Για την Κύπρο
Dionysis Savvopoulos / Διονύσης ΣαββόπουλοςLingua: Greco moderno (Greco cipriota (Kypriaka) / Cypriot Greek (Kypriaka)
Σ’ αυτό το σχήμα που ξεβάφει αίμα και δάκρυ
δεν έχεις τίποτ’ ακριβό να παραδώσεις
μόν’ τη φλογίτσα που τσιρίζει στις κλειδώσεις
και κάνα φράγκο στο κουτί που `ναι στην άκρη.
Δεν έχεις τίποτ’ ακριβό να παραδώσεις
σ’ αυτό το σχήμα που ξεβάφει αίμα και δάκρυ.
Δεν είν’ οικόπεδο που το καταπατούνε
ούτε και μούρλα εθνική που επιστρέφει
είναι η Κύπρος που οι εμπόροι τη μισούνε
και η ανάγκη μας που όνομα δεν έχει.
Eίναι η Κύπρος που οι εμπόροι τη μισούνε
και η ανάγκη μας που όνομα δεν έχει.
Κι αν λέω ψέματα κι αν λέω παραμύθια
κι η ζητιανιά τα δυο χεράκια μου στραβώνει
μην με μαλώνεις, μόνο δώσε μια βοήθεια
το άδειο μας πρόσωπο η Κύπρος το πληρώνει.
Mην με μαλώνεις, μόνο δώσε μια βοήθεια
το άδειο μας πρόσωπο η Κύπρος το πληρώνει.
Που Δύσην ως Ανατολήν τζι απού βορράν ως νότον,
τζι από τα πέρατα της γης τον κόσμο προσκαλώ τον.
Δώστε μου την ακρόαση για να σας τραουδήσω
τζι ούλλους σας μιάλους τζιε μιτσιούς εννά σας κλαμουρήσω.
Δώστε μου την ακρόαση για να σας τραουδήσω
τζι ούλλους σας μιάλους τζιε μιτσιούς εννά σας κλαμουρήσω.
Και γιατί, και γιατί δεν μας το λες
μόνο βγαίνεις στον κόσμο
όλο κλάψες και ψευτιές.
δεν έχεις τίποτ’ ακριβό να παραδώσεις
μόν’ τη φλογίτσα που τσιρίζει στις κλειδώσεις
και κάνα φράγκο στο κουτί που `ναι στην άκρη.
Δεν έχεις τίποτ’ ακριβό να παραδώσεις
σ’ αυτό το σχήμα που ξεβάφει αίμα και δάκρυ.
Δεν είν’ οικόπεδο που το καταπατούνε
ούτε και μούρλα εθνική που επιστρέφει
είναι η Κύπρος που οι εμπόροι τη μισούνε
και η ανάγκη μας που όνομα δεν έχει.
Eίναι η Κύπρος που οι εμπόροι τη μισούνε
και η ανάγκη μας που όνομα δεν έχει.
Κι αν λέω ψέματα κι αν λέω παραμύθια
κι η ζητιανιά τα δυο χεράκια μου στραβώνει
μην με μαλώνεις, μόνο δώσε μια βοήθεια
το άδειο μας πρόσωπο η Κύπρος το πληρώνει.
Mην με μαλώνεις, μόνο δώσε μια βοήθεια
το άδειο μας πρόσωπο η Κύπρος το πληρώνει.
Που Δύσην ως Ανατολήν τζι απού βορράν ως νότον,
τζι από τα πέρατα της γης τον κόσμο προσκαλώ τον.
Δώστε μου την ακρόαση για να σας τραουδήσω
τζι ούλλους σας μιάλους τζιε μιτσιούς εννά σας κλαμουρήσω.
Δώστε μου την ακρόαση για να σας τραουδήσω
τζι ούλλους σας μιάλους τζιε μιτσιούς εννά σας κλαμουρήσω.
Και γιατί, και γιατί δεν μας το λες
μόνο βγαίνεις στον κόσμο
όλο κλάψες και ψευτιές.
inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ - 20/3/2013 - 12:18
Lingua: Italiano
PER CIPRO
In questo stato, sbiadita dal sangue e dal pianto
non hai nulla di valore da fornire:
solo la fiammella che ti crepita nelle ossa 1
e qualche soldo nel barattolo messo da una parte.
Non hai niente di valore da fornire,
in questo stato, sbiadita dal sangue e dal pianto.
Non è un suolo dove mettere piede,
né la follia nazionalista che ritorna;
è Cipro, quella odiata dai mercanti
ed il nostro bisogno innominabile.
È Cipro, quella odiata dai mercanti
ed il nostro bisogno innominabile.
E se dico menzogne e conto storie,
e se ho le mani storte dal mendicare
non mi sgridare; aiutami, piuttosto;
la nostra faccia vuota la sta pagando Cipro.
Non mi sgridare; aiutami, piuttosto;
la nostra faccia vuota la sta pagando Cipro.
Da oriente a occidente, da meridione e settentrione,
dai confini della terra io sto a chiamare gente.
Datemi ascolto ché vi canti una canzone
e vi faccia pianger tutti, grandi e piccini. 2
Datemi ascolto ché vi canti una canzone
e vi faccia pianger tutti, grandi e piccini.
Ma perché, perché non parli chiaro,
e te ne vai invece per il mondo
a piangere e a dire bugie?
In questo stato, sbiadita dal sangue e dal pianto
non hai nulla di valore da fornire:
solo la fiammella che ti crepita nelle ossa 1
e qualche soldo nel barattolo messo da una parte.
Non hai niente di valore da fornire,
in questo stato, sbiadita dal sangue e dal pianto.
Non è un suolo dove mettere piede,
né la follia nazionalista che ritorna;
è Cipro, quella odiata dai mercanti
ed il nostro bisogno innominabile.
È Cipro, quella odiata dai mercanti
ed il nostro bisogno innominabile.
E se dico menzogne e conto storie,
e se ho le mani storte dal mendicare
non mi sgridare; aiutami, piuttosto;
la nostra faccia vuota la sta pagando Cipro.
Non mi sgridare; aiutami, piuttosto;
la nostra faccia vuota la sta pagando Cipro.
Da oriente a occidente, da meridione e settentrione,
dai confini della terra io sto a chiamare gente.
Datemi ascolto ché vi canti una canzone
e vi faccia pianger tutti, grandi e piccini. 2
Datemi ascolto ché vi canti una canzone
e vi faccia pianger tutti, grandi e piccini.
Ma perché, perché non parli chiaro,
e te ne vai invece per il mondo
a piangere e a dire bugie?
NOTE alla traduzione
[1] Un verso, come detto già nell'introduzione, assurto praticamente a motto, o a proverbio. Alla lettera: “la fiammella (scintilla) che crepita nelle giunture (articolazioni) delle ossa”. Può naturalmente riferirsi al rame, l'antica ricchezza di Cipro dalla quale il metallo prende il suo stesso nome classico (cuprus), quello in tante lingue (copper, Kopfer) e il simbolo chimico (Cu); ma anche allo spirito cipriota formatosi attraverso le terribili traversie dell'isola, che non cessano. Come dire: “la fiammella che ci arde dentro”. In questi giorni, occupandomi di questa canzone (una traduzione da Savvopoulos non si improvvisa in mezz'ora, credetemi), ho avuto modo di consultare, ad esempio, parecchi blog che parlano dell'attuale situazione cipriota: solo in un paio questo verso, e la canzone intera, non sono stati citati.
[2] Si tratta della strofa interamente nel dialetto cipriota nell'originale. E' presente nella versione di Savvopoulos, ma non è cantata in quella di Alkinoos Ioannidis. Il Kypriaka è un dialetto parecchio particolare, tanto da aver bisogno di un apposito dizionario.
[1] Un verso, come detto già nell'introduzione, assurto praticamente a motto, o a proverbio. Alla lettera: “la fiammella (scintilla) che crepita nelle giunture (articolazioni) delle ossa”. Può naturalmente riferirsi al rame, l'antica ricchezza di Cipro dalla quale il metallo prende il suo stesso nome classico (cuprus), quello in tante lingue (copper, Kopfer) e il simbolo chimico (Cu); ma anche allo spirito cipriota formatosi attraverso le terribili traversie dell'isola, che non cessano. Come dire: “la fiammella che ci arde dentro”. In questi giorni, occupandomi di questa canzone (una traduzione da Savvopoulos non si improvvisa in mezz'ora, credetemi), ho avuto modo di consultare, ad esempio, parecchi blog che parlano dell'attuale situazione cipriota: solo in un paio questo verso, e la canzone intera, non sono stati citati.
[2] Si tratta della strofa interamente nel dialetto cipriota nell'originale. E' presente nella versione di Savvopoulos, ma non è cantata in quella di Alkinoos Ioannidis. Il Kypriaka è un dialetto parecchio particolare, tanto da aver bisogno di un apposito dizionario.
Un film che racconta la realtà della Buffer zone cipriota, girato da e con le persone che ho avuto la fortuna conoscere quest'estate in Norvegia.
Buona visione a tutti :)
Salud
Kris
Buona visione a tutti :)
Salud
Kris
Krzysiek - 31/7/2016 - 23:46
Il giornalista e militante Theofilos Georgiades, fautore di una lotta comune tra ciprioti e curdi, venne assassinato il 20 marzo 1994. Nel 30° anniversario è stato ricordato da varie voci del movimento di liberazione curdo.
I CURDI NON DIMENTICANO Theofilos Georgiades
Gianni Sartori
Il 30° anniversario dell’assassinio del militante cipriota Theofilos Georgiades (20 marzo 1994) è stato celebrato da Kurdistan au feminin, dall’agenzia ANF, da infolibertaire e dall’Osservatorio per il processo di Kenan Agias.
Riportando una sua frase pronunciata nei giorni immediatamente precedenti: “La liberazione di Cipro passa per le montagne del Kurdistan”.
Poche ore prima di essere ucciso da una squadra della morte sulla porta di casa aveva scritto il suo ultimo articolo per il giornale “Haravgi” in cui denunciava la repressione nei confronti di sei esponenti del Partito Democratico.
Con un titolo esplicito: “Le persecuzioni dei deputati curdi e il giorno di Nevroz”.
In particolare l’Osservatorio per il processo di Kenan Agias ha emesso un comunicato in cui ricorda che “in una domenica di 30 anni fa, Theophilos, membro del Comitato di Solidarietà con il Kurdistan, ritornava a casa sua in via Thoukidiou in Aglantzia. Teneva in mano un numero della rivista Voice of Kurdistan quando venne assassinato da cinque colpi sparati da sicari dei servizi segreti turchi. Aveva appena completato un articolo sulla festa curda di Newroz (…). Gli assassini riuscivano nel loro intento di mettere a tacere una voce che auspicava una lotta comune tra curdi e ciprioti contro l’occupazione turca, il fascismo e l’imperialismo”.
Abdullah Öcalan, amareggiato per la morte di Theophilus Georgiades, inviò immediatamente un telegramma in cui diceva che “Theophilus aveva lottato con ogni mezzo contro il colonialismo e contro i colonialisti, considerò le atrocità dello Stato turco contro il nostro popolo come un attacco al suo popolo (…) guadagnandosi il rispetto per il suo impareggiabile sostegno alla nostra lotta”.
Per concludere definendo il militante cipriota “un nostro bravo compagno, uno dei nostri martiri e un ponte tra i popoli che occupa un posto importante nella nostra storia”.
In tempi più recenti (e direi poco rispettosamente per la memoria di Theofilos Georgiades), nel maggio 2023, il tribunale di Larnaca ha deciso per l’estradizione in Germania del militante curdo Kenan Ayas (per essere processato nella città di Amburgo).
Gianni Sartori
I CURDI NON DIMENTICANO Theofilos Georgiades
Gianni Sartori
Il 30° anniversario dell’assassinio del militante cipriota Theofilos Georgiades (20 marzo 1994) è stato celebrato da Kurdistan au feminin, dall’agenzia ANF, da infolibertaire e dall’Osservatorio per il processo di Kenan Agias.
Riportando una sua frase pronunciata nei giorni immediatamente precedenti: “La liberazione di Cipro passa per le montagne del Kurdistan”.
Poche ore prima di essere ucciso da una squadra della morte sulla porta di casa aveva scritto il suo ultimo articolo per il giornale “Haravgi” in cui denunciava la repressione nei confronti di sei esponenti del Partito Democratico.
Con un titolo esplicito: “Le persecuzioni dei deputati curdi e il giorno di Nevroz”.
In particolare l’Osservatorio per il processo di Kenan Agias ha emesso un comunicato in cui ricorda che “in una domenica di 30 anni fa, Theophilos, membro del Comitato di Solidarietà con il Kurdistan, ritornava a casa sua in via Thoukidiou in Aglantzia. Teneva in mano un numero della rivista Voice of Kurdistan quando venne assassinato da cinque colpi sparati da sicari dei servizi segreti turchi. Aveva appena completato un articolo sulla festa curda di Newroz (…). Gli assassini riuscivano nel loro intento di mettere a tacere una voce che auspicava una lotta comune tra curdi e ciprioti contro l’occupazione turca, il fascismo e l’imperialismo”.
Abdullah Öcalan, amareggiato per la morte di Theophilus Georgiades, inviò immediatamente un telegramma in cui diceva che “Theophilus aveva lottato con ogni mezzo contro il colonialismo e contro i colonialisti, considerò le atrocità dello Stato turco contro il nostro popolo come un attacco al suo popolo (…) guadagnandosi il rispetto per il suo impareggiabile sostegno alla nostra lotta”.
Per concludere definendo il militante cipriota “un nostro bravo compagno, uno dei nostri martiri e un ponte tra i popoli che occupa un posto importante nella nostra storia”.
In tempi più recenti (e direi poco rispettosamente per la memoria di Theofilos Georgiades), nel maggio 2023, il tribunale di Larnaca ha deciso per l’estradizione in Germania del militante curdo Kenan Ayas (per essere processato nella città di Amburgo).
Gianni Sartori
Gianni Sartori - 21/3/2024 - 09:31
×
[1979]
Στίχοι: Διονύσης Σαββόπουλος
Μουσική: Διονύσης Σαββόπουλος
Ερμηνείες 1. Διονύσης Σαββόπουλος
2. Αλκίνοος Ιωαννίδης & Διονύσης Σαββόπουλος
'Αλμπουμ: 1. Η Ρεζέρβα (1979)
2. Εκτός τόπου και χρόνου (2000)
Testo di Dionysis Savvopoulos
Musica di Dionysis Savvopoulos
Interpreti: 1. Dionysis Savvopoulos
2. Alkinoos Ioannidis & Dionysis Savvopoulos
Album: 1. Η Ρεζέρβα ("Il serbatoio", 1979)
2. Εκτός τόπου και χρόνου ("Fuori luogo e fuori tempo", 2000)
E così, ora, tocca a Cipro. Non bastasse la situazione già di per sé complicata dell'isola, non bastasse la sua storia disastrata, non bastasse la divisione causata dagli ultimi, tragici rigurgiti del nazionalismo fascista e della “Megali Idea” (che di “grande” ha avuto soltanto la quantità di catastrofi che ha provocato), non bastasse l'illusione degli anni passati in cui Cipro faceva da rifugio offshore e ostentava un benessere basato sul niente o sull'argilla delle “nuove economie”: è di questi giorni il ritorno della cara, vecchia, economia carogna, quella che ti stritola, quella che non ti lascia speranza. Di questi giorni il tentativo del nuovo governo “conservatore” di far passare la tassazione dei conti correnti imposta da “Unione Europea”, troiche, Germanie, banche e tutto il consesso già all'opera da anni in Grecia e altrove: in questo, e solo in questo, oramai Cipro è avviata ad una tremenda “enosis” con la Grecia, l'unione della fame e della disperazione. E' di ieri il rifiuto del parlamento cipriota di ratificare le imposizioni sul prelievo correntizio: uno scatto per far sì che la “crisi” di lorsignori, vale a dire tutto l'insieme di manovre speculative che segnano questa irreversibile crisi sistemica del capitalismo, non sia come sempre pagata di tasca e di vita propria dalle persone (dico persone, per-so-ne, rifiutandomi di usare il vuoto collettivo “gente”).
Ascoltando e leggendo questa canzone, c'è seriamente da chiedersi se Dionysis Savvopoulos sia dotato o di poteri di chiaroveggenza, oppure -più probabilmente- di una enorme capacità di “leggere” le cose con largo anticipo. E' una canzone, questa “Per Cipro”, del 1979, ancora tratta dal suo album seminale Η Ρεζέρβα. Un “serbatoio” che sembra essere inesauribile: senz'altro Savvopoulos aveva in mente la situazione di allora, lo “stato sbiadito da lacrime e sangue” del 1979, ma alla Cipro del 2013 tutto questo si attaglia terribilmente bene. Tanto è vero che, sfrondando la Rete, ho avuto modo di constatare che questa canzone, proprio in questi giorni, sta avendo un “ritorno” assolutamente generale, con almeno un verso, τη φλογίτσα που τσιρίζει στις κλειδώσεις, assurto a motto per non dire quasi a proverbio (si vedano le note per una spiegazione). Una canzone che, direi ovviamente, presenta le usuali difficoltà che hanno tutti i testi dell'ermetico Savvopoulos: questa, addirittura, presenta una strofa interamente in greco cipriota, per la quale mi è toccato consultare affannosamente il Wikipriaka. Basterà la “fiammella che crepita nelle ossa” a respingere l'attacco alla vita stessa di Cipro? La questione ci riguarda tutti. Non a caso vengono chiamati “grandi e piccini” nella strofa dialettale. La guerra, ed è una guerra di sterminio, ce la stanno facendo a tutti, a Cipro come in Grecia, in Italia come in Spagna, come ovunque. [RV]