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Il Violino di Luigi

Modena City Ramblers
Lingua: Italiano (Emiliano modenese)


Modena City Ramblers

Lista delle versioni e commenti


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2013
Niente di nuovo sul fronte occidentale
MCR-niente di nuovo

Niente di nuovo sul fronte occidentale è un doppio album studio dei Modena City Ramblers, il tredicesimo della loro carriera. Sono diciotto le canzoni contenute nell'album: scritte, arrangiate e prodotte dai Modena City Ramblers.

Lato A: Niente di nuovo: Niente di nuovo sul fronte occidentale - Occupy World Street - È primavera - C'era Una Volta - La Guèra D'L Baròt - Pasta nera - Fiori d'Arancio e Baci di Caffè - La luna di Ferrara- Beppe e Tore
Lato B: Sul fronte occidentale: Il Violino di Luigi - Due magliette rosse - Tarantella Tarantò - La Strage delle fonderie - Afro - Kingstown Regatta - Il giorno che il cielo cadde su Bologna - Nostra Signora dei Depistati - Briciole e spine



Luigi Freddi
Luigi Freddi

Il violino qui suonato da Francesco è proprio lo strumento appartenuto al partigiano Luigi Freddi, ucciso dai fascisti nel marzo del '45, ritrovato più di 60 anni dopo nella soffitta di casa Vezzani danneggiata dal terremoto. Violino in seguito restaurato e donato all'ANPI di Luzzara (RE) che ce lo ha gentilmente prestato per l'occasione.

Finalmente (2/5/2020) viene trovato il testo completo con le parti in modenese, il testo completamente in italiano viene inserito come nuova versione
Fratello di ombre, fuoco, candele,
fratello di note e di sere gelate,
oggi è tornato di nuovo quel suono,
oggi la luce dopo il tuono.

L'odore dell'uva e questo solaio
dove riposo da un tempo lontano,
ora sento le voci, storie, leggende,
parlan di te, fratello scomparso.

Souna ben, souna mel,
souno viulen per la ginta ch'la riva
per quela ch'la và e per chi ga srà,
par quei ch'in partii e mai i turnarà.

Musica, la nostra, e la paura svaniva,
Selvino al tuo fianco rideva e cantava,
a Casoni il deposito di munizioni,
ma domani è domani, ora un'altra canzone.

Souna ben, souna mel,
souno viulen per la ginta ch'la riva
per quela ch'la và e per chi ga srà,
par quei ch'in partii e mai i turnarà.

Le mie corde invecchiate, strappate dal tempo,
le mie corde, la corda che ti tolse il respiro,
oggi è tornato di nuovo quel tuono,
oggi ricordo la tua voce ed il suono.

Souna ben, souna mel,
souno viulen per la ginta ch'la riva
per quela ch'la và e per chi ga srà,
par quei ch'in partii e mai i turnarà.
I passi di danza, le mani ed il fuoco,
noi l'orchestra delle notti di Resistenza.

inviata da DonQuijote82 - 14/2/2013 - 19:42




Lingua: Italiano

Il testo italiano è tratto dal libretto del disco, dove le parti in dialetto sono solo tradotte in italiano
Fratello di ombre, fuoco, candele,
fratello di note e di sere gelate,
oggi è tornato di nuovo quel suono,
oggi la luce dopo il tuono.

L'odore dell'uva e questo solaio
dove riposo da un tempo lontano,
ora sento le voci, storie, leggende,
parlan di te, fratello scomparso.

Suona bene, suona male, suona violino
per la gente che arriva,
per quella che va e per chi ci sarà,
per quelli che sono partiti e che mai torneranno.

Musica, la nostra, e la paura svaniva,
Selvino al tuo fianco rideva e cantava,
a Casoni il deposito di munizioni,
ma domani è domani, ora un'altra canzone.

Suona bene, suona male,
suona violino per la gente che arriva,
per quella che va e per chi ci sarà,
per quelli che sono partiti e che mai torneranno.

Le mie corde invecchiate, strappate dal tempo,
le mie corde, la corda che ti tolse il respiro,
oggi è tornato di nuovo quel tuono,
oggi ricordo la tua voce ed il suono.

Suona bene, suona male,
suona violino per la gente che arriva,
per quella che va e per chi ci sarà,
per quelli che sono partiti e che mai torneranno.
I passi di danza, le mani ed il fuoco,
noi l'orchestra delle notti di Resistenza.

inviata da Dq82 - 2/5/2020 - 19:07




Lingua: Francese

Version française – LE VIOLON DE LUIGI – Marco valdo M.I. – 2013
Chanson italienne – Il Violino di Luigi – Modena City Ramblers – 2013

Le violon dont Francesco joue ici est l'instrument du partisan Luigi Freddi, tué par les fascistes en mars 1945, retrouvé plus de 60 ans après dans le grenier de la maison Vezzani endommagée par le tremblement de terre. Violon restauré et offert à ANPI de Luzzara (RE) qui nous l'a gentiment prêté pour l'occasion.
LE VIOLON DE LUIGI


Frère d'ombres, de feu, de bougies,
Frère de notes et de soirs gelés,
Aujourd'hui est revenu à nouveau ce son,
Aujourd'hui la lumière après le tonnerre.

L'odeur du raisin et ce grenier
Où je repose depuis longtemps,
Maintenant, j'entends les voix, les histoires, les légendes,
Elles parlent de toi, frère disparu.

Violon sonne bien, sonne mal,
Sonne pour les gens qui arrivent,
Pour celle-là qui va et pour celui qui viendra,
Pour ceux qui sont partis et qui jamais ne reviendront.

La musique, la nôtre, et la peur disparaissait
Selvino à ton côté riait et chantait,
À Casoni le dépôt de munitions,
mais demain est demain, maintenant une autre chanson.

Violon sonne bien, sonne mal,
Sonne pour les gens qui arrivent,
Pour celle-là qui va et pour celui qui viendra,
Pour ceux qui sont partis et qui jamais ne reviendront.

Mes cordes vieillies, arrachées par le temps,
Mes cordes, la corde qui t'ôta le souffle,
Aujourd'hui il est à nouveau revenu ce ton,
Aujourd'hui, je réveille ta voix et ton son.

Violon sonne bien, sonne mal,
Sonne pour les gens qui arrivent,
Pour celle-là qui va et pour celui qui viendra,
Pour ceux qui sont partis et qui jamais ne reviendront.
Les pas de danse, les mains et le feu,
Nous l'orchestre des nuits de Résistance.

inviata da Marco Valdo M.I. - 20/2/2013 - 12:30


Gazzetta di Reggio 29-7-2012

Ritrovato dopo 67 anni il violino di Luigi Freddi

Luzzara, lo strumento è riemerso “grazie” ai danni provocati dal terremoto. Il nipote del partigiano ucciso dai fascisti nel ’45 lo ha consegnato all’Anpi locale


LUZZARA. Dalla casa da abbattere spunta il violino dimenticato di un martire partigiano. E’ davvero incredibile la storia emersa nei giorni scorsi a Casoni, dove nella soffitta di un immobile da abbattere è stato trovato lo strumento musicale che Luigi Freddi lasciò in pegno alla famiglia Vezzani prima di essere ucciso dai fascisti il 23 marzo del 1945, a soli 19 anni.

La notte precedente, infatti, aveva tentato insieme ad altri compagni di far saltare un deposito di munizioni lasciato dai tedeschi in zona Pedrocca a Casoni: il sopraggiungere dei fascisti bloccò l'operazione. E Freddi, in fuga, riparò dalla famiglia Vezzani in nome di un’antica amicizia: a loro chiese una giacca ed un paio di pantaloni per potersi cambiare d'abito, essendo ricercato dai fascisti ed in pegno lasciò loro il suo violino, che tanto amava suonare. «Questa storia, raccontatami dalla voce di chi l’ha vissuta realmente, ha sempre avuto un po’ il sapore della leggenda, poiché di questo violino si erano completamente perse le tracce – racconta oggi Gianluca Vezzani – Probabilmente è stato custodito alla Corte Breda, dove ho vissuto per anni con la mia famiglia, ed è arrivato nella soffitta dell’abitazione di via Valbrina in cui vivo tutt’ora. Ho scoperto la sua esistenza quando ho dovuto demolire la porzione più vecchia dell’edificio, seriamente lesionato dal sisma del 29 Maggio 2012: stava nel solaio, sotto delle vecchie cassette di legno per la vendemmia».

La famiglia Vezzani ha pensato immediatamente di donare il violino alla sezione locale dell'Anpi e ieri mattina c’è stata la consegna ufficiale nelle mani del presidente Simone Lasagna: «Ho capito che questo oggetto, così importante perché rappresenta un pezzo di storia della nostra comunità, non poteva rimanere di mia proprietà – chiude Vezzani – e ho ritenuto corretto donarlo all’Anpi dove si tiene vivo il ricordo di coloro che hanno cercato di dare un futuro migliore al nostro Paese con una convinzione tale da rinunciare alla propria vita». La sera del 23 marzo 1945, infatti, Vezzani si recò con un altro partigiano, Selvino Lanzoni, nel deposito di munizioni che avrebbero dovuto far esplodere la sera precedente, ma vennero sorpresi dalla Brigata Nera: furono arrestati e trasportati in piazza a Palidano, dove furono mostrati alla popolazione come dei ladri. Solo a tarda notte furono trasportati su un carro da buoi, in piazza a Casoni dove furono impiccati e mostrati come monito. «Quello della famiglia Vezzani è un gesto nobile, avremo cura di questo cimelio come degli altri che in questi mesi ci hanno donato: stiamo pensando ad una mostra dedicata», ha detto Lasagna». Presente alla consegna anche il sindaco Andrea Costa: «Non è la prima volta che la famiglia Vezzani, impegnata nel volontariato, si distingue per l’attenzione alla comunità e per il mantenimento dei valori della solidarietà e della coesione: dall’esperienza tragica del terremoto è emerso almeno un risvolto positivo che è la riscoperta di un cimelio appartenuto ad uno dei giovani che la nostra terra ha pianto».

DoNQuijote82 - 30/3/2013 - 00:36




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