How often she has gazed from castle windows o'er,
And watched the daylight passing within her captive wall,
With no-one to heed her call.
The evening hour is fading within the dwindling sun,
And in a lonely moment those embers will be gone
And the last of all the young birds flown.
Her days of precious freedom, forfeited long before,
To live such fruitless years behind a guarded door,
But those days will last no more.
Tomorrow at this hour she will be far away,
Much farther than these islands,
Or the lonely Fotheringay
And watched the daylight passing within her captive wall,
With no-one to heed her call.
The evening hour is fading within the dwindling sun,
And in a lonely moment those embers will be gone
And the last of all the young birds flown.
Her days of precious freedom, forfeited long before,
To live such fruitless years behind a guarded door,
But those days will last no more.
Tomorrow at this hour she will be far away,
Much farther than these islands,
Or the lonely Fotheringay
inviata da Bernart - 31/7/2013 - 09:57
Ricordo che un giorno lontano in Finlandia ho sentito Marja Mattlar cantare questa canzone arrangiata da Gabriel Yacoub e Patrice Clementin. Gabriel aveva arrangiato, prodotto e suonato con quel che restava dei Malicorne (che all'epoca non esistevano già più) il suo primo disco "Pariisi-Vuorenkylä".
Flavio Poltronieri - 12/12/2015 - 13:03
Lingua: Italiano
Traduzione italiana
FOTHERINGAY
Quante volte ha guardato dalle finestre del castello,
E osservato la luce del giorno passare all'interno delle sue mura prigioniere,
Senza nessuno che ascoltasse la sua chiamata.
L’ora della sera svanisce nel sole calante,
E in un momento solitario quelle braci spariranno
E l'ultimo di tutti i giovani uccelli volerà via.
I suoi giorni di preziosa libertà, persi molto tempo prima,
Per vivere anni così infruttuosi dietro una porta sorvegliata,
Ma quei giorni non dureranno più a lungo.
Domani a quest'ora sarà lontano,
Molto più lontano di queste isole,
O dal solitario Fotheringay
Quante volte ha guardato dalle finestre del castello,
E osservato la luce del giorno passare all'interno delle sue mura prigioniere,
Senza nessuno che ascoltasse la sua chiamata.
L’ora della sera svanisce nel sole calante,
E in un momento solitario quelle braci spariranno
E l'ultimo di tutti i giovani uccelli volerà via.
I suoi giorni di preziosa libertà, persi molto tempo prima,
Per vivere anni così infruttuosi dietro una porta sorvegliata,
Ma quei giorni non dureranno più a lungo.
Domani a quest'ora sarà lontano,
Molto più lontano di queste isole,
O dal solitario Fotheringay
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Parole e musica di Sandy Denny
Uno dei primi singoli dei Fairport Convention, poi nel loro secondo disco intitolata “What We Did on Our Holidays”. Fotheringay fu poi anche il nome scelto da Sandy Denny e Trevor Lucas per il loro progetto musicale, di brevissima durata, alternativo e parallelo ai F. C.
“Fotheringay”, ovvero, talora anche i potenti piangono, condannati a vite di merda concluse con decenni di prigione e la morte.
Fu il caso di Mary, Queen of Scots (da noi, “Maria Stuarda”), regina a soli nove mesi di vita, scampata alle guerre anglo-scozzesi trovando riparo presso la corte francese di Caterina De’ Medici, tornata in Scozia per essere travolta dal contrasto cruento tra cattolicesimo – di cui divenne, molto suo malgrado, simbolo – e protestantesimo, donna passionale e dalla vita privata complessa, sovrana tollerante e un po’ ingenua che si fece mettere nel sacco dalla scaltra e perfida cugina Elisabetta I d'Inghilterra (protestante), cui aveva chiesto aiuto e rifugio, che la fece imprigionare per vent’anni e che alla fine la mandò a morte per decapitazione l’8 febbraio 1587 nel castello di Fotheringhay (questa la grafia corretta), nel Northamptonshire.
Il supplizio fu tremendo.
Maria non morì al primo colpo, ci volle un secondo colpo d’ascia per staccarle la testa dal collo.
La sofferenza fu sicuramente terribile.
Terminata l’esecuzione, si racconta che da sotto le vesti della malcapitata fece capolino il suo piccolo cane, uno Skye terrier, che ostinatamente si rifiutò di abbandonare il corpo della padrona e si intrise del suo sangue, finchè fu trascinato via…