadini palestinesi che discutono con soldati israeliani. Il messaggio - che il compromesso ed il dialogo sono preferibili alla polarizzazione ed al coflitto - è tutt'altro che una novità ma merita comunque di essere ripetuto.

[...]

Con l'ultimo album, lo stile di Michael Franti è divenuto più accessibile (ed anche, forse inevitabilmente, più semplicistico) e l'America è diventata più disponibile ad ascoltare. I suoi testi sono stati recentemente pubblicati su USA Today ed il nuovo singolo degli Spearhead, I know I'm not Alone, ha guadagnato più passaggi in radio che tutto il resto della produzione precedente.
Sottolinea che la guerra era infuriata in Vietnam per anni prima del boom delle canzoni di protesta negli anni '60; queste cose hanno bisogno di tempo. Ora i suoi spettacoli registrano il tutto esaurito anche nel cuore dell'America più conservatrice, qualcosa di inimmaginabile solo qualche anno fa.

Ultimamente ha letto una biografia di Bobby Sands, il militante dell'IRA famoso per lo sciopero della fame. "C'è questa grandiosa citazione che dice che puoi suonare musica per la gente oppure alla gente". Dice che alla fine ha imparato a fare la seconda cosa. "Non so se la musica può cambiare il mondo da un giorno all'altro, ma so che la musica può aiutare qualcuno a superare una notte difficile."



yell fireYELL FIRE! (2006)

Time To Go Home - Yell Fire! - I Know I'm not Alone - East To The West - Sweet Little Lies - Hello Bonjour - One Step Closer To You - Hey Now Now - Everybody Ona Move - See You In The Light - Light Up Ya Lighter - What I've Seen- Tolerance - Is Love Enough?


Those who start wars never fight them
And those who fight wars never like them
And those who write laws can recite them
And those who fight laws, we live and die them

But I know
they never gonna tell you why no
they only gonna tell you lies no
never ever gona tell you why no

It's time to go home

Don't take our boys away no
Don't take our girls away
it's time to go home

Those who build walls are pretending
That forever they can defend them
And those who dance dreams can build fountains
but those of us who just let them run free
we can move mountains

How many people
were they runnin' from
and how many people
never saw it comin'
how many people
never heard the warning
how many people
should have stayed at home and
how many people
never heard the call and
how many people
never saw at all
how many people
did they spend it on and
how many people
got to sing this song
how many people
never heard the cry and
how many people
gotten pushed aside
how many people
never saw the dove fly
how many people
never said goodbye and
how many people
never saw the fall and
how many people
till we end it all and
how many people
never saw the wrong and

how many people
did they drop the bomb on?

11/9/2006 - 18:36



Lingua: Italiano

Versione italiana di Lorenzo Masetti
(con qualche dubbio)
ORA DI TORNARE A CASA

Quelli che iniziano le guerre non le combattono mai
E quelli che le combattono, non le amano mai
E quelli che scrivono le leggi le sanno recitare a memoria
E quelli che combattono le leggi, siamo noi, le viviamo e moriamo

Ma lo so
Non ti diranno mai il perché
Ti diranno solo menzongne
non ti diranno mai perché

È ora di tornare a casa


Non portate via i nostri ragazzi no
Non portate via le nostre ragazze
È ora di tornare a casa

Quelli che costruiscono muri fanno finta
che questi muri li possano difendere in eterno
E quelli che ballano i sogni possono costruire fontane
ma quelli di noi che li lasciano correre liberi
possono spostare le montagne

Quanti
stavano scappando
E quanti
non l'hanno mai vista arrivare
Quanti
non hanno mai sentito l'allarme
Quanti
sarebbero dovuti rimanere a casa
quanti
non hanno mai sentito la chiamata e
quanti
non l'hanno vista per niente
e quanti
si sono spesi per questo e
quanti
devono cantare questa canzone
e quanti
non hanno mai sentito il pianto
e quanti
sono stati messi da parte
quanti
non hanno mai visto volare la colomba
quanti
non hanno mai detto addio e
quanti
non hanno mai visto l'autunno e
quanti
finché non mettiamo fine a tutto questo e
quanti
non hanno mai visto l'errore e

su quanta gente
hanno sganciato la bomba?

30/12/2006 - 19:57


I think the line:
"And those who dance dreams can build fountains"
is actually:
"And those who dam streams can build fountains"
Cheers

I checked the CD booklet and the version is as it is reported here, but it can be that the actual lyrics are somewhat different

(Lorenzo)

Dirk Geurts, Amsterdam - 19/12/2006 - 09:38




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