Nina ti te ricordi
Quanto che gh'avemo meso
Andar su sto toco de èto
Insieme a fare a l'amor
Sie ani a far i morosi
A strenxerla franco su franco
E mi che xero stanco
Ma no te voevo tocar
To mare che brontoeava
Quando che se sposemo
E 'l prete che racomandava
Che non se doveva pecar
E dopo se semo sposai
Che quasi no ghe credeva
Te giuro che a mi me pareva
Parfin che fusse un pecà
Adesso ti spèti un fijo
E ancuo ea vita xe dura
A volte me ciapa ea paura
De aver dopo tanto sbajà
Amarse no xe no un pecato
Ma ancuo xe un luso de pochi
E intanto ti Nina ti spèti
E mi son disocupà.
Quanto che gh'avemo meso
Andar su sto toco de èto
Insieme a fare a l'amor
Sie ani a far i morosi
A strenxerla franco su franco
E mi che xero stanco
Ma no te voevo tocar
To mare che brontoeava
Quando che se sposemo
E 'l prete che racomandava
Che non se doveva pecar
E dopo se semo sposai
Che quasi no ghe credeva
Te giuro che a mi me pareva
Parfin che fusse un pecà
Adesso ti spèti un fijo
E ancuo ea vita xe dura
A volte me ciapa ea paura
De aver dopo tanto sbajà
Amarse no xe no un pecato
Ma ancuo xe un luso de pochi
E intanto ti Nina ti spèti
E mi son disocupà.
inviata da CCG/AWS Staff - 19/12/2012 - 12:20
Lingua: Italiano
Il testo messo in italiano corrente
Da: Canzoniere della Protesta, Volume 4
Edizioni del Gallo, Milano 1973, p. 51
Da: Canzoniere della Protesta, Volume 4
Edizioni del Gallo, Milano 1973, p. 51
Nina ti te ricordi è, prima di tutto, una canzone che viene dal Veneto più profondo, che il veneto Gualtiero Bertelli deve conoscere alla perfezione. Il Veneto è, storicamente, una regione cattolica (e, come accade in tutte le regioni profondamente cattoliche, è anche una fucina instancabile e impareggiabile di bestemmiatori, di atei viscerali, di bruciapreti); nelle figure di questi due innamorati e timorati di Dio che obbediscono ai dettami della religione e non si toccano fino al matrimonio, c'è comunque una tenerezza ingenua e commovente che, da sola, “fabbrica” l'autenticità assoluta di questa canzone. Un'autenticità nella quale si avverte, però, tutta l'amarezza del rimpianto: aver rinunciato anche all'amore, all'amarsi “che non è, no, un peccato”, per poi ritrovarsi a passare la vita in difficoltà, senza un lavoro, senza una prospettiva mentre sta nascendo una nuova vita nelle durezze e negli stenti. Come dire: una fregatura totale, che però non riesce a cancellare la sommessa dolcezza di quest'uomo e di questa donna che appartegono comunque a un mondo che sembra non esserci più. Servirebbe a ricordare, anche e soprattutto ai veneti stessi, che cos'è stato. [RV]
NINA, TI RICORDI
Nina, ti ricordi
quanto ci abbiamo messo
ad andare su 'sto pezzo di letto
insieme a fare all'amore
Sei anni a fare i morosi,
a tirarla lira su lira,
e io che ero stanco
ma non ti volevo toccare
Tua madre che brontolava,
quand'è che ci sposiamo
e il prete che raccomandava
che non dovevamo peccare
E dopo ci siamo sposati
che quasi non ci credevamo
ti giuro che mi sembrava
persino che fosse un peccato
Adesso aspetti un figlio
e oggi la vita è dura,
a volte mi prende paura
di aver dopo tanto sbagliato
Amarsi non è, no, un peccato
ma oggi è un lusso di pochi
e intanto tu Nina aspetti un figlio
e io sono disoccupato.
Nina, ti ricordi
quanto ci abbiamo messo
ad andare su 'sto pezzo di letto
insieme a fare all'amore
Sei anni a fare i morosi,
a tirarla lira su lira,
e io che ero stanco
ma non ti volevo toccare
Tua madre che brontolava,
quand'è che ci sposiamo
e il prete che raccomandava
che non dovevamo peccare
E dopo ci siamo sposati
che quasi non ci credevamo
ti giuro che mi sembrava
persino che fosse un peccato
Adesso aspetti un figlio
e oggi la vita è dura,
a volte mi prende paura
di aver dopo tanto sbagliato
Amarsi non è, no, un peccato
ma oggi è un lusso di pochi
e intanto tu Nina aspetti un figlio
e io sono disoccupato.
inviata da Riccardo Venturi - 19/12/2012 - 13:07
Lingua: Francese
Version française – NINA TE SOUVIENT-IL – MarcoValdo M.I. – 2012
d'après la version italienne d'une Chanson vénitienne – Nina ti te ricordi – Gualtiero Bertelli – 1966
d'après la version italienne d'une Chanson vénitienne – Nina ti te ricordi – Gualtiero Bertelli – 1966
Comme tous le savent, les CCG/AWS ont parmi leurs caractéristiques les « oublis retentissants » : des chansons fondamentales que, pour une raison ou une autre,n'avaient encore jamais été insérées. La « Nina » de Bertelli est une de celles-ci; dire qu'elle est historique est un euphémisme (et en témoigne bien sa reprise, en 2002, par De Gregori et Marini pour le tout autant historique Fischio del Vapore). Mais, au-delà de son historicité, une chanson splendide, touchante, intemporelle ; j'ai eu, chanceusement, plusieurs fois la possibilité de l'écouter directement par Gualtiero Bertelli (qui est, entre autres choses, un vieil ami et un utilisateur de ce site), et j'assure qu'elle vous marque encore, à presque cinquante ans de sa composition. Tout celui pour expliquer qu'elle n'avait jamais été insérée : parce que « elle devait y être ». Absolument certain qu'elle était déjà sur le site, et on ne sait depuis quand; et, par contre, il n'y était pas. Oubli retentissant, justement, auquel nous remédions avec la page que ce chef-d’œuvre mérite. [RV]
NINA TE SOUVIENT-IL
Nina te souvient-il
Du temps que nous avons mis
Pour aller sur ce bout de lit
Faire l'amour ensemble.
Six ans à jouer les amoureux
À èconomiser sous après sous
Et moi qui étais fatigué
Et ne voulais pas te toucher.
Ta mère qui ronchonnait
Quand donc allons-nous nous marier
Et le prêtre qui nous recommandait
Surtout, de ne pas pécher
Et après que nous nous sommes épousés
Et je n'arrivais presque à y croire,
Je te jure qu'il me semblait à moi
Pour finir que c'était un péché.
À présent tu attends un enfant
Maintenant que la vie est dure
Des fois, il me vient une peur
De m'être trompé finalement
Non, s'aimer n'est pas un péché
C'est un luxe à certains réservé
Pendant ce temps, Nina, toi, tu attends
Et moi, je suis chômeur.
Nina te souvient-il
Du temps que nous avons mis
Pour aller sur ce bout de lit
Faire l'amour ensemble.
Six ans à jouer les amoureux
À èconomiser sous après sous
Et moi qui étais fatigué
Et ne voulais pas te toucher.
Ta mère qui ronchonnait
Quand donc allons-nous nous marier
Et le prêtre qui nous recommandait
Surtout, de ne pas pécher
Et après que nous nous sommes épousés
Et je n'arrivais presque à y croire,
Je te jure qu'il me semblait à moi
Pour finir que c'était un péché.
À présent tu attends un enfant
Maintenant que la vie est dure
Des fois, il me vient une peur
De m'être trompé finalement
Non, s'aimer n'est pas un péché
C'est un luxe à certains réservé
Pendant ce temps, Nina, toi, tu attends
Et moi, je suis chômeur.
inviata da Marco Valdo M.I. - 19/12/2012 - 21:24
Dopo il...piccolo incidente di ieri (con la mancata traduzione delle due strofe finali della canzone, e la conseguente "integrazione provvisoria" da parte del sottoscritto), Marco Valdo M.I. ha provveduto e la sua traduzione è stata quindi reintegrata, eliminando la mia che ha...servito alla bisogna per qualche ora. Marco Valdo spiega tutta la cosa con dovizia di particolari (e un aneddoto) sul suo blog "Canzones". Naturalmente lo ringraziamo: sono "incidenti di percorso" che accadono.
Riccardo Venturi - 20/12/2012 - 12:52
Una parola su "Vitavisia", un nome che ricorre molto spesso nella canzone sociale, politica e di protesta italiana, e che compare tra gli autori di questa canzone assieme, ovviamente, a Gualtiero Bertelli. "Vitavisia" è uno degli pseudonimi di Giovanna Marini, quello con cui firmava le canzoni d'autore che scriveva o alle quali comunque collaborava musicalmente. Stante questo, si capisce ancor meglio come mai questa canzone sia stata da lei ripresa e cantata assieme a Francesco De Gregori nel "Fischio del vapore".
Riccardo Venturi - 20/12/2012 - 13:06
In uno spettacolo per il 25 novembre ho sentito questa canzone che parla delle donne bergamasche e delle Taissine.
Si Trova anche il testo e un pezzo di canzone, l'aria della canzone mi ricorda molto il pezzo di Bertelli.
Potrebbe essere che abbia riusato quest'aria o che ci si sia quanto meno ispirato?
Si Trova anche il testo e un pezzo di canzone, l'aria della canzone mi ricorda molto il pezzo di Bertelli.
Potrebbe essere che abbia riusato quest'aria o che ci si sia quanto meno ispirato?
Lucone - 25/11/2023 - 20:47
@ Lucone
Bisognerebbe chiederlo direttamente a Gualtiero Bertelli; magari ci sarà occasione di vederlo da qualche parte (tipo a Piadena), considerando che ha quasi ottant'anni (l'ultima volta che l'ho visto e ascoltato è stato qualche anno fa a un 25 Aprile a Casa Cervi, dove peraltro cantò proprio la "Nina" incazzandosi come una jena con un fonico che stava combinando dei disastri). Stai pur sicuro che, non appena ne avrò l'occasione, glielo chiederò. Piuttosto, mi sembra che la canzone delle donne bergamasche e delle Taissine meriti una pagina a sé stante....comunque grazie per la segnalazione!
Bisognerebbe chiederlo direttamente a Gualtiero Bertelli; magari ci sarà occasione di vederlo da qualche parte (tipo a Piadena), considerando che ha quasi ottant'anni (l'ultima volta che l'ho visto e ascoltato è stato qualche anno fa a un 25 Aprile a Casa Cervi, dove peraltro cantò proprio la "Nina" incazzandosi come una jena con un fonico che stava combinando dei disastri). Stai pur sicuro che, non appena ne avrò l'occasione, glielo chiederò. Piuttosto, mi sembra che la canzone delle donne bergamasche e delle Taissine meriti una pagina a sé stante....comunque grazie per la segnalazione!
Riccardo Venturi - 26/11/2023 - 09:59
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Vitavisia-Bertelli
LR45 (incisione originale Nuovo Canzoniere Italiano)
Canzoniere della Protesta - La linea rossa della canzone
Edizioni del Gallo, 1973, p. 50
DS Dischi del Sole 1003/5
DS mc/17
Reincisione in album: Gualtiero Bertelli, Nina
Incisa da Francesco de Gregori e Giovanna Marini
in: Il fischio del vapore [2002]
Come tutti sanno, CCG/AWS ha tra le sue caratteristiche quella delle "clamorose dimenticanze": canzoni a dir poco fondamentali che, per un motivo o per l'altro, ancora non erano state mai inserite. La "Nina" di Bertelli è una di queste; una canzone che definire storica è un eufemismo (e lo testimonia bene la sua ripresa, nel 2002, da De Gregori e dalla Marini per l'altrettanto storico Fischio del Vapore). Ma, al di là della sua storicità, una canzone splendida, toccante, senza tempo; ho avuto, fortunatamente, più volte la possibilità di ascoltarla direttamente da Gualtiero Bertelli (che è, tra le altre cose, un vecchio amico e un utilizzatore di questo sito), e assicuro che lascia davvero ancora il segno, dopo quasi cinquant'anni dalla sua composizione. Tutto questo per spiegare come mai non era mai stata inserita: perché "ci doveva essere". Assolutamente certo che fosse già nel sito, e chissà da quanto; e, invece, non c'era. La clamorosa dimenticanza, appunto, cui rimediamo con la pagina che questo capolavoro merita. [RV]