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La complainte du coureur de bois

Malicorne
Lingua: Francese


Malicorne

Lista delle versioni e commenti


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(Malicorne)


Tradizionale/Traditionnel
Arrangiamento/Arrangement: Malicorne
Album: L'Extraordinaire Tour de France d'Adélard Rousseau, dit Nivernais la clef des cœurs, Compagnon charpentier du devoir [1978]
maliknive.

Il quinto album dei Malicorne, uscito nel 1978, ha un titolo chilometrico ed è un concept album del tutto sui generis; è infatti formato interamente da canzoni tradizionali riarrangiate dal gruppo. L'idea concettuale fu quella di collegare tutte le canzoni tradizionali (alcune delle quali molto antiche) in modo da presentarle come un viaggio attraverso la Francia intrapreso da Adélard Rousseau, un “compagnon du devoir” immaginato da Gabriel Yacoub.

Nella Francia tradizionale, i “compagnons du devoir” erano gli eredi del Compagnonnage, nato all'epoca dei grandi cantieri medievali sorti per l'edificazione delle cattedrali (quindi nel XII secolo, oppure ancora prima anche se mancano le testimonianze storiche). I Compagnons du devoir erano persone pienamente in possesso della loro arte e del loro mestiere, che si spostavano di cantiere in cantiere. Da qui, molto prima di essere applicata per la famosa corsa ciclistica, nacque l'espressione “Tour de France” (usata anche nel titolo dell'album; come segni distintivi, i compagnons portavano degli anelli d'oro ai lobi delle orecchie, che erano anche segni della loro libertà. Simbolo del Compagnonnage erano il compasso e la squadra; da qui si può vedere facilmente che la Massoneria ne riprese sia la denominazione (i “liberi muratori”) che la simbologia.

Il Compagnonnage, ancora esistente come rete di trasmissione del sapere e dell'identità attraverso il mestiere, è ancora esistente in Francia; tra le altre cose, gli si deve senz'altro essere attributita la prima forma di mutua assistenza economica e sociale tra lavoratori, sebbene quasi totalmente priva di connotazioni conflittuali. Il Compagnonnage, formato da liberi lavoratori che si spostavano tra i vari grandi cantieri della Francia tradizionale, è piuttosto una sorta di corporazione non dissimile, nella sostanza, dalle "arti" della Firenze medievale.

Nell'album dei Malicorne, però, c'è molto altro. Le canzoni si occupano, ad esempio, di altri mestieri; e, verrebbe dire, di cantieri ben diversi da quelli dove si edificavano le cattedrali. Le quali avevano naturalmente bisogno di impalcature e intelaiature in legno, e il legno doveva essere tagliato. Intere e grosse porzioni della foresta medievale furono tagliate per edificare i grandi luoghi di culto e le altre architetture; e le tagliarono i taglialegna.

Il lavoro del taglialegna è ed è sempre stato terribile. Ha subito, però, una curiosa trasformazione negli ultimi tempi, dove qualcuno lo presenta come "lavoro sano", "a contatto con la natura" e via discorrendo. Naturalmente non si sta parlando dello spaccalegna individuale che va a "farsi" un po' di bosco per vendere la legna da ardere o roba del genere; si sta parlando delle grandi deforestazioni, dei cantieri che anche nel Medioevo, epoca in cui di legno era tutto quanto, erano presenti ovunque.

Questa canzone ci presenta quel che era il lavoro del taglialegna. Mesi e mesi lontani da casa a tirar giù alberi e spaccare e squadrare legna, a forza di braccia e basta. Vivere nella foresta come lupi, e lavorare e basta per tutta la settimana; per un salario da fame, naturalmente. Qui siamo in una situazione molto diversa dal Compagnonnage; qui siamo tra la manovalanza, anche se è indubbio che pure il taglialegna bisognava e bisogna saperlo fare.

E si capisce come, di fronte a un lavoro del genere, l'essere umano reagisca come ha sempre reagito di fronte al lavoro (< latino labor "vacillo sotto un peso gravoso"): infelicità, fatica, pensieri alle cose più belle e più care che si debbono lasciare, freddo, miseria. Da "lamenti" (complaintes) come questa è nata e si è coagulata la coscienza sociale, e non è certo un caso che i Malicorne, gruppo che riagguantava letteralmente antiche canzoni tradizionali e le riproponeva in ottiche del tutto tipiche degli anni '70 (in questo inserendosi pienamente in quel "folk revival" che, in tutto il mondo, intendeva collegare le lotte del presente alle loro più lontane radici storiche), nel "Tour de France" del compagnon Adélard Rousseau abbiano in realtà rivolto lo sguardo ben altrove. Tra l'antico cantiere del taglialegna e quello moderno del Chantier d'été il filo non si è mai interrotto, perché non si è interrotta mai l'aberrazione del lavoro. [RV]
Écoutez-tous mes bons amis
Vous qui vivez bien à votre aise
Je vais vous chanter le récit
De toutes les grandes misères
Qu'on peut avoir dans les chantiers
A travailler, à s'ennuyer
Dans une forêt si sévère
Surtout dans le temps de l'hiver

Quand faut partir pour les chantiers
Il nous faut tous quitter nos femmes
Nous faut quitter pareillement
Ce qui nous coûte le plus cher
Nos femmes et nos petits enfants
Rester terrés comme des loups
Dans une forêt si sévère
Surtout dans le temps de l'hiver

C'est par un dimanche au matin
Au début de l'année nouvelle
J'étais couché sur les sapins
Chantant pour dissiper mes peines
En composant cette chanson
C'est en pensant à ma maison
Et c'est en pensant à ma belle
Surtout dans le temps de l'hiver

Ici ils nous font travailler
Tous les six jours de la semaine
Le jour de l'An pareillement
Ainsi que tous les jours de fête
Qu'il vente, pleuve ou bien qu'il neige
Même s'il fait les quatre temps
La misère est notre salaire
Surtout dans le temps de l'hiver

17/5/2014 - 01:00



Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
17 maggio 2014

coupbois
IL LAMENTO DEL TAGLIALEGNA

Udite tutti, miei buoni amici,
voi che vivete nel benessere:
vi vado a cantare il racconto
di tutte le grandi miserie
che posson esserci nei cantieri
a lavorare, a scocciarsi
in un bosco talmente duro
specie durante l'inverno

Quando bisogna andare ai cantieri
bisogna lasciare le nostre donne,
e ugualmente ci tocca lasciare
(quel che ci costa più caro)
le nostre donne e i nostri figli,
stare rintanati come i lupo
in un bosco talmente duro
specie durante l'inverno

Una domenica mattina
al principio dell'anno nuovo
mi ero steso sui tronchi d'abete
e cantavo per scacciar le mie pene,
e componendo questa canzone
io pensavo a casa mia
e pensavo alla mia bella
specie durante l'inverno

Qui ci fanno lavorare
per sei giorni alla settimana
e pure per capodanno
e tutti i giorni festivi
che piova, nevichi o tiri vento,
ogni intemperia, con ogni tempo
la miseria è il nostro salario,
specie durante l'inverno.

17/5/2014 - 10:00


Très cher Bartlebeau, come hai visto ho sostituito senz'altro l'immagine della copertina dell'album; in effetti, quella da me inserita faceva veramente rècere. Perdonami se non lo ho fatto prima, ma sono ancora in fase di lenta ripresa dopo avere assaggiato le ripide ascese della Valsusa con dietro gli agenti a guardia del cantiere della Clarea...ma naturalmente le tue migliorie alle pagine sono sempre assai apprezzate e rigorosamente applicate, più che altro :-) Salud!

Riccardo Venturi - 17/5/2014 - 09:45


Bravo Venturik, e scusa... non era mia intenzione mettere fretta, è che avevo visto il commento pubblicato e pensavo fosse sfuggito il suggerimento...

Li hai seminati?

Bernart Bartleby - 17/5/2014 - 10:03


Condotti dall'incomparabile voce di Gabriel Yacoub, ogni volta mi chiedo come potevano creare impasti vocali di siffatta meraviglia! Il grande Riccardo colpisce ancora!

flavio poltronieri - 17/5/2014 - 21:18


Colpisco ancora ma lascio a metà le introduzioni :-)
Sarà bene quindi ripigliare questa pagina e terminarla...come dire, un po' di autocritica ci sta sempre bene, e fa parecchio bene alla salute...

Riccardo Venturi - 19/5/2014 - 18:48


Il titolo che avete inserito è sbagliato (coupeur è da correggere con coureur). La melodia di quest'altro incomparabile canto a cappella trae origine da Navire de Bayonne mentre il testo racconta di un trapper del Grande Nord canadese che il gruppo sceglie di per l'occasione di individuare come un taglialegna.
Ricordo che quello stesso 1978 i Malicorne incisero proprio N d B (che è invece il tragico resoconto di un naufragio) assieme a La Bamboche accoppiandolo a Paye Paysan in apertura di un LP prodotto dalla Ballon Noir di Hugues de Courson a beneficio delle vittime della famosa, maledetta Marée Noire Amoco Cadiz . Tutti i proventi dell'operazione discografica furono versati a diverse società ecologiste e i relativi diritti d'autore ad associazioni per la protezione della natura.

Flavio Poltronieri - 8/2/2017 - 09:27


Il coureur des bois (letteralmente "corridore dei boschi") era un contrabbandiere della Nuova Francia implicato nel commercio delle pelli con gli amerindiani.

Flavio Poltronieri - 8/2/2017 - 22:59


Ciao Flavio,

però non credo che in questo caso c'entrino i contrabbandieri di pellicce del nord America... Forse il significato può essere inteso più letteralmente come "colui che percorre i boschi" e, quindi, "boscaiolo".

Saluti

Bernart Bartleby - 9/2/2017 - 09:06


Sembra un po' la famosa battuta: Come si chiama il taglialegna russo? Andrej Peribosky... :-P

L'Anonimo Toscano del XXI Secolo - 9/2/2017 - 09:32


Ciao cari. Mi pare che la canzone voglia più che altro descrivere uno stato d'animo. Il resto è un pretesto. Un contenitore di secondaria importanza. C è in rete una interessante interpretazione dal vivo in solo di Gabriel che descrive dettagliatamente il brano. Adelard penso sia un rappresentante di molte figure. Il mio intervento parte essenzialmente dall' correzione del titolo, il resto è aggiunto per completezza di intervento.....sapete bene voi che pochi parlano di canzoni di questo tipo e unire le forze e le conoscenze o riordinare le informazioni può sempre eventualmente facilitare qualcuno

Flavio Poltronieri - 9/2/2017 - 10:09


Caro Riccardo, fatto interessante e credo abbastanza inedito è che la foto della copertina sia presa da un vagone originale dell'Orient-Express, presso il Musée du chemin de fer (SNCF) e che il personaggio che rappresenta il nostro caro Adélard altro non è che un manichino di cera raffigurante Gesù e recuperato dal Museo Grevin, che si trova in Boulevard Montmartre a Parigi.

Flavio Poltronieri - 26/2/2017 - 11:30




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