M’è stato detto da perzone pratiche
che nun zempre li frati a Ssant’Uffizzio
tutte le ggente aretiche e ssismastiche
le sàrveno (1) coll’urtimo supprizzio.
Ma, ssiconno li casi e le bbrammatiche
pijjeno per esempio o Ccaglio o Ttizzio,
e li snèrbeno a ssangue in zu le natiche
pe cconvertilli e mmetteje ggiudizzio.
Lí a sséde (2) intanto er gran inquisitore,
che li fa sfraggellà ppe llòro bbene,
bbeve ir (3) zuo mischio e ddà llode ar Ziggnore.
«Forte, fratelli», strilla all’aguzzini:
«libberàmo sti fijji da le pene
de l’inferno»; e cqui intiggne li grostini.
che nun zempre li frati a Ssant’Uffizzio
tutte le ggente aretiche e ssismastiche
le sàrveno (1) coll’urtimo supprizzio.
Ma, ssiconno li casi e le bbrammatiche
pijjeno per esempio o Ccaglio o Ttizzio,
e li snèrbeno a ssangue in zu le natiche
pe cconvertilli e mmetteje ggiudizzio.
Lí a sséde (2) intanto er gran inquisitore,
che li fa sfraggellà ppe llòro bbene,
bbeve ir (3) zuo mischio e ddà llode ar Ziggnore.
«Forte, fratelli», strilla all’aguzzini:
«libberàmo sti fijji da le pene
de l’inferno»; e cqui intiggne li grostini.
inviata da Bernart - 30/10/2013 - 12:50
Note autografe di Belli, dai Sonetti romaneschi:
1 - Salvano.
2 - A sedere.
3 - Ir per «il»: sforzo di parlar gentile, dicendosi veramente dai Romaneschi er.
Note di spiegazione del testo:
-: si riferisce ai frati Domenicani, da vecchia data incaricati di condurre le attività dell'istituzione.
- coll’urtimo supprizzio: la condanna a morte per eresia.
- pe cconvertilli e mmetteje ggiudizzio: per convertirli alla vera fede e farli quindi rinsavire.
- bbeve ir zuo mischio: il frate domenicano che dirige le operazioni di tortura, mentre incita i confratelli, fa comodamente colazione con caffèlatte (il mischio) e crostini (l'equivalente dei cornetti o dei biscotti delle prime colazioni odierne).
1 - Salvano.
2 - A sedere.
3 - Ir per «il»: sforzo di parlar gentile, dicendosi veramente dai Romaneschi er.
Note di spiegazione del testo:
-
- coll’urtimo supprizzio: la condanna a morte per eresia.
- pe cconvertilli e mmetteje ggiudizzio: per convertirli alla vera fede e farli quindi rinsavire.
- bbeve ir zuo mischio: il frate domenicano che dirige le operazioni di tortura, mentre incita i confratelli, fa comodamente colazione con caffèlatte (il mischio) e crostini (l'equivalente dei cornetti o dei biscotti delle prime colazioni odierne).
Bernart - 30/10/2013 - 12:51
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Versi del grande poeta romano dai “Sonetti romaneschi”.
Musica di Adriano Bono, dallo spettacolo “Adriano Bono e La Banda De Piazza Montanara”, da cui è stato tratto anche un disco intitolato “996 vol.1 – I Sonetti romaneschi di G. G. Belli”.
“Un sonetto dedicato a quello che all'epoca del Belli era uno degli apparati repressivi e di controllo sociale più efficienti e terrificanti a disposizione dello Stato Pontificio: la Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione , anche detta Sant'Uffizio . Erede diretta dell' Inquisizione e antenata della Congregazione per la Dottrina della Fede il suo compito principale era quello di mantenere e difendere l'integrità della fede, e per fare questo non esitava a ricorrere alla tortura e alla pena capitale pur di salvare le anime di eretici, streghe e dissenzienti vari dalla dannazione eterna, e il resto della comunità dei fedeli dalla possibilità di essere da questi influenzati, corrotti e contaminati. Proprio appuntandosi alla leggerezza con la quale l'inquisitore commina queste pene a fin di bene mentre gusta la sua colazione, il parlante, e attraverso lui il poeta stesso, denuncia con sdegno e sarcasmo l'assurdità di una istituzione che davvero doveva sembrare assolutamente anacronistica (anche per i tempi) e profondamente illiberale.” (Adriano Bono)