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Thanasis Papakonstandinou / Θανάσης Παπακωνσταντίνου

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Στίχοι: Θανάσης Παπακωνσταντίνου
Μουσική: Θανάσης Παπακωνσταντίνου
Ερμηνεία: Θανάσης Παπακωνσταντίνου
'Αλμπουμ: Ο ελάχιστος εαυτός (2011)

Testo: Thanasis Papakonstandinou
Musica: Thanasis Papakonstandinou
Interprete: Thanasis Papakonstandinou
Album: Ο ελάχιστος εαυτός ("Me stesso essenziale", o "minimum", 2011)

Thanasis Papakonstandinou.
Thanasis Papakonstandinou.


Thanasis Papakonstandinou, che abbiamo già incontrato nella Sezione Greca in un paio di canzoni scritte per il suo omonimo Vasilis (di figli del pope Costantino ce ne devono essere diversi in Grecia...), è nato a Tyrnavos, in Tessaglia vicino a Larissa, nel 1959. Il nome “Tyrnavos”, in piena Tessaglia, è di origine slava: deriva infatti dal bulgaro-macedone Tirnovo, che vuol dire “luogo spinoso, pieno di pruni”. La radice slava tirn- “spina, pruno”, è di antica origine indoeuropea e trova preciso riscontro nell'inglese thorn o nel tedesco Dorn. Vi chiederete il perché di tutte queste considerazioni linguistiche; il fatto è che questa è, precisamente, una canzone rivolta recentemente, già in tempo di crisi, ai fascisti nazionalisti greci. Qualcuno si ricorda l'esordio di Alba Dorata, con le puttanate nazionalistiche sul nome della Repubblica ex-jugoslava di Macedonia? Bene, bisogna allora considerare che centinaia di toponimi, in Grecia, testimoniano di popolazioni slave che vivevano sul suolo ellenico. La stessa città di Salonicco era mezza slava, e interamente circondata da un contado slavofono. Si crede forse che i tessalonicesi Cirillo e Metodio, inventori degli alfabeti slavi (cirillico e glagolitico), fossero stati inviati a evangelizzare gli slavi per la loro bella faccia? Lo furono perché parlavano perfettamente l'antico slavo meridionale, quello che fu detto “antico slavo ecclesiastico”. Così tanto per servire questi signorini ignoranti come le capre, che -come tutti gli “ultranazionalisti” di questo mondo, si distinguono per non sapere nulla della storia del loro paese. Ce lo ricorda perfettamente, nel suo “Me Stesso Essenziale”, Thanasis Papakonstandinou alle prese con questi cialtroni di fascisti che chiedono a chiunque se sia “greco etnico”; e la cosa, come si sa, ultimamente ha riscontri terribilmente pratici e concreti, tipo le distribuzioni di generi alimentari effettuate da Alba Dorata agli affamati -perché ormai di fame si tratta in Grecia-, ma rigorosamente dietro presentazione della carta d'identità che attesti la “grecità”. Così, in questa breve e secca canzone, Thanasis Papakonstandinou formula alcune “domande in tempo di crisi”, chiedendo la patente di “grecità” nella prima strofa al proprio cane, e nella seconda a un melograno. Vi lascio leggere le risposte. [RV]
Ρώτησα τον σκύλο μου τον Ρίβα άμα νιώθει
Έλληνας, αυτόχθονας ή κάτι σχετικό
Εκείνος χασμουρήθηκε, επέστρεψε στον ύπνο
κι η ανάσα του ήταν όμορφη σαν κύμα στον γιαλό
Εό! Γαμώ το φασισμό

Γυρνώ στην άγρια ροδιά και τη ρωτώ τα ίδια
αν Ελληνίς αισθάνεται λουσμένη από το φως
"Πήρα τη σκυτάλη για ζωή, για θάνατο σκυτάλη"
μου απαντάει ο κόκκινος, στα κλώνια της, ανθός
Εό! Σαπίλα ο φασισμός
Εό! Σαπίλα ο φασισμός.

inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ - 17/6/2013 - 09:57



Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
17 giugno 2013

Il fiore del melograno selvatico (Punica granatum).
Il fiore del melograno selvatico (Punica granatum).
DOMANDA DA CRISI

Ho chiesto al mio cane Rivas se si sente
Greco, autoctono, o qualcosa del genere;
quello ha sbadigliato, si è rigirato nel sonno,
aveva un bel respiro, come un'onda sul lido.
Eh! Vaffanculo al fascismo

Mi giro dal melograno selvatico e gli chiedo lo stesso,
se lui si sente Greco, bagnato dalla luce:
“Ho passato il testimone della vita e della morte”,
mi risponde, dai suoi rami, il fiore vermiglio.
Eh! Il fascismo è una schifezza,
Eh! Il fascismo è una schifezza!

17/6/2013 - 10:35




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