Uuuuh, che noia qui al Cremlino, che noia la sera,
la sera vedersi al Cremlino
[Coro : Che noia qui al Cremlino…]
Come entro, ci trovo Popov
che fa il cruciverba sul cesso,
pensando a un oppositore represso
ha negli occhi la felicità.
[Coro : La felicità]
Poi c’è Vorozov, Kutuzov e Priblenski
e un balordo che chiamano Uspenski
dice che fa il generale o il ministro
ma di che cosa nessuno lo sa.
Ma per fortuna che c’è il Vladimiro,
ripassa il ceceno col ferro da stiro,
stende buriati, inguscezi e abkazzi,
se muove un dito non ci son cazzi.
[Coro :
Ma per fortuna che c’è il Vladimiro,
ripassa l’abkazzo col ferro da stiro,
stende ceceni, inguscezi e buriati,..]
Ma chissà quanti n’ha massacrati.
Uuuuh, che noia qui al Cremlino, che noia la sera,
la sera vedersi al Cremlino
[Coro : Che noia qui al Cremlino…]
Entra la moglie di Vorozov,
che poi sarebbe la Vorozova
porta al marito un panino e due uova
e un litro di vodka per finir,
[Coro : E un litro di vodka per finir]
E poi c’è il capo della Sicurezza,
della Sicurezza,
rapporto sui terroristi arrestati,
cinque li abbiamo di già fucilati,
sei deportati nella taigà
[Coro : Nella taigà]
Ma per fortuna che c’è il Vladimiro,
ripassa il ceceno col ferro da stiro,
stende buriati, inguscezi e abkazzi,
se muove un dito non ci son cazzi.
[Coro :
Ma per fortuna che c’è il Vladimiro,
ripassa il buriato col ferro da stiro,
stende inguscezi, abkazzi e ceceni,..]
…e i gulag tornano ad essere pieni.
Uuuuh, che noia qui al Cremlino, che noia la sera,
la sera vedersi al Cremlino
[Coro : Che noia qui al Cremlino…]
In saletta c’è il telefono rosso,
telefonata puntuale alle nove
è sempre Giorgio, mai facce nuove.
Dio, che noia qui al Cremlino
[Coro: Qui al Cremlino]
Non vi dico che mi tocca fare,
stare a sentire qualche militare.
Non mi molla e continua a fissare
finché non crollo ed emetto un diktat.
Ma per fortuna che c’è il Vladimiro,
ripassa il ceceno col ferro da stiro,
stende buriati, inguscezi e abkazzi,
se muove un dito non ci son cazzi.
Ma per fortuna che c’è il Vladimiro,
ripassa l’Impero col ferro da stiro,
taglia il gas pure ai bielorussi,
e riscaldarsi ? Basta co’ ‘sti lussi !
la sera vedersi al Cremlino
[Coro : Che noia qui al Cremlino…]
Come entro, ci trovo Popov
che fa il cruciverba sul cesso,
pensando a un oppositore represso
ha negli occhi la felicità.
[Coro : La felicità]
Poi c’è Vorozov, Kutuzov e Priblenski
e un balordo che chiamano Uspenski
dice che fa il generale o il ministro
ma di che cosa nessuno lo sa.
Ma per fortuna che c’è il Vladimiro,
ripassa il ceceno col ferro da stiro,
stende buriati, inguscezi e abkazzi,
se muove un dito non ci son cazzi.
[Coro :
Ma per fortuna che c’è il Vladimiro,
ripassa l’abkazzo col ferro da stiro,
stende ceceni, inguscezi e buriati,..]
Ma chissà quanti n’ha massacrati.
Uuuuh, che noia qui al Cremlino, che noia la sera,
la sera vedersi al Cremlino
[Coro : Che noia qui al Cremlino…]
Entra la moglie di Vorozov,
che poi sarebbe la Vorozova
porta al marito un panino e due uova
e un litro di vodka per finir,
[Coro : E un litro di vodka per finir]
E poi c’è il capo della Sicurezza,
della Sicurezza,
rapporto sui terroristi arrestati,
cinque li abbiamo di già fucilati,
sei deportati nella taigà
[Coro : Nella taigà]
Ma per fortuna che c’è il Vladimiro,
ripassa il ceceno col ferro da stiro,
stende buriati, inguscezi e abkazzi,
se muove un dito non ci son cazzi.
[Coro :
Ma per fortuna che c’è il Vladimiro,
ripassa il buriato col ferro da stiro,
stende inguscezi, abkazzi e ceceni,..]
…e i gulag tornano ad essere pieni.
Uuuuh, che noia qui al Cremlino, che noia la sera,
la sera vedersi al Cremlino
[Coro : Che noia qui al Cremlino…]
In saletta c’è il telefono rosso,
telefonata puntuale alle nove
è sempre Giorgio, mai facce nuove.
Dio, che noia qui al Cremlino
[Coro: Qui al Cremlino]
Non vi dico che mi tocca fare,
stare a sentire qualche militare.
Non mi molla e continua a fissare
finché non crollo ed emetto un diktat.
Ma per fortuna che c’è il Vladimiro,
ripassa il ceceno col ferro da stiro,
stende buriati, inguscezi e abkazzi,
se muove un dito non ci son cazzi.
Ma per fortuna che c’è il Vladimiro,
ripassa l’Impero col ferro da stiro,
taglia il gas pure ai bielorussi,
e riscaldarsi ? Basta co’ ‘sti lussi !
A proposito della terribile e sempre taciuta guerra in Cecenia, vorrei suggerire la visione di "Alexandra", l'ultimo film del regista russo Aleksandr Sokurov, interpretato da un'intensissima Galina Vishnevskaya, vedova del violoncellista Mstislav Rostropovich.
Alexandra è una nonna che va a trovare il nipote, ufficiale in servizio presso una base russa in Cecenia. Alexandra contempla lo smarrimento e l'abbruttimento dei giovani soldati russi, cerca di confortarli e diviene ai loro occhi l'unico barlume di umanità in una realtà squassata dalla guerra. Al tempo stesso, Alexandra percepisce l'odio e l'eguale abbruttimento dei pochi giovani ceceni rimasti, ma sperimenta anche quanto eroica sia la quotidiana lotta per la sopravvivenza delle donne cecene e la loro incredibile capacità di avere ancora sentimenti umani in mezzo a tutto quel dolore e a quella devastazione... Ma i destini di chi può andarsene e di chi invece è costretto a restare sono lontanissimi...
Una serie di recensioni in inglese
Recensione di Federico Pontiggia su Il Cinematografo
Alexandra è una nonna che va a trovare il nipote, ufficiale in servizio presso una base russa in Cecenia. Alexandra contempla lo smarrimento e l'abbruttimento dei giovani soldati russi, cerca di confortarli e diviene ai loro occhi l'unico barlume di umanità in una realtà squassata dalla guerra. Al tempo stesso, Alexandra percepisce l'odio e l'eguale abbruttimento dei pochi giovani ceceni rimasti, ma sperimenta anche quanto eroica sia la quotidiana lotta per la sopravvivenza delle donne cecene e la loro incredibile capacità di avere ancora sentimenti umani in mezzo a tutto quel dolore e a quella devastazione... Ma i destini di chi può andarsene e di chi invece è costretto a restare sono lontanissimi...
Una serie di recensioni in inglese
Recensione di Federico Pontiggia su Il Cinematografo
Alessandro - 4/6/2008 - 12:42
Sempre a proposito di Alexandra, scriveva Alberto Crespi un anno fa, su L'Unità del 25 maggio 2007:
"Tutto ok, se non subentrasse il secondo livello: Alexandra descrive i soldati russi in Cecenia come una comitiva di boy-scouts in gita. Sono tutti bravi, servizievoli, educati. Non bevono un goccio di vodka, non sparano un colpo. L'esercito russo, nel film, sembra una «forza di pace» spedita a civilizzare una banda di musulmani riottosi. Di più: la parola «Cecenia» non viene mai pronunciata. Alexandra è di fatto una clamorosa rimozione, e la cosa è tanto più sospetta se si pensa che senza l'appoggio logistico dell'esercito il film non si sarebbe mai fatto."
Questo commento "ideologico" non mi trova per nulla d'accordo. Sokurov non voleva fare un documentario e nemeno è un regista iconoclasta, come direbbe Scorsese.
Ma l'assurdità e la barbarie della guerra trasuda da questo film, dalle sue immagini, soprattutto, ma anche nei dialoghi, molto più che in tanti altri film più espliciti (penso a "Il prigioniero del Caucaso" di Sergej Bodrov o a "Belva di guerra" di Kevin Reynolds, il primo sull'occupazione russa della Cecenia, il secondo sul "Vietnam sovietico" in Afghanistan)... Penso ai visi sconfitti dei soldati invasori, penso alle montagne incendiate di notte, penso alle inquadrature sulle case di Grozny, penso agli sguardi carichi d'odio dei giovani ceceni, penso ad alcune frasi pronunciate dalla protagonista ("Combattete da troppo tempo. Vi siete abituati a uccidere, vi piace», o "Sapete distruggere, ma quando imparerete a costruire?")...
Insomma, non mi pare proprio che i russi vengano dipinti come pacificatori o che i ceceni siano descritti come una banda di selvaggi invasati... quanto al sostegno dell'esercito e dell'establishment russi, ne sa sicuramente più Crespi: io so che il film è del 2006, presentato a Cannes nel 2007, passato sotto silenzio, uscito in Italia un anno dopo, in programmazione a Torino per qualche giorno in uno delle più sgalfe sale della città, con una media di 6 spettatori a proiezione... Tutto ciò mi porta a credere che questo bel film non abbia poi goduto di molti favori ed attenzioni da parte dei Potenti...
"Tutto ok, se non subentrasse il secondo livello: Alexandra descrive i soldati russi in Cecenia come una comitiva di boy-scouts in gita. Sono tutti bravi, servizievoli, educati. Non bevono un goccio di vodka, non sparano un colpo. L'esercito russo, nel film, sembra una «forza di pace» spedita a civilizzare una banda di musulmani riottosi. Di più: la parola «Cecenia» non viene mai pronunciata. Alexandra è di fatto una clamorosa rimozione, e la cosa è tanto più sospetta se si pensa che senza l'appoggio logistico dell'esercito il film non si sarebbe mai fatto."
Questo commento "ideologico" non mi trova per nulla d'accordo. Sokurov non voleva fare un documentario e nemeno è un regista iconoclasta, come direbbe Scorsese.
Ma l'assurdità e la barbarie della guerra trasuda da questo film, dalle sue immagini, soprattutto, ma anche nei dialoghi, molto più che in tanti altri film più espliciti (penso a "Il prigioniero del Caucaso" di Sergej Bodrov o a "Belva di guerra" di Kevin Reynolds, il primo sull'occupazione russa della Cecenia, il secondo sul "Vietnam sovietico" in Afghanistan)... Penso ai visi sconfitti dei soldati invasori, penso alle montagne incendiate di notte, penso alle inquadrature sulle case di Grozny, penso agli sguardi carichi d'odio dei giovani ceceni, penso ad alcune frasi pronunciate dalla protagonista ("Combattete da troppo tempo. Vi siete abituati a uccidere, vi piace», o "Sapete distruggere, ma quando imparerete a costruire?")...
Insomma, non mi pare proprio che i russi vengano dipinti come pacificatori o che i ceceni siano descritti come una banda di selvaggi invasati... quanto al sostegno dell'esercito e dell'establishment russi, ne sa sicuramente più Crespi: io so che il film è del 2006, presentato a Cannes nel 2007, passato sotto silenzio, uscito in Italia un anno dopo, in programmazione a Torino per qualche giorno in uno delle più sgalfe sale della città, con una media di 6 spettatori a proiezione... Tutto ciò mi porta a credere che questo bel film non abbia poi goduto di molti favori ed attenzioni da parte dei Potenti...
Alessandro - 5/6/2008 - 11:19
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NOTA. Come di consueto, ohimé, lo Scocciante informa di aver massacrato un'altra notissima canzone italiana. Stavolta è toccato a uno dei più grandi successi di Giorgio Gaber, Il Riccardo. Pure egocentrico, l'amico.