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Thyssen

Eugenio Ripepi
Lingua: Italiano


Eugenio Ripepi

Lista delle versioni e commenti


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Da "IL 45 GIRI SOCIALE" (2013)
Il cantautore ligure d’adozione rispolvera la “Canzone sociale”, associandola al vecchio 45 giri, facendo quindi uscire due canzoni a tema incise insieme alla band Sottosuono, affrontando subito uno dei più scottanti: il lavoro!
copertina-operaioB

La nuova canzone sociale:
È giusto raccontare dell'amore. L'amore è il motore del mondo, la forza che muove gli animi delle persone. Ci sono persone che però non hanno tempo di pensare all'amore. Ci sono persone che nutrono un sincero amore per la vita. Ma non è ricambiato. L'impegno sociale, in quest'ottica, è anch'esso una forma di amore. In difesa degli aggrediti.
C'è stato un tempo in cui i cantautori avevano una voce forte, e si potevano fare ascoltare. Era un tempo di crisi, in cui servivano delle opinioni guida. Sembra che questi tempi siano tornati. Bisogna farsi trovare pronti per non unirsi al rimpianto del padre di tutti i cantautori, Fabrizio De Andrè, che nel suo capolavoro La domenica delle salme si rammaricava di ciò che non è stato fatto, facendo parlare i delusi: “Voi avevate voci potenti, lingue allenate a battere il tamburo. Voi avevate voci potenti, adatte per il vaffanculo”. Accettiamo la lezione. Non creiamo altri delusi. Facciamoci sentire di nuovo.

SIDE B: THYSSEN È la storia di persone che faticano ad arrivare alla fine del mese, persone a cui prima è stato rubato il tempo per vivere, e poi la vita stessa. Turni massacranti per cercare di tirare fuori le risorse necessarie ad affrontare i problemi di ogni giorno: il cibo, i vestiti, l'affitto. Storie vere, ad esempio di “chi si doveva sposare da anni e s'era deciso da poco”, e “ora non ha compleanni, vive in album di foto”. Finire come ingranaggi di un meccanismo infernale, agnelli sacrificali sull'altare del profitto. Questa canzone è un attacco all'ingiustizia e vuole suonare sempre, anche fuori dagli anniversari, per ricordare la storia delle persone distrutte dal fuoco dell'acciaieria Thyssenkrupp a Torino nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007. Si chiama Thyssen.
Un viaggio di nozze mai fatto
con l’uomo sposato a vent’anni
mangiato da un fuoco compatto
e fiero nel mietere danni

Chi si doveva sposare da anni
e s’era deciso da poco
Ora non ha compleanni
Vive in un album di foto

Ultimo giorno passato
dentro il colosso di ferro
Perdere un figlio un marito
Perdere un padre un fratello

Nastri bloccati e scintille
senza l’impianto antincendio
Tante famiglie in farfalle di fuoco
per gente che nega stipendio

Thyssen
Thyssen
risponderete di un giorno
Thyssen
Thyssen
con il tributo del sonno

Sedici ore di turno
Passi bollenti le ore
Senza il ricordo del giorno
Senza il rumore del sole

Rulli che mangiano vite
per ingrassare il profitto
sordi alle attese e alle veglie infinite
per cibo vestiti ed affitto

Nomi rimangono appesi
come dei chiodi sul buio
Anche la schiena dei mesi
suda un asciutto suicidio

Thyssen
Thyssen
risponderete di un giorno
Thyssen
Thyssen
con il tributo del sonno

inviata da Erika - 11/4/2013 - 09:17


Poco dopo l’una di notte, sulla linea 5 dell’acciaieria di Torino, sette operai vengono investiti da una fuoriuscita di olio bollente, che prende fuoco. I colleghi chiamano i vigili del fuoco, all’1.15 arrivano le ambulanze del 118, i feriti vengono trasferiti in ospedale. Alle 4 del mattino muore il primo operaio, si chiama Antonio Schiavone. Nei giorni che seguiranno, dal 7 al 30 dicembre 2007, moriranno le altre sei persone ferite in modo gravissimo dall’olio bollente: si chiamavano Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo e Bruno Santino. I sindacati denunciano immediatamente l’inadeguatezza delle misure di sicurezza nello stabilimento: estintori scarichi, telefoni isolati, idranti malfunzionanti, assenza di personale specializzato, assenza di manutenzione, turni massacranti. Il 16.04.2011 la Corte d’Assise di Torino ha condannato a 16 anni e mezzo di reclusione l’amministratore delegato della ThyssenKrupp, Harald Espenhahn, accusato di omicidio volontario. Cosimo Cafueri, responsabile della sicurezza, Giuseppe Salerno, responsabile dello stabilimento di Torino, Gerald Priegnitz e Marco Pucci, membri del comitato esecutivo dell’azienda, sono stati condannati a 13 anni e 6 mesi per omicidio e incendio colposi (con colpa cosciente) e omissione delle cautele antinfortunistiche. Daniele Moroni, membro del comitato esecutivo dell’azienda, è stato condannato a 10 anni e 10 mesi. Oggi lo stabilimento di Torino della ThyssenKrupp non esiste più, è stato chiuso nel marzo del 2008.
Il video è stato girato nel "Parco delle vittime del rogo ThyssenKrupp", davanti all'ex acciaieria di Torino.

Erika - 20/4/2013 - 20:08




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