Cold winds on the moors blow.
Warm the enemy's fires glow.
Like the harvest of Culloden,
Pain and fear and death grow.
'Twas love of our prince drove us to Drumossie,
But in scarcely the time that it takes me to tell
The flower of our country lay scorched by an army
As ruthless and red as the embers of hell.
Cold winds on the moors blow.
Warm the enemy's fires glow.
Like the harvest of Culloden,
Pain and fear and death grow.
The Campbell and McFall did the work of the English.
McDonald in anger did no work at all.
'Twas musket and cannon against honour and courage.
Invading men stood while our clansmen did fall.
Cold winds on the moors blow.
Warm the enemy's fires glow.
Like the harvest of Culloden,
Pain and fear and death grow.
None other than children are left to the women,
With only the memory of father and son
Turned out of their homes to make shelter for strangers.
The blackest of hours on this land has begun.
Cold winds on the moors blow.
Warm the enemy's fires glow.
Like the harvest of Culloden,
Pain and fear and death grow.
Warm the enemy's fires glow.
Like the harvest of Culloden,
Pain and fear and death grow.
'Twas love of our prince drove us to Drumossie,
But in scarcely the time that it takes me to tell
The flower of our country lay scorched by an army
As ruthless and red as the embers of hell.
Cold winds on the moors blow.
Warm the enemy's fires glow.
Like the harvest of Culloden,
Pain and fear and death grow.
The Campbell and McFall did the work of the English.
McDonald in anger did no work at all.
'Twas musket and cannon against honour and courage.
Invading men stood while our clansmen did fall.
Cold winds on the moors blow.
Warm the enemy's fires glow.
Like the harvest of Culloden,
Pain and fear and death grow.
None other than children are left to the women,
With only the memory of father and son
Turned out of their homes to make shelter for strangers.
The blackest of hours on this land has begun.
Cold winds on the moors blow.
Warm the enemy's fires glow.
Like the harvest of Culloden,
Pain and fear and death grow.
inviata da Riccardo Venturi - 19/8/2006 - 00:18
Lingua: Italiano
Versione italiana di Riccardo Venturi
19 agosto 2006
19 agosto 2006
LA MESSE DI CULLODEN
Soffiano venti freddi sulle brughiere,
ardono caldi i fuochi del nemico.
Come la messe di Culloden
crescon la pena, la paura e la morte.
Fu l’amore per il nostro principe a portarci a Drumossie, [*1]
Ma nel tempo appena che mi ci vuole a narrare
il fiore del nostro paese giacque straziato da un’armata
spietata e rosso sangue come i tizzoni infernali.
Soffiano venti freddi sulle brughiere,
ardono caldi i fuochi del nemico.
Come la messe di Culloden
crescon la pena, la paura e la morte.
I Campbell e i McFall fecero il gioco degli inglesi. [*2],
I McDonald, in preda all’ira, non fecero nessun gioco.
Furon moschetti e cannoni contro onore e coraggio,
gli invasori rimasero in piedi mentre i nostri uomini dei clan caddero.
Soffiano venti freddi sulle brughiere,
ardono caldi i fuochi del nemico.
Come la messe di Culloden
crescon la pena, la paura e la morte.
Nessuno altro che i bambini restano ormai alle donne,
con soltanto il ricordo di un padre e di un figlio.
Scacciati dalle loro case per alloggiare gli stranieri.
L’ora più nera del nostro paese è cominciata.
Soffiano venti freddi sulle brughiere,
ardono caldi i fuochi del nemico.
Come la messe di Culloden
crescon la pena, la paura e la morte.
Soffiano venti freddi sulle brughiere,
ardono caldi i fuochi del nemico.
Come la messe di Culloden
crescon la pena, la paura e la morte.
Fu l’amore per il nostro principe a portarci a Drumossie, [*1]
Ma nel tempo appena che mi ci vuole a narrare
il fiore del nostro paese giacque straziato da un’armata
spietata e rosso sangue come i tizzoni infernali.
Soffiano venti freddi sulle brughiere,
ardono caldi i fuochi del nemico.
Come la messe di Culloden
crescon la pena, la paura e la morte.
I Campbell e i McFall fecero il gioco degli inglesi. [*2],
I McDonald, in preda all’ira, non fecero nessun gioco.
Furon moschetti e cannoni contro onore e coraggio,
gli invasori rimasero in piedi mentre i nostri uomini dei clan caddero.
Soffiano venti freddi sulle brughiere,
ardono caldi i fuochi del nemico.
Come la messe di Culloden
crescon la pena, la paura e la morte.
Nessuno altro che i bambini restano ormai alle donne,
con soltanto il ricordo di un padre e di un figlio.
Scacciati dalle loro case per alloggiare gli stranieri.
L’ora più nera del nostro paese è cominciata.
Soffiano venti freddi sulle brughiere,
ardono caldi i fuochi del nemico.
Come la messe di Culloden
crescon la pena, la paura e la morte.
NOTE
[*1] Drumossie: Culloden si trova nei pressi di Inverness; Drumossie è un altro nome di quest'ultima località.
[*2] Nella canzone si accusano alcuni tra i principali clan scozzesi (e i due principali: i Campbell e i McDonald) di aver fatto poco o punto per la causa giacobita, e addirittura il gioco degli inglesi. La realtà storica è differente. Anche i Campbell e i McDonald condivisero il tragico destino di tutti i clan dopo la disfatta di Culloden.
[*1] Drumossie: Culloden si trova nei pressi di Inverness; Drumossie è un altro nome di quest'ultima località.
[*2] Nella canzone si accusano alcuni tra i principali clan scozzesi (e i due principali: i Campbell e i McDonald) di aver fatto poco o punto per la causa giacobita, e addirittura il gioco degli inglesi. La realtà storica è differente. Anche i Campbell e i McDonald condivisero il tragico destino di tutti i clan dopo la disfatta di Culloden.
Molto bella e intensa!
Qui invece un reportage altrettanto vivido sulla piana di Culloden:
Piana di Culloden, l’ultima battaglia per la Scozia
Grazie per tenere viva la memoria di quel giorno
Qui invece un reportage altrettanto vivido sulla piana di Culloden:
Piana di Culloden, l’ultima battaglia per la Scozia
Grazie per tenere viva la memoria di quel giorno
misa - 16/7/2009 - 17:35
Molto interessante! solo un appunto: Il Clan Campbell effettivamente combattè con l'esercito Governativo, mentre il Clan MacDonald interpretò il suo posizionamento sul fianco sinistro nella carica come un’offesa (era tradizione che i MacDonald si schierassero sul fianco destro) e così si rifiutarono di obbedire durante la battaglia, portando a un crollo della linea di attacco.
Ciao!
Beatrice
Ciao!
Beatrice
Beatrice - 30/10/2015 - 18:45
Il "generale Cumberland", che si meritò l'appellativo di "The Butcher" per via della brutalità con cui agirono le truppe inglesi al suo comando, era Guglielmo Augusto di Hannover, duca di Cumberland, il figlio di re Giorgio II e Carolina di Hannover...
B.B. - 13/11/2020 - 15:21
×
Canzone popolare scozzese (da controllare. Pare che sia stata scritta da Alastair McDonald)
La più nota canzone popolare scozzese sulla battaglia di Culloden (16 aprile 1746), l'ultima battaglia di terra che sia stata combattuta sul suolo britannico, che segno la fine definitiva dell'indipendenza scozzese e la distruzione dei clan e della società tradizionale.
La battaglia fu in realtà combattuta tra le forze giacobite (si veda anche Song For Ye, Jacobites [Ye Jacobites By Name]), che sostenevano la pretesa al trono di Carlo Edoardo Stuart (detto Bonnie Prince Charlie) e il preponderante esercito inglese, che sosteneva il sovrano della casa di Hannover, il re Giorgio II. La rivolta giacobita del 1745 terminò nel sangue a Culloden. In seguito alla sconfitta, come detto, la società tradizionale scozzese ebbe termine. Carlo Edoardo Stuart, cattolico, si esiliò a Roma e non tornò mai più nel suo paese.
Le conseguenze furono tragiche e in parte anche grottesche. Subito dopo la battaglia, il generale Cumberland, comandante dell'esercito inglese, ordinò che tutti i prigionieri e i feriti giacobiti fossero messi a morte; per questo motivo, Cumberland è da allora ricordato come The Butcher, il macellaio. I prigionieri di più alto lignaggio, vale a dire i nobili e i capiclan, furono in un primo momento risparmiati per essere però processati e giustiziati a Inverness.
Nella sua fuga verso Roma, Carlo Edoardo Stuart dovette sopravvivere a una taglia di 30.000 sterline che era stata messa sulla sua testa, senza neppure la condizione di "vivo o morto": era ricercato solo morto. Per passare in Francia, fu costretto a traverstirsi da donna facendo finta di essere la cameriera di Lady Flora McDonald.
Subito dopo la battaglia, mentre i prigionieri e i feriti venivano massacrati, Cumberland "il macellaio" cavalcò fino a Inverness con la spada sguainata e insanguinata, un gesto simbolico di minaccia. Il giorno seguente, il massacro continuò e pattuglie furono di nuovo inviate sul campo di battaglia per uccidere tutti gli eventuali sopravvissuti; fonti coeve narrano che ben 70 giacobiti sopravvissuti furono così finiti. Cumberland, inoltre, fece incarcerare ogni benché minimo simpatizzante della causa giacobita.
I prigionieri incarcerati furono portati in Inghilterra per essere processati con accuse di alto tradimento; i processi si svolsero a Berwich, a York e a Londra. Fu stabilita una "percentuale fissa" di condanne a morte: un prigioniero su venti veniva messo al patibolo. In totale, 3470 scozzesi giacobiti vennero processati. 120 furono impiccati; 88 morirono in prigione; 936 furono deportati nelle colonie e 222 furono esiliati. Alcuni furono assolti e liberati, ma di altri 700 non si sa assolutamente niente. Cumberland fu spietato anche con i disertori del proprio esercito: 36 soldati inglesi furono passati per le armi.
La distruzione totale dei giacobiti continuò nei mesi successivi, con la virtuale eliminazione della società scozzese. Fu proibito portare il kilt e il tartan, simboli di identità dei clan; con il Tenures Abolition Act il vincolo feudale del servizio militare per il clan fu abolito, mentre lo Heritable Jurisdictions Act pose termine al potere sovrano del capo sul proprio clan. Le confessione religiosa preponderante tra i giacobiti, l'episcopalianismo (il cattolicesimo era già stato proibito) fu messa al bando. Le truppe inglesi furono poste di stanza in Scozia come forze di occupazione.
Nella foto inserita nel corpo del testo: Cippi in pietra che ancora oggi segnalano le fosse comuni dei caduti scozzesi a Culloden.