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I muri del ventuno

Lucio Dalla
Lingua: Italiano


Lucio Dalla

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[1976]
Testo di Roberto Roversi
Live, Inedita.

occub


Un grazie a Dario Cangelli che ha recapitato questa canzone direttamente nella mia casella di posta, e che la commenta con queste parole: "Brrrivido incredibile, una vecchia registrazione di Lucio Dalla voce e sax, alle prese con una canzone sul biennio rosso, testo di Roberto Roversi, mai incisa su disco ma che doveva far parte di “Automobili”. Live 1976." (daniela -k.d.-)
Sono le otto di sera
quando appare la prima bandiera rossa
sui muri della Fiat.
C’è questo nuovo settembre dentro al vecchio settembre
e va a picco con tutta la vita il vecchio dolore che dura.
A Genova e a Milano a Torino una chiave apre il destino.
Sono le nove di sera
quando appare una seconda bandiera rossa
sui muri della Fiat.
La gente è sulla strada, la gente non vuole aspettare.
La gente ha di brace le dita, la gente non vuole più parlare.
La vecchia rabbia dura spacca la giornata e diventa terribile, ordinata.
Sono le dieci di sera
quando appare una quarta bandiera rossa
sui muri della Fiat.
Si chiudono i cancelli e i tetti sono occupati.
Gli operai hanno gli elmetti, c’è un grande silenzio in giro.
Tutti sono soldati, lavorano lavorano e trattengono il respiro.

E intanto cento bandiere
si alzano nel vento
cantano e ridono sulle ciminiere.
Quando il sole dal giorno cala nella sera
la fabbrica è illuminata, gli operai lavorano al tornio;
oppure sopra i cuscini dormono dormono come bambini.
Alla Fiat-Centro Parodi parla agli amici che ha intorno:
“la vigilanza sia armata, continuare sempre il lavoro,
i turni si svolgano esatti, unità compattezza anche durante notte”.
A un giorno succede un altro giorno
e la gente sta dentro alla lotta;
a una lotta tremenda, che scotta.
Questa è la situazione dovunque si guardi o si vada:
dalla Diotto a Garavini, da Moncenisio ai Cantieri,
Subalpina o Dubox, Ansaldo Westinghouse o San Giorgio.
Sopra rotaie piegate
i giorni diventano anni;
si ricorderà la memoria.
Non c’è ancora la vittoria, ma badate: unità, compattezza.
Si riaprono i cancelli, tornano cauti i padroni.
Si ammainano le bandiere dai tetti, dai muri e dalle ciminiere.
Ma queste giornate di ferro
queste giornate di gloria
si sono fatte leggenda,
sono ormai nella storia.

inviata da daniela -k.d.- - 24/11/2012 - 10:46




Nella primavera del 1921 il senatore Giovanni Agnelli, che aveva fatto un sacco di soldi con le commesse di guerra, annunciò che la FIAT era in crisi e che 1.500 operai sarebbero stati licenziati, gli altri obbligati ad un orario e ad una paga ridotti. Siccome gli operai osarono protestare, il 6 aprile la proprietà rispose con la serrata degli stabilimenti. Ma c’erano già i fascisti a dar manforte ai padroni: il 22 aprile a Torino Antonio Gramsci, direttore del settimanale socialista “L’Ordine Nuovo” viene aggredito per strada da una squadraccia... il 27 aprile le fabbriche vengono occupate e proclamato lo sciopero generale...
Con le elezioni di maggio il primo drappello di fascisti fa il suo ingresso in Parlamento...

Bernart Bartleby - 16/8/2014 - 16:21


Da un po' di tempo non è più inedita: è stata infatti pubblicata nella raccolta "Nevica sulla mia mano", nel 2013, in una versione dal vivo del 1976 che si sente comunque molto bene (cfr.: Nevica sulla mia mano)

Vito Vita - 25/2/2017 - 04:26




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