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Šáteček

Jindra Hartl
Lingua: Ceco


Lista delle versioni e commenti


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Un po' di tempo fa mi è venuto in mente di proporre questa canzone alle CCG ma in realtà avevo presente soltanto qualche brano del testo, non ricordavo né il titolo né l'interprete. Subito ho fatto una ricerca veloce su internet per risalire a qualche informazione in più, a sorpresa, però, non è stato per nulla facile. È vero che il testo si trova in rete in più luoghi (con alcune variazioni irrilevanti per il significato), è presente anche una registrazione su youtube (in cui ho individuato la versione che avevo sentito anni fa). Altre informazioni o commenti però scarseggiano. A malapena si trova il nome dell'autore ed è assolutamente impossibile trovare qualche nota biografica su di lui, con unica eccezione di un articolo online del 2010 del giornale regionale Slánské listy secondo il quale Jindra Hartl sarebbe stato un “bardo degli scout” e avrebbe composto la canzone dentro la sua cella di Pankrác che è una prigione situata nell'omonima zona di Praga (l'autore dell'articolo, Vladimír Rogl, non cita però alcuna fonte). Se ciò fosse vero, si tratterebbe quindi di un canto autentico realmente composto da un prigioniero politico. La canzone è stata interpretata dal gruppo musicale Severka (che è un gruppo di stile folk-country, relativamente recente, che suona soprattutto musica di altri interpreti adattata al proprio stile). Non ho trovato la data della composizione della canzone né altre tracce riguardanti la sua eventuale pubblicazione per iscritto o altre interpretazioni o registrazioni. Sempre secondo l'articolo sopracitato, la canzone avrebbe circolato all'interno delle varie prigioni e campi di concentramento del regime. Il che può ben corrispondere alla verità, data l'esistenza di una pluralità di versioni che presentano alcune differenze, benché in fondo siano simili – come del resto avviene per qualsiasi testo tramandato oralmente o in forma manoscritta senza una versione ufficiale. Dando poi per scontato che un testo del genere non avesse mai potuto essere pubblicato durante il regime, è dunque probabile che si sia diffuso per vie alternative e in una delle sue versioni è stato successivamente, dopo la rivoluzione, ripescato da Severka. Ovviamente bisogna tener conto che la mia ricerca, per vari motivi, si è potuta avvalere soltanto di fonti presenti su internet, confrontandosi con altre fonti potrebbero magari venire fuori anche altre informazioni. Ciononostante, la dicitura “canto (o inno) dei MUKL” che talvolta accompagna la canzone, e il testo stesso che è alquanto chiaro, rendono facile l'interpretazione e la collocazione storica della canzone.

Ci spostiamo nella Cecoslovacchia degli anni 50. Il piccolo paese travolto dagli orrori della seconda guerra mondiale si trovava in una situazione di fame e carenza di generi di prima necessità, e allo stesso tempo anche scosso da una crisi politica, diventando nuovamente vittima dei potenti. Il partito comunista aveva nel dopoguerra un discreto appoggio della popolazione – dopo la tragica esperienza del nazismo esso rappresentava un'alternativa. C'era però già allora chi si rendeva conto del pericolo che costituiva l'estremismo in quella direzione e il modello sovietico. La presa di potere da parte del partito comunista nel febbraio 1948 fu di fatto un colpo di stato effettuato dal governo di Mosca. Gli anni 50 furono caratterizzati da una serie di processi costruiti contro personalità politicamente scomode. Con false accuse di complotto contro la repubblica e simili, tante persone subirono condanne a lunghi anni di reclusione, e molti trovarono la morte. Il più noto di questi processi fu quello con il gruppo di Milada Horáková, l'unica donna condannata a morte e giustiziata, già perseguitata in passato durante la guerra e internata dalla Gestapo nei lager nazisti, in quanto scomoda a qualsiasi regime. In giro di pochi anni, dunque, dopo le orrende persecuzioni nazifasciste, furono individuate nuove vittime da perseguitare, ugualmente innocenti: persone appartenenti ad altri partiti politici, religiosi, imprenditori, piccoli contadini, intellettuali, e in genere tutte le persone che non si conformavano con la visione materialista del mondo e professavano ideali di libertà. Furono costruiti nuovi campi di concentramento e fabbriche-prigioni che si riempirono di prigionieri politici, come anche le prigioni già esistenti. I prigionieri politici furono etichettati come MUKL. Tale acronimo, sfruttando le regole fonologiche del ceco – in cui un nucleo di sillaba non deve necessariamente essere retto da una vocale, bensì anche dalle consonanti l, r – non presentava difficoltà di pronuncia e assunse le vesti di un sostantivo maschile animato e come tale poteva essere declinato (assumendo ad esempio la forma plurale “muklové” - in italiano, per intenderci, “i mukli” o una cosa del genere). Il termine arrivò a designare i prigionieri politici in genere. Tuttavia una simile personificazione e generalizzazione non poté offuscare il fatto che all'origine della parola fosse stato il terribile acronimo che stava per “muž určený k likvidaci” - uomo destinato all'eliminazione. Non è necessario descrivere le condizioni a cui furono confinati i carcerati o gli internati nelle fabbriche-prigioni e nei campi di concentramento, è sufficiente affermare che fossero uguali o simili a quelle degli altri lager nel mondo già descritti altrove. Il fenomeno di incarcerazioni per motivi politici si era espanso in particolare negli anni 50, naturalmente però durante tutto il periodo del regime totalitario erano sempre presenti. Gli ultimi prigionieri politici sopravvissuti furono liberati dopo la rivoluzione.

Tornando alla canzone, riporto qui il testo che corrisponde alla versione cantata da Severka. Il testo di per sé, come già notato, non ha bisogno di spiegazioni, a parte ovviamente la dovuta traduzione.
Už se mi tvůj šátek v dáli ztrácí, smutek v duši mám.
Já se pro tě v cele na Pankráci asi ustýskám.
A to proto jen, že jsem měl svou zem tak rád, dělí nás ostnatej drát.
A to proto jen, že jsem měl svou zem tak rád, dělí nás ostnatej drát.

Chtěl jsem s tebou v malé chatě žít, chtěl jsem s tebou hezké děti mít
a teď musím v žáru ve válcovnách do úpadu dřít.
A to proto jen, že jsem měl svou zem tak rád, dělí nás ostnatej drát.
A to proto jen, že jsem měl svou zem tak rád, dělí nás ostnatej drát.

Chtěl jsem s tebou v malé chatě žít, chtěl jsem tě mít rád,
a teď musím hrozby bachařovy denně poslouchat.
A to proto jen, že jsem měl svou zem tak rád, dělí nás ostnatej drát.
A to proto jen, že jsem měl svou zem tak rád, dělí nás ostnatej drát.

Není vhodné mít svůj vlastní názor, jsou s tím potíže.
Tím pádem mě státní prokurátor šoupnul za mříže.
A to proto jen, že jsem měl svou zem tak rád, dělí nás ostnatej drát.
A to proto jen, že jsem měl svou zem tak rád, dělí nás ostnatej drát.

inviata da Stanislava - 7/11/2013 - 02:11



Lingua: Italiano

Versione italiana di Stanislava
IL FAZZOLETTINO

Ormai il tuo fazzoletto svanisce nella lontananza, ho la tristezza nel cuore.
Mi sa che nella cella di Pankrác sarò sopraffatto dalla nostalgia per te.
E soltanto perché amavo così tanto la mia terra, ci separa il filo spinato.
E soltanto perché amavo così tanto la mia terra, ci separa il filo spinato.

Volevo vivere con te in una piccola capanna, volevo avere con te dei bei bambini,
e adesso devo faticare fino allo sfinimento al calore di una fabbrica di laminati.
E soltanto perché amavo così tanto la mia terra, ci separa il filo spinato.
E soltanto perché amavo così tanto la mia terra, ci separa il filo spinato.

Volevo vivere con te in una piccola capanna, desideravo volerti bene,
a adesso devo ascoltare quotidianamente le minacce del carceriere.
E soltanto perché amavo così tanto la mia terra, ci separa il filo spinato.
E soltanto perché amavo così tanto la mia terra, ci separa il filo spinato.

Non è opportuno avere la propria opinione, ciò porta con sé delle difficoltà.
Per questo il procuratore dello stato mi ha messo in galera.
E soltanto perché amavo così tanto la mia terra, ci separa il filo spinato.
E soltanto perché amavo così tanto la mia terra, ci separa il filo spinato.

inviata da Stanislava - 7/11/2013 - 02:14


Bellissima!
Grazie Stanislava.

Bernart - 7/11/2013 - 10:33




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