A guardare
questa strada dall'alto
non si vedono polvere e ossa
le terrazze ti cavano gli occhi
i cortili ti prendono il fiato
dentro coppe di luce
luminarie e reliquie di sante
divorate nel sole
qui le offese
sono offerte di pane
e nel pane
si nasconde l'offesa
non lo vedi a guardare
dall'alto
A guardare dall'alto
non si pensa che altrove
se arrivava qualcuno da qui
preferiva tacere il suo nome
la terra e inventava gli accenti
ingoiando bestemmie
come a chiedere scusa
ai cirnechi e la sabbia
se i mandanti
sono fatti ministri
e i ministri
si fanno mandanti
non ci pensi a guardare
dall’alto
A guardare
questa strada dall'alto
non lo vedi il mestiere dei servi
chiusi nelle botteghe a forgiare
il ricatto e la democrazia
inchiodare le bare
tatuare i presagi
di un piano regolatore
i pezzenti
allevati a padrone
son la guardia migliore
sono guardie da sempre
non li vedi
a guardare dall'alto
A guardare dall'alto
non le vedi le schiene spezzate
sotto i colpi di mezzi favori
i signori seduti al caffè
consumare il diritto di pochi
a marchiare le carni
con un ferro di riconoscenza
e una stretta di mano
ma nel buio
di ogni seme c'è il segno
di una sorte rappresa
nei canestri dei boia
non lo vedi dall'alto
questa strada dall'alto
non si vedono polvere e ossa
le terrazze ti cavano gli occhi
i cortili ti prendono il fiato
dentro coppe di luce
luminarie e reliquie di sante
divorate nel sole
qui le offese
sono offerte di pane
e nel pane
si nasconde l'offesa
non lo vedi a guardare
dall'alto
A guardare dall'alto
non si pensa che altrove
se arrivava qualcuno da qui
preferiva tacere il suo nome
la terra e inventava gli accenti
ingoiando bestemmie
come a chiedere scusa
ai cirnechi e la sabbia
se i mandanti
sono fatti ministri
e i ministri
si fanno mandanti
non ci pensi a guardare
dall’alto
A guardare
questa strada dall'alto
non lo vedi il mestiere dei servi
chiusi nelle botteghe a forgiare
il ricatto e la democrazia
inchiodare le bare
tatuare i presagi
di un piano regolatore
i pezzenti
allevati a padrone
son la guardia migliore
sono guardie da sempre
non li vedi
a guardare dall'alto
A guardare dall'alto
non le vedi le schiene spezzate
sotto i colpi di mezzi favori
i signori seduti al caffè
consumare il diritto di pochi
a marchiare le carni
con un ferro di riconoscenza
e una stretta di mano
ma nel buio
di ogni seme c'è il segno
di una sorte rappresa
nei canestri dei boia
non lo vedi dall'alto
inviata da adriana - 25/4/2013 - 09:11
Aggiungo solo una nota: nella seconda strofa Basile usa un termine che non conoscevo, “cirnechi”...
Il cirneco dell’Etna è cane di una razza molto antica, la cui origine risale forse a 1000 anni prima di Cristo... C’è chi dice che fosse un cane fenicio, o addirittura dell’antico Egitto; altri sostengono che sia autoctono siciliano.. Comunque è un gran bel cane: forte, veloce, fedele e longevo, mai aggressivo con gli esseri umani... Infatti i boss preferiscono pitbull, rottweiler, bandog, mastinacci e molossoidacci vari...
Il cirneco dell’Etna è cane di una razza molto antica, la cui origine risale forse a 1000 anni prima di Cristo... C’è chi dice che fosse un cane fenicio, o addirittura dell’antico Egitto; altri sostengono che sia autoctono siciliano.. Comunque è un gran bel cane: forte, veloce, fedele e longevo, mai aggressivo con gli esseri umani... Infatti i boss preferiscono pitbull, rottweiler, bandog, mastinacci e molossoidacci vari...
Bernart Bartleby - 2/3/2014 - 16:14
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Album : Cesare Basile
“
Da un’intervista a Cesare Basile a cura di Marco Salanitri e Federica Garozzo, della redazione di Outsidersmusica, che vi invito a leggere per intero. Infatti s’intitola “Perché ho detto no al Premio Tenco” e spiega il “grande rifiuto” che l’artista fece l’anno scorso, in polemica con gli esattori della SIAE e i suoi “poliziotti”, come Gino Paoli.
A quasi due anni di distanza dal precedente album "Sette pietre per tenere il diavolo a bada" (urtovox 2011) ecco tornare CESARE BASILE con un pugno di 10 ottime canzoni,per nulla rassicuranti o piegate al benché minimo bisogno di assecondare chissà quale trend cantautorale dell'ultima ora.
Conosciamo bene Basile,un vero outsider,un fuoriclasse che brilla nel novero dei grandi autori italiani per l’eleganza,la classe e il modo,pur se cruento e "sanguinario", con cui continua a raccontarci la sua musica e le sue storie. Storie questa volta frutto del suo ritorno in Sicilia,del suo impegno nell’ambito dell’Arsenale (federazione siciliana per le arti e la musica) e del teatro Coppola occupato di Catania.
Introduzione e sfida - Parangelia (per Katerina Gogou) - Canzuni addinucchiata - Nunzio e la libertà - Maliritta carni - Minni spartuti - L’Orvu - Caminanti - Lettera di Woody Guthrie al giudice Thayer - Sotto i colpi di mezzi favori