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Al libro all'aratro al martello (Canto dei confinati)

anonimo
Lingua: Italiano


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" Questo canto nato fra i confinati politici alla fine degli anni '20 è stato comunicato da Lina Antonelli di Livorno che a sua volta l'ha imparato dal padre Virgilio il quale era solito cantarlo ricordando i tempi del confino durante il fascismo. La registrazione è stata effettuata da Donato Landini a Gramugnana, comune di Lari (Pisa) il 3 aprile 1996. Lo stesso testo, con il diverso titolo Canto dei confinati è collocato da Settimelli e Falavolti in una raccolta di canti socialisti e comunisti con una eloquente modifica: il capoverso "Al libro all'aratro al martello" viene cambiato in: "Al libro alla falce al martello", di chiara ispirazione marxista-leninista. Gli stessi ricercatori hanno rilevato un'altra strofa da un'anarchico confinato all'isola di Ponza. "

Santo Catanuto e Franco Schirone, "Il canto Anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento", edizioni Zero in Condotta, 2a ed. Milano 2009, p. 224.
Al libro all'aratro al martello
la borghesia tiranna ci strappò
manette ai polsi a bordo d'un battello
su un'isola lontan ci relegò

Ed or sereni siam sulla scogliera
saldi nell'animo e con la fronte altera
tessere si dovrà
solo un vessillo ed una volontà
coatti per un'idea
siam cavalieri dell'umanità

Siam malfattori e rei di aver bandito
il motto dell lavoro e dell'amor
il nostro motto è unn programma ardito
e a ognuno il frutto del proprio lavor

Ed ora e sempre, su, santa canaglia
combatteremo questa aspra battaglia
tessere si dovrà
solo un vessillo ed una volontà
coatti per un'idea
siam cavalieri dell'umanità

E quando all'alba dell'atteso giorno
la bianca vela l'onda salperà
daremo ai cari il bacio di ritorno
e nell'amplesso il cuor sussulterà

Ed ora e sempre, su, santa canaglia
combatteremo questa aspra battaglia
tessere si dovrà
solo un vessillo ed una volontà
coatti per un'idea
siam cavalieri dell'umanità.

inviata da Riccardo Venturi - 4/4/2013 - 22:36



Lingua: Italiano

La strofa comunicata dall'anarchico livornese Nello Malacarne:
Quante volte ho pianto e mi vergogno
del mio dolore della mia viltà
or mi risveglio da un cattivo sogno
ti vedo nella tua malvagità

Ma ora e sempre per la gran battaglia
distruggeremo la vile canaglia
vincere si dovrà
per l'ideale e per la libertà
coatti siam per l'idea
ma cavalieri dell'umanità.

inviata da Riccardo Venturi - 4/4/2013 - 22:39




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