Ricordate brava gente
di quel mese di dicembre
era nel '69
con denunce in ogni dove
Dopo un lungo autunno caldo
il potere non è saldo
c'è la lotta, c'è il contratto
e succede questo fatto:
alla Banca dell'Agricoltura
scoppia una bomba da far paura!
Sono morti agricoltori,
pensionati e non signori,
ma ad un servo del padrone
no, non sfugge l'occasione!
E Nutrizio sul giornale
esce con l'editoriale
"Strage tra la borghesia,
la matrice è l'anarchia"
E incomincia proprio là
l'ultimo complotto contro la libertà!
Come sempre, come suole
un colpevole ci vuole
non importa chi egli sia
purché centri l'anarchia!
Non è ancora un dì passato
che Valpreda è già arrestato
ma l'avevano già in mente
fin dal giorno precedente
e il Corriere scrive ch'è un pazzo,
anarchico, drogato e pure pregiudicato
Un compagno dell'arrestato
è in questura interrogato
Ha un alibi di ferro
ma lo torchiano lo stesso
Lui è calmo, abituato
e non sembra preoccupato
ma ad un tratto - fatto strano -
vola giù dal quarto piano
Guida il questore poi dirà
"Quel suicidio è un'autoaccusa". Già!
Calabresi e i suoi compari
oggi sono commissari
ma se vanno per le strade
voi sapete che gli accade?
Là, sui muri di Milano,
ci son tante scritte a mano
che gli gridano sul viso
che Pinelli è stato ucciso:
se Pinelli si è buttato,
Calabresi allora si è sparato!
Son passati già tre anni,
smascherati abbiam gli inganni
messi insieme dai padroni
e non ce ne stiamo buoni.
Ottomila e più compagni
per le strade di Milano
sono scesi ed han gridato
“E’ una strage ma di Stato!”
La Questura allora spara,
è un complotto nuovo che ci prepara.
Ci son dei finanziatori
per Corriere e per il Giorno
“Sono dei provocatori”
l’Unità proclama attorno;
e seguendo questa pista
poi si arriva al terrorista:
han scordato già Pinelli,
tocca adesso a Feltrinelli.
Guai a dire “L’hanno ammazzato!”
Incidente, forse, però di Stato.
Oggi è il 25 aprile
giorno della Resistenza,
ma non fu guerra civile,
non dobbiamo far violenza.
Il PCI chiama le masse
a un prudente antifascismo,
ciò che fu lotta di classe
si trasforma in perbenismo.
Mentre in omaggio alle elezioni
festeggiano di Pino Rauti la liberazione.
Non dobbiamo chieder luce
a chi luce non può fare
se i padroni metton bombe
non lo vanno a raccontare!
Il processo che vogliamo
quello che bisogna fare
nelle strade e nei quartieri
è il processo popolare:
non Valpreda è l'imputato,
noi dobbiamo processar lo Stato!
di quel mese di dicembre
era nel '69
con denunce in ogni dove
Dopo un lungo autunno caldo
il potere non è saldo
c'è la lotta, c'è il contratto
e succede questo fatto:
alla Banca dell'Agricoltura
scoppia una bomba da far paura!
Sono morti agricoltori,
pensionati e non signori,
ma ad un servo del padrone
no, non sfugge l'occasione!
E Nutrizio sul giornale
esce con l'editoriale
"Strage tra la borghesia,
la matrice è l'anarchia"
E incomincia proprio là
l'ultimo complotto contro la libertà!
Come sempre, come suole
un colpevole ci vuole
non importa chi egli sia
purché centri l'anarchia!
Non è ancora un dì passato
che Valpreda è già arrestato
ma l'avevano già in mente
fin dal giorno precedente
e il Corriere scrive ch'è un pazzo,
anarchico, drogato e pure pregiudicato
Un compagno dell'arrestato
è in questura interrogato
Ha un alibi di ferro
ma lo torchiano lo stesso
Lui è calmo, abituato
e non sembra preoccupato
ma ad un tratto - fatto strano -
vola giù dal quarto piano
Guida il questore poi dirà
"Quel suicidio è un'autoaccusa". Già!
Calabresi e i suoi compari
oggi sono commissari
ma se vanno per le strade
voi sapete che gli accade?
Là, sui muri di Milano,
ci son tante scritte a mano
che gli gridano sul viso
che Pinelli è stato ucciso:
se Pinelli si è buttato,
Calabresi allora si è sparato!
Son passati già tre anni,
smascherati abbiam gli inganni
messi insieme dai padroni
e non ce ne stiamo buoni.
Ottomila e più compagni
per le strade di Milano
sono scesi ed han gridato
“E’ una strage ma di Stato!”
La Questura allora spara,
è un complotto nuovo che ci prepara.
Ci son dei finanziatori
per Corriere e per il Giorno
“Sono dei provocatori”
l’Unità proclama attorno;
e seguendo questa pista
poi si arriva al terrorista:
han scordato già Pinelli,
tocca adesso a Feltrinelli.
Guai a dire “L’hanno ammazzato!”
Incidente, forse, però di Stato.
Oggi è il 25 aprile
giorno della Resistenza,
ma non fu guerra civile,
non dobbiamo far violenza.
Il PCI chiama le masse
a un prudente antifascismo,
ciò che fu lotta di classe
si trasforma in perbenismo.
Mentre in omaggio alle elezioni
festeggiano di Pino Rauti la liberazione.
Non dobbiamo chieder luce
a chi luce non può fare
se i padroni metton bombe
non lo vanno a raccontare!
Il processo che vogliamo
quello che bisogna fare
nelle strade e nei quartieri
è il processo popolare:
non Valpreda è l'imputato,
noi dobbiamo processar lo Stato!
inviata da DoNQuijote82 - 29/12/2013 - 21:50
Non so bene chi fosse Antonio Catacchio, autore di questa canzone, però mi dispiace sempre molto quando sulle CCG una biografia rimane vuota, così sono andato a cercare se negli infiniti meandri della Rete ci fosse qualche traccia della sua esistenza...
Antonio Catacchio è morto nel 2011.
Era un compagno ed un appassionato interprete ed autore di canzoni popolari.
La sua figura è legata, nel passato, al Nuovo Canzoniere milanese (di cui fece parte insieme ad Ezio Cuppone, Franco Mascetti, Gabriella Merlo e Cristina Rapisarda) ed a Gianni Bosio, storico e militante socialista (in epoca in cui questo significava ancora qualcosa), e Franco Coggiola, etnomusicologo ed animatore del Nuovo Canzoniere italiano e dell’Istituto Ernesto De Martino. Nel 1971 Antonio Catacchio fu, insieme agli altri di Milano, l’interprete de «Il bosco degli alberi. Storia d’Italia dall’Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari», rappresentazione popolare in due tempi scritta proprio da Bosio e Coggiola e di cui ci sono già parecchie tracce sulle CCG.
Negli ultimi anni Antonio Catacchio è stato invece uno dei promotori e membri del Coro Ingrato di Milano, fondato nel 2000 e con all’attivo due dischi dai titoli abbastanza emblematici circa il suo orientamento artistico: “Se partigiano io son” e “Vento del 68”.
Sul sito del Coro Ingrato, in una delle pagine che ricordano, Antonio appare in una foto che lo ritrae chitarra in pugno e con sullo sfondo le parole de L’Internazionale di Franco Fortini...
Antonio Catacchio è morto nel 2011.
Era un compagno ed un appassionato interprete ed autore di canzoni popolari.
La sua figura è legata, nel passato, al Nuovo Canzoniere milanese (di cui fece parte insieme ad Ezio Cuppone, Franco Mascetti, Gabriella Merlo e Cristina Rapisarda) ed a Gianni Bosio, storico e militante socialista (in epoca in cui questo significava ancora qualcosa), e Franco Coggiola, etnomusicologo ed animatore del Nuovo Canzoniere italiano e dell’Istituto Ernesto De Martino. Nel 1971 Antonio Catacchio fu, insieme agli altri di Milano, l’interprete de «Il bosco degli alberi. Storia d’Italia dall’Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari», rappresentazione popolare in due tempi scritta proprio da Bosio e Coggiola e di cui ci sono già parecchie tracce sulle CCG.
Negli ultimi anni Antonio Catacchio è stato invece uno dei promotori e membri del Coro Ingrato di Milano, fondato nel 2000 e con all’attivo due dischi dai titoli abbastanza emblematici circa il suo orientamento artistico: “Se partigiano io son” e “Vento del 68”.
Sul sito del Coro Ingrato, in una delle pagine che ricordano, Antonio appare in una foto che lo ritrae chitarra in pugno e con sullo sfondo le parole de L’Internazionale di Franco Fortini...
Bernart Bartleby - 30/12/2013 - 13:43
×
da ildeposito
La versione qui pubblicata è quella integrale, così come era stata inizialmente scritta da Antonio Catacchio e Diego De Palma. Nella successiva registrazione su Cd vennero cancellate le strofe 6/7/8 (qui in corsivo) in quanto riguardavano quel particolare momento storico-politico e quindi oggi fuori tema rispetto al fatto politico più grave: la programmata strage di Stato