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Li sordati bboni

Giuseppe Gioacchino Belli
Lingua: Italiano (Laziale Romanesco)


Giuseppe Gioacchino Belli

Lista delle versioni e commenti


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(Flavio Giurato)
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(anonimo)
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(Gabriella Ferri)


‎[1834]‎
Versi del grande poeta romano, dai “Sonetti romaneschi”.‎
Musica di Adriano Bono, dallo spettacolo “Adriano Bono e La Banda De Piazza ‎Montanara”, da cui è stato tratto anche un disco intitolato “996 vol.1 – I Sonetti romaneschi di G. G. ‎Belli”.‎

Gioacchino ‎Belli
Gioacchino ‎Belli

996 vol 1

‎“Un vero e proprio manifesto contro la guerra. Chi parla è pur sempre un popolano, ma in questo ‎sonetto mi pare si senta forte anche la voce del poeta stesso, profondamente contrario alla violenza ‎dell'essere umano sul suo simile, in ogni forma.” (Adriano Bono)‎
Subbito c’un Zovrano de la terra
crede c’un antro (1) j’abbi tocco (2) un fico, (3)‎
disce ar popolo suo: «Tu sei nimmico
der tale o dder tar (4) re: ffàjje (5) la guerra».‎

E er popolo, pe sfugge (6) la galerra
o cquarc’antra grazzietta che nnun dico,‎
pijja lo schioppo, e vviaggia com’un prico (7)‎
che spedischino in Francia o in Inghirterra.‎

Ccusí, pe li crapicci (8) d’una corte
ste pecore aritorneno a la stalla
co mmezza testa e cco le gamme storte.‎

E cco le vite sce se ggiuca (9) a ppalla,‎
come quela puttana (10) de la morte‎
nun vienissi da lei (11) senza scercalla. (12)‎

inviata da Bernart - 30/10/2013 - 12:12


Note autografe di Belli, dai Sonetti ‎romaneschi:‎

‎1 - Altro.
‎2 - Gli abbia toccato.
‎3 - Fico: qui sta per un «nonnulla».
‎4 - Tal.
‎5 - Fagli.
‎6 - Per isfuggire.
‎7 - Plico.
‎8 - Capricci.
‎9 - Ci si giuoca.
‎10 - Per bene pronunziare le due antecedenti parole, si deve considerarle quasi fossero unite, di ‎modo che l’accentuazione non cada che sulla prima a di puttana.
‎11 - Non venisse da sé.
‎12 - Cercarla.‎

Bernart - 30/10/2013 - 12:12



Lingua: Inglese

Traduzione inglese – probabilmente attribuibile a Michael Sullivan, da “Vernacular Sonnets of ‎Giuseppe Gioacchino Belli”, Windmill Books Limited, Londra – trovata su ‎‎Virtual Roma
THE GOOD SOLDIERS

In this world, as soon as a king thinks that somebody
Has touched the most insignificant of his properties,
He tells his own people: "You are enemies
Of this king, or that one: go to war against him".

And the people, in order to avoid jail
Or some other treatment I prefer not to mention,
Pick up the rifle, and travel like a parcel
That is shipped to France or to England.

So, for the whims of a court,
These sheep come back to their pens
With a broken head and with crooked legs.

And life is dealt with as if playing with a ball,
As if damn death did not already come by itself,
Without the need of seeking for it.‎

inviata da Bernart - 30/10/2013 - 12:14




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