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Quante volte si può morire e vivere

Massimo Bubola
Lingua: Italiano


Massimo Bubola

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Instantsongs.it - Maggio 2013


bubola aldovrandi


I fatti

La notte del 25 settembre 2005 il diciottenne Federico Aldrovandi muore a Ferrara durante un controllo da parte di una volante di Polizia.

I genitori di Federico, Patrizia Moretti e Lino Aldrovandi, il 2 gennaio del 2006, aprono un blog per conoscere la verità dei fatti, portando all'avvio di un'inchiesta giudiziaria e al conseguente processo.

Il 6 luglio 2009 il giudice Francesco Maria Caruso del tribunale di Ferrara condanna per omicidio colposo a tre anni e sei mesi di reclusione i quattro poliziotti indagati. Il 10 giugno 2011 la Corte d'Appello di Bologna conferma la pena sancita in primo grado. Il 21 giugno 2012 la Corte di Cassazione rende definitiva la condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione per “eccesso colposo in omicidio colposo” ai quattro poliziotti Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri.

*

Questa canzone nasce dalla commozione profonda provata nel vedere, poco più di un mese fa, le immagini di Patrizia Moretti con la foto su un telo del figlio Federico Aldrovandi, morto, col volto tumefatto e coperto di sangue, scendere in piazza durante una manifestazione che un gruppo di poliziotti stava facendo in centro a Ferrara alla fine di marzo per solidarietà verso i colleghi condannati per la tragica morte di Federico, questo proprio sotto gli uffici del comune dove stava lavorando Patrizia. Queste immagini mi han fatto pensare a quanto fosse purtroppo sempre più drammatica la questione che avevo posto nella recente ballata: “Hanno sparato a un angelo”, nell'ultimo mio album di gennaio “In alto i cuori”, in altre parole “ Dobbiamo credere che morta sia la pietà ?”. Nell'esegesi di quella canzone “Hanno sparato a un angelo”, che si ispira a un episodio realmente accaduto a Roma il 4 gennaio 2012, quando due rapinatori spararono e uccisero sotto il portone di casa Zhou Zeng, 32 anni, e la figlioletta di nove mesi Joy, ci si pone la domanda se la pietà fosse morta anche nella malavita che aveva perduto quella regola secolare di non coinvolgere bambini e infanti nei delitti. Ma nel caso di Aldrovandi ci si chiede se le regole elementari di rispettare la sensibilità e la Pietà umana non siano un dovere per tutti i cittadini compresi quelli in divisa, a prescindere da qualsiasi altra considerazione.
Le cinque di mattina di un settembre d'oro
tornavi verso casa canticchiando un po' da solo
Alla tua età la morte è così lontana
a diciott'anni si è immortali come chi ci ama

Ferrara è così quieta dentro le sue mura
nei viali addormentati niente fa paura
la lunga via alberata per l'ippodromo
è un fiume di memorie che ti avvolgono

Quante volte si può morire e vivere
nel ricordo, nell'amore e nelle lacrime
dentro i video e nei racconti dei tuoi amici affranti
e negli occhi tua madre che ora son più grandi

La realtà poi vinse sulla fantasia
l'incontro con quell'auto della polizia
è stato come un fulmine a ciel sereno
è stato come se passasse sopra un treno

Quante volte si può morire e vivere
nel ricordo, nell'amore e nelle lacrime
nelle foto e dentro i sogni che hanno la tua voce
dentro gli occhi di tua madre che han cambiato luce

Cinquantaquattro colpi avevi tatuato
sul capo, sulle braccia, sopra il tuo costato
il sangue sui capelli, il volto sfigurato
sembravi un giovin Cristo dalla croce giù calato

Quante volte si può morire e vivere
nel ricordo, nell'amore e nelle lacrime
dentro i video e nei racconti dei tuoi amici affranti
e negli occhi tuo madre che ora son più grandi

Quante volte si può morire e vivere
nel ricordo, nell'amore e nelle lacrime
nelle foto e dentro i sogni che hanno la tua voce
dentro gli occhi di tua madre che han cambiato luce

10/5/2013 - 15:12


NEWS 110456

17/6/2013 - 22:09


Versione di Lucia Miller
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Lampi sulla pianura
lampi

“Quante volte si può vivere o morire” è dedicata a Federico Aldovandi. Massimo aveva già inciso questo brano per quel magnifico progetto “Instant Songs” che lo vedeva pubblicare una canzone al mese per Repubblica. La versione di Lucia è attraversata da un raggio di speranza... 
Lucia Miller –  C’è una speranza nella storia, nella speranza che certe cose non accadano più. Nella memoria c’è il tentativo di mantenere accesa la coscienza su fatti che non dovrebbero accadere in un Paese civile che dovrebbe dare garanzie democratiche alle persone tratte in arresto, cosa che purtroppo non è accaduta solo per il caso Aldrovandi, ma anche per altri come la vicenda di Stefano Cucchi. Per questo la mia interpretazione di questa canzone voleva essere narrativa nella parte della cronaca e di speranza nel ritornello che si concentra sul ricordo degli amici e sugli occhi di una madre che ha perso un figlio, occhi che il dolore “allarga” fino a donare a questi occhi “che han cambiato luce” uno sguardo universale, uno sguardo di una madre verso l’umanità, lo sguardo di una Madonna in una Pietà dei nostri giorni, una madre con un figlio morto tra le braccia. 
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